Motorbike Adventure Team

Motorbike Adventure Team
Motorbike Adventure Team è formato da un gruppo di amici che hanno in comune una grandissima passione per i viaggi, la moto e per l'avventura. Assieme a voi, abbiamo realizzato qualcosa che va oltre l'esperienza personale, per quanto gratificante, di conoscere luoghi e popoli in regioni remote e spesso inaccessibili: far arrivare a quelle popolazioni un aiuto tangibile, non fatto solo di oggetti inutili.

mercoledì 19 dicembre 2012

Dura, veramente dura

Prima che cominciate a leggere una doverosa premessa: qui in Australia i collegamenti telefonici e internet sono facili solo nelle citta' e cittadine. Per il resto sei da solo, senza possibilita' di comunicazione con moglie o amici: ovvero trovi tanti nuovi amici ma...non sono quelli che vorresti avere in contatto. E poi, per quel che riguarda il blog, trovo solo oggi, dopo piu' di una settimana la possibilita' di aggiornare e ne approfitto per scrivere il diario di viaggio; le foto le ho fatte, non preoccupatevi, ma le postero' in un secondo tempo. Oggi e' gia' tanto se faccio questo.Comunque andiamo...
12.12
Ancora una volta piove tutta la notte e col rumore della pioggia in tenda dormo poco. Alle 5.30 mi alzo, solito giretto in parco, carico le ultime cose. La tenda e' tutta zuppa, non posso mettrela via cosi'!! Esce un timido sole e la stendo sulla staccionata; una mezzoretta e si alza un po' di vento, il sole scalda forte, giro e rigiro la tenda e in men che non si dica e' asciutta, piegata, messa dentro al sacco e...pronto per partire. Vorrei salutare Annamaria e Stefano ma per loro e' ancora troppo presto e ...forse e' meglio cosi'. Mi hanno scritto stanotte delle cose bellissime sull'agenda e sulle bandiere di Emergency e italiana: resteranno sempre con me...
E' una goduria portare Quadrotta 2 sulle strade australiane, sembra di correre sul velluto: non una buca, non un dislivello,tutto perfetto. E naturalmente sono perfetti anche i panorami...Lascio la Farmer Highway e prendo la Great Eastern che mi portera' fino a Coolgardie: e' la strada che porta fino alla zona mineraria piu' famosa d'Australia, teatro della corsa all'oro del secolo scorso; Coolgradie e la vicina Kalgoorlie (the Goldfield Town) sembrano citta' del Far West, sia per l'architettura delle case e dei pub (saloon ??) sia per l'aria sonnolenta: quando alla sera me ne vado in giro trovo pero' solo aborigeni per le strade. Qui sono molto numerosi e ben integrati nella societa'.
Trovo posto al backpacker cittadino a Kalgoorlie e siccome non c'e' wireless internet free esco in strada e "rubo" una connessione ad un fast food per 1/2 ora (quelli dell'Hungry Jack non mi dicono nulla per fortuna): peggio di un barbone!! Comunque riesco a leggere mail e parlare un po' con Anna via Skype.

13.12
Mi inoltro verso il grande centro rosso, l'Outback. In questo momento la mia preoccupazione maggiore e' che la strada dopo Laverton, circa 400 km dopo Kalgoorlie, sia inagibile per la pioggia. Li' infatti comincia la Outback Way (che ben conosce il mio amico Christian, costretto a rinunciarvi proprio per la pioggia...) ed in caso di precipitazioni prolungate la pista viene chiusa al traffico e la polizia non fa' passare nessuno. Nessun problema, si passa. iuuuuuuuuuuuuuuuuuu
Anna mi ha portato in Sudafrica una borsa stagna e dentro c'ho messo giacca e pantaloni da moto e .... il computer, per comodita'': viaggio con pantaloni normali, camicia, la giacca blu della Capehorn. Circa un centinaio di km dopo l'imbocco della pista a Laverton mi fermo per fare rifornimento con una delle taniche e...la borsa stagna non c'e' piu'!!!!Porca vacca, devo averla fissata male....metto benzina e col cuore in gola ritorno indietro a tgutta velocita'. Sulla pista non c'e' nessuno, solo due road train a 3 rimorchi che trasportano benzina e viaggiano a 100 all'ora, sempre. Percorro cosi' oltre 50 km e alla fine la vedo, blu in mezzo alla strada rossa, completamente distrutta, il notebook a pezzettini minuscoli, giacca e pantaloni bruciati e spaccati e capisco cosa e' successo: i Road Train ci sono passati sopra e probabilmente giacca e pantaloni sono rimasti incastrati dentro alle ruote che li hanno maciullati.
Sono disperato...non so' piu' cosa fare...piango...mi rimetto in marcia fino alla Tjukayrla Roadhouse (circa 310 km piu' avanti, un bel posto....in un altro momento!!) e provo a dormirci sopra...se ci riusciro'.
Ovviamente la colpa di quanto e' successo e' solamente mia: non avevo fissato come si deve la borsa al telaio, ma...porca vacca quanta sfiga!!! Sul computer ho tutte le foto (scusate, avevo), i diari di viaggio, la configurazione per skype,tutto, tutto...Ora, non so' come faro'....

14.12
Guardare avanti, ecco cosa bisogna fare; quello che e' successo e' successo,ormai non si puo' cambiare: bisogna andare avanti, farsena una ragione, continuare, eventualmente trovare delle soluzioni. Qui in Australia, dato il caldo, forse giacca e pantalono non li averi neanche usati; chiedero' a Massimiliano, il titolare di OJ, se me ne puo' fornire altri oppure me li comprero' e me li faro' spedire in Cile con la moto. Per il computer chiedero' ad Anna di prenderne un altro, di farlo configurare come il precedente con l'aiuto di Sabrina, e di spedirlo a Perth da Stefano e Annamaria (da li' dovrei ripassare tra una ventina di giorni..).
Oggi voglio provare ad arrivare fino ad Uluru (e' questo il nome che gli aborigeni danno all'Ayers Rock): sono 835 km completamente di sterrato e non so' che tipo di fondo trovero': parto alle 7, dopo aver fatto il pieno a tutti e tre i serbatoi (qui e in tutto l'outback non c'e' la unleaded ma la Opal, praticamente la vecchia benzina col piombo; speriamo che Quadrotta non ne risenta..). Prima parte relativamente facile e veloce con i primi 255 km fino a Warburton che volano veloci sotto le ruote, ruote che sollevano proprio un bel polverone rosso!!!
Dopo il rifornimento alla Roadhouse della comunita' aborigena di Warburton la strada si fa' ardua: tanta sabbia ma soprattutto tante tracce di roadtrain che rendono il percorso estremamente impegnativo. Ricordo gli insegnamente di Michele e di Tommaso e ogni volta che mi trovo in difficolta' apro il gas e ....via. Quadrotta risponde alla grande e le due ruote anteriori aiutano; rischio di cadere almeno una dozzina di volte, con grandi sbandamente e gambe che volano da tutte le parti (e per fortuna che ne ho solo due: pensate se fosse stato un millepiedi....). Ho calcolato che avro' fatto su sabbia o pietrisco molle almeno 250 km: gli altri sono stati di sterrato normale,pietrisco duro,fanghetto, col terreno che cambiava continuamente colore a seconda del fondo 9e io che mi sentivo male ogni volta che il colore cambiava...):rosso, ocra, grigio, bordeaux, giallo, bianco.
Arrivo a Uluru verso le 17.30 e assisto a qualcosa di unico (l'ultima volta piu'di 15 anni fa, mi dicono poi): l'Ayers Rock viene avvolto da una tempesta di sabbia e scompare alla vista. Riesco a fare alcune foto e una piccola ripresa prima di essere a mia volta coperto per una decina di minuti.
Decido di continuare e faccio un errore: in realta' sono le 19 passate (e' infatti cambiata l'ora ed in centro australia l'orologio si mette avanti di un'altra ora e mezza) e diventa immediatamente buio. In piu' comincia a piovere e non smette neanche quando mi fermo alla Curtin Roadhouse, vicino al monte Conner.
Sono bagnato come un pulcino ma mi trovo proprio in una "vera" roadhouse, con tanto di mandriani col cappello in cuoio a tese larghe che si bevono una xxxx gold (le migliori birre australiane..).
Alla fine quindi sono 908 km, nuovo record del viaggio!!!
Permettetemi una considerazione.
Ho percorso molte strade, in ogni parte del mondo e conosco bene le mie capacita' di guida (o le mie incapacita', come direbbe qualcuno...a ragione) ma stavolta, e non succede spesso, mi faccio i complimenti: sono stato bravo, non era affatto facile. Non lo era per le difficolta' del percorso, per la lunghezza, per la continua attenzione richiesta (mai un attimo di distrazione...), per lo sforzo fisico (stanotte infatti ho avuto male al collo, le braccia indolenzite, un piccola infiammazione al gomito, una vescichetta sulla mano dell'acceleratore..). Sono proprio contento. E brava anche Quadrotta: bravissima sullo sterrato e ...finora nessun problema.

15.12
E' proprio una bella giornata (qualche bianca nuvola su un cielo di un bell'azzurro intenso) e anche se qui non c'e' un bel niente da fare o da vedere decido di prendermi un po' di relax; la sagoma del monte Conner (una bella mesa tagliata di 833 mt) si staglia su un orizzonte che piu' piatto non si puo' e qui alla Curtin Spring non c'e' proprio niente da fare. Decido di provare ad aggiornare il sito, leggere le mail ed eventualmente provare un collegamento ma internet costa una fortuna; lavo allora un po' di roba, do' una controllatina al firltro dell'aria (la polvere rossa dell'Outback si e' infiltrata dappertutto, dalle borse al naso,dalle scarpe alle mutande ed anche il filtro e' bello intasato. Purtroppo non avere il computer (mi accorgo solo oggi che c'era anche il carica batterie della Nikon, porca vacca) mi limita tantissimo nel lavoro sul sito ma...bisogna fare di necessita' virtu'.
Poi se la vita in generale in Australia e' cara, nelle roadhouse lo e' ancora di piu' (isolate, spesso a 250 km da ...un'altra roadhouse e a 400 dal primo centro abitato, devono importare tutto, prorpio tutto): la benzina e' a piu' di 2 $ al litro, una coca 6 $, lavare la roba 4 $, una doccia 3 $!!!L'Australia mi sta' proprio svenando.....
A pranzo arriva una RAV 4 con due ragazzi: sono italiani, in viaggio di nozze, e sono di...Zelarino, il paese del veneziano dove per 5 anni ho fatto i corsi di psicomotricita' (abitano proprio vicino alla palestra Parolari) con il mio amico Piergiorgio. Chiacchieriamo un po', sono simpatici, e ci lasciamo con la promessa da parte loro di andare sul sito e scrivermi quando ritorneranno in Italia. Nel pomeriggio faccio poi amicizia col rude Ashley, il tatuato proprietario della Roadhouse, che conduce insieme al padre fin dal 1956; mi da' un sacco di informazioni sulle strade che percorrero' perche' gli ho dato una mano a cambiare il filtro e l'olio sul camion che utilizzano per il trasporto bestiame (ah, e' proprio un classico australiano: pantaloni corti, stivaletti australiani con l'elastico, camicia senza maniche, cappellone in testa).
La cena all'aperto, verso le 7, col sole che tramonta, in compagnia di Hans (un belga che segue le eclissi in giro per il mondo per fotografarle), e' con la prima T-Bone & Chips in terra australiana. Domani Kings Canyon, sperando non piova.
 

6 commenti:

  1. Complimeti Maurizio!! che avventure...che avventure!! mi dispiace per il computer e per le foto...restano i tuoi racconti!! buona continuazione di viaggio!! Francesco Franzolin

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  2. Ciao Maurizio!
    mi spiace per il pc...ma le foto rimarranno tutte impresse indelebilmente nei tuoi ricordi, non ti preoccupare, hai un sacco di racconti da condividere.
    Avanti tutta!!!

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  3. Sabrina (Emergency Padova)19 dicembre 2012 alle ore 11:54

    caspita Maurizio! Non si può dire che le avventure e gli imprevisti ti mancano eh? ma noooooooooooooo! il notebook! e le foto :'( Maurizio, promesso, meglio di prima o niente! E siccome "niente" non è contemplato nel nostro vocabolario...
    Per il resto... ti stimo moltissimo, la tua capacità di non perdere i particolari e di saperli descrivere, senza essere troppo prolisso, ma facendoci recepire il tutto... è da invidia. Certo che sta Australia... e ci credo che poi gli stipendi sono più alti... bisogna pur sopravvivere! Ahhhhhhh è vero.. "tutto il mondo è paese" Un abbraccio grandissimo! E.. promessa fatta! E Sabry le promesse le mantiene sempre! Ciao!

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    1. Sabrina (Emergency Padova)19 dicembre 2012 alle ore 12:13

      P.S: Bellissima e dolcissima l'idea di Stefano e Annamaria di usare Diario e Bandiere per lasciarti un loro ricordo. Che belle ste cose.... ti fanno capire ed apprezzare tanti piccoli gesti...

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  4. Ti sto seguendo dal giorno che hai fatto la falsa partenza (casualmente passavo per Pontelongo), quello che stai facendo è fantastico, e lo sto promuovendo ad ogni occasione.
    come posso fare per vedere le foto nelle dimensioni reali?

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  5. Ciao Maurizio! Ogni promessa è un debito (e non è l'unica che ti abbiamo fatto).
    Noi siamo rientrati in Italia da qualche giorno e il nostro viaggio si è concluso senza intoppi, solo un po' di jetlag, ma che viaggio sarebbe senza!!!
    Stiamo leggendo tutto il tuo blog (partendo dall'inizio, ovviamente) e ti auguriamo nuovamente buon proseguimento.

    Ciao. Simone e Elena (quelli di Zelarino con il RAV4)

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