GENTE DI PARANA'

diario del 9.3.2013
GENTE DI PARANA'

Ero partito ieri mattina da Ituzaingo' colmo di speranze: i pezzi dovevano essere arrivati, i ragazzi velocissimi li avevano rimontati, tutto era pronto e stamattina sarei ripartito e arrivato a Umuarama per l'evento organizzato da Silvio Correa Contiero.
Purtroppo la realta' si era andata delineando gia' ieri sera e i tentativi di questa mattina alle otto alla Racing Motos per mettersi in contatto con la DHL brasiliana e sentire cosa era successo non hanno esito alcuno: in Brasile al sabato e alla domenica non si lavora e tutti gli uffici sono chiusi. Tutto viene rimandato a lunedi ed anche i contatti di Silvio con amici al ministero delle dogane non portano ad alcun risultato concreto.
Come detto passo le prime ora della giornata dentro alla Racing Motos del buon Marcos Sitta tentando al computer o al telefono qualche contatto ma resto con le pive nel sacco; poi con Gilliard vado a trovare la sua famiglia (tutti di origine italiana: la mamma e' Fontana di cognome ed il papa', Isolino de Lorenzi, racconta che il nonno gli raccontava di un paese chiamato Casso ma non ricorda o non sa' assolutamente dove si trovasse in Italia. Ricorda anche di grande disastro avvenuto quando lui era piccolo e rocostruisco cosi' che i De Lorenzi sono originari del bellunese e che la sciagura e' quella del Vajont, dove Erto, Casso e Longarone furono i paesi piu' colpiti). Isolino (nino) parla bene "el taljan" e cosi' mi accorgo che la lingua che tutti qui utilizzano ion casa non e' altro che il nostro veneto antico, comprensibilissimo ad un "veneto moderno" ma non certamente a chi proviene da altre regioni.
Arriva anche arthur Marasca che mi invita per il pranzo a casa sua, dove sono poi radunati anche i parenti della moglie (sorella della suocera di Gilliard) e dove assaggio per la prima volta due raffinatezze della zona: la Caipirina (preparata con limone, zucchero, miele, vodka, whisky e ghiaccio) ed il capibara, questo grande roditore di fiume che vive solo in sudamerica che mi viene preparato alla "milanesa" (impanato e arrostito, molto buono).
Le case di questa zona sono basse, ariose, con bella vegetazione attorno e sono curate e pulite; hanno quasi sempre una tettoia coperta dove normalmente si fa da mangiare, si accolgono gli ospiti e si conversa o canta in compagnia; le ore passano veloci e dopo una rapida doccia in albergo Arthur ripassa a prendermi per portarmi ad una festa di compleanno dove una trentina di persone mi accolgono come uno della famiglia e mi subissano di domande in taljan o .... circa, contenti di poter raccontare delle discendenze italiane e dei sacrifici degli italiani in terra brasiliana.
Stasera si mangia "risotto"

, un piatto unico con ogni ben di Dio, dove il riso e' solo una piccola parte del tutto, compresa una gallina intera tagliata a pezzi grandi e lasciata cuocere per oltre una ora in olio e birra!!!
E poi pomodori, cipolle, porri, salvia, rosmarino, verze... tutto su un grande tegame (farsura) e a fuoco alto;
le canzoni italiane (dal mazzolin di fiori a merica,merica,merica - inno dell'emigrazione italiana in queste terre-) accompagnate dal bravo Gilliard alla chitarra rallegrano questo incontro nella casa al limite della foresta.