diario di viaggio del 19.3.2013
PIOVE, SENTI COME PIOVE
I 165 km che separano San Juan da Mendoza vengono rapidamente percorsi nel bel sole che mi accompagna dall'alba in poi; la citta' che mi ricorda il "dagli Appennini alle Ande" di De Amicisiana memoria mi appare circondata dalle tante vigne che hanno reso questa regione una delle piu' conosciute al mondo per la qualita' dei vini (e secondo Voi non ci sono italiani tra i proprietari delle belle e ben organizzate cantine? ma neanche parlarne, e' pieno!); devo purtroppo attraversare tutto il centro e la strada a 4 corsie e' pulsante di vita e di traffico intenso, con un fumo denso e scuro che aleggia a mezz'aria. Le Ande sono proprio di fronte a me ma sono coperte da neri nuvoloni carichi di pioggia; accosto e mi infilo l'antipioggia, copro la macchina fotografica ed il bagaglio e faccio appena in tempo a finire che scendono i primi, grossi goccioloni; ai primi ne seguiranno miliardi di altri altrettanto grossi e la visibilita' sara' ridotta a pochi metri: dico solo che mentre le altre moto e molte auto si fermano sotto i ponti ed i cavalcavia, Maurizio e Quadrotta continuano imperterriti ed anche abbastanza veloci.Un'ora di questa condanna sono sufficienti a maledire Giove e tutti gli altri dei; solo quando la strada comincia a salire e ad entrare nella valle montana l'acqua si calma ed il sole ricompare
per non andarsene piu' fino all'arrivo in terra cilena; bellissima la strada che va verso Uspallata (rinomata stazione sciistica), Puente del Inca
, il parco pronciale dellAconcagua (fantastica la visione della cima innevata del monte piu' alto di tutto il sudamerica, poche decine di metri sotto ai 7000),
una gioia per qualsiasi motociclista, sia per la guidabilita' che per i paesaggi che regala (le montagne attorno sono di tutti i colori, ancorche' brulle e con pochi, radi alberi).
Credevo di trovare una gasolinera per spendere un po' dei molti pesos argentini che ancora ho con me ma non c'e' e cosi' decido per un bel pranzo come si deve nel ristorante a 3200 mt di quota e per comprare qualche regalino nel negozio di artesanias di fianco (gli ultimi pesos li spendero' alla stazione Copec in Cile che accetta anche i soldi argentini); arrivo dopo pochi km alla frontiera del passo de los Libertadores.
Prime pratiche tutte normali e quando esco...la sorpresa: l'aduana cilena non mi fa entrare con i pneumatici nuovi che ho con me perche' potrebbero aver dei microbi ed essere veicolo di infezioni sconosciute in Cile (nuova disposizione, mi dicono...); cerco, con difficolta' devo dire, di rimanere calmo e chiedo di parlare con il Jefe (il capo); nel frattempo che arriva, davanti a 4 funzionari, tiro fuori il telefono e fingo di parlare, dandogli del Tu, con il console italiano a Santiago....so' proprio semo, ah!!!
Non so' se e' per questo o qualcos'altro, fatto sta' che quando il capo arriva mi snocciola primala la sua impotenza di fronte ad una norma di legge, poi mi dice che non serve che chiami il console (quindi lo avevano informato) ed infine mi dice che si prende Lui la responsabil.ita' e, capendo quanto mi sono utili i pneumatici in un giro del mondo, mi lascia entrare in Cile con tutto il mio equipaggiamento. Sic (!)...
Ho perso quasi un'ora e mezza e sono fremente di ripartire; faccio non piu' di un km e trovo una lunga fila di camion e auto su due file, immobili in mezzo alla ruta cilena: un camion con 32 enormi rotoli di carta si e' rovesciato e si aspetta una gru che liberi il cammino. L'aspetteremo per quasi 4 ore!!!
I 160 km che mi separano dalla capitale quando finalmente ci lasciano scendere lungo i tornanti che tanto somigliano allo Stelvio li percorro molto velocemente ma arrivo comunque a Buin, a casa dell'amico Nicola. che e' gia' buio e sono passate le 20.30.
Nel pomeriggio (anch'io avevo programmato di arrivare verso le 16 e ci sarei riuscito senza tutte le traversie passate) era gia' arrivato Franco Ballatore con la sua LML indiana; grandi abbracci, una bella pastasciutta , e poi via ai racconti e agli aneddoti: sono quasi due mesi che Corrado di Adventure4you ci ha messo in contatto e con skype o email abbiamo continuato a sentirci e programmare questo momento,
Ora abbiamo finalmente potuto abbracciarci dal vivo...
PIOVE, SENTI COME PIOVE
I 165 km che separano San Juan da Mendoza vengono rapidamente percorsi nel bel sole che mi accompagna dall'alba in poi; la citta' che mi ricorda il "dagli Appennini alle Ande" di De Amicisiana memoria mi appare circondata dalle tante vigne che hanno reso questa regione una delle piu' conosciute al mondo per la qualita' dei vini (e secondo Voi non ci sono italiani tra i proprietari delle belle e ben organizzate cantine? ma neanche parlarne, e' pieno!); devo purtroppo attraversare tutto il centro e la strada a 4 corsie e' pulsante di vita e di traffico intenso, con un fumo denso e scuro che aleggia a mezz'aria. Le Ande sono proprio di fronte a me ma sono coperte da neri nuvoloni carichi di pioggia; accosto e mi infilo l'antipioggia, copro la macchina fotografica ed il bagaglio e faccio appena in tempo a finire che scendono i primi, grossi goccioloni; ai primi ne seguiranno miliardi di altri altrettanto grossi e la visibilita' sara' ridotta a pochi metri: dico solo che mentre le altre moto e molte auto si fermano sotto i ponti ed i cavalcavia, Maurizio e Quadrotta continuano imperterriti ed anche abbastanza veloci.Un'ora di questa condanna sono sufficienti a maledire Giove e tutti gli altri dei; solo quando la strada comincia a salire e ad entrare nella valle montana l'acqua si calma ed il sole ricompare
per non andarsene piu' fino all'arrivo in terra cilena; bellissima la strada che va verso Uspallata (rinomata stazione sciistica), Puente del Inca
, il parco pronciale dellAconcagua (fantastica la visione della cima innevata del monte piu' alto di tutto il sudamerica, poche decine di metri sotto ai 7000),
una gioia per qualsiasi motociclista, sia per la guidabilita' che per i paesaggi che regala (le montagne attorno sono di tutti i colori, ancorche' brulle e con pochi, radi alberi).
Credevo di trovare una gasolinera per spendere un po' dei molti pesos argentini che ancora ho con me ma non c'e' e cosi' decido per un bel pranzo come si deve nel ristorante a 3200 mt di quota e per comprare qualche regalino nel negozio di artesanias di fianco (gli ultimi pesos li spendero' alla stazione Copec in Cile che accetta anche i soldi argentini); arrivo dopo pochi km alla frontiera del passo de los Libertadores.
Prime pratiche tutte normali e quando esco...la sorpresa: l'aduana cilena non mi fa entrare con i pneumatici nuovi che ho con me perche' potrebbero aver dei microbi ed essere veicolo di infezioni sconosciute in Cile (nuova disposizione, mi dicono...); cerco, con difficolta' devo dire, di rimanere calmo e chiedo di parlare con il Jefe (il capo); nel frattempo che arriva, davanti a 4 funzionari, tiro fuori il telefono e fingo di parlare, dandogli del Tu, con il console italiano a Santiago....so' proprio semo, ah!!!
Non so' se e' per questo o qualcos'altro, fatto sta' che quando il capo arriva mi snocciola primala la sua impotenza di fronte ad una norma di legge, poi mi dice che non serve che chiami il console (quindi lo avevano informato) ed infine mi dice che si prende Lui la responsabil.ita' e, capendo quanto mi sono utili i pneumatici in un giro del mondo, mi lascia entrare in Cile con tutto il mio equipaggiamento. Sic (!)...
Ho perso quasi un'ora e mezza e sono fremente di ripartire; faccio non piu' di un km e trovo una lunga fila di camion e auto su due file, immobili in mezzo alla ruta cilena: un camion con 32 enormi rotoli di carta si e' rovesciato e si aspetta una gru che liberi il cammino. L'aspetteremo per quasi 4 ore!!!
I 160 km che mi separano dalla capitale quando finalmente ci lasciano scendere lungo i tornanti che tanto somigliano allo Stelvio li percorro molto velocemente ma arrivo comunque a Buin, a casa dell'amico Nicola. che e' gia' buio e sono passate le 20.30.
Nel pomeriggio (anch'io avevo programmato di arrivare verso le 16 e ci sarei riuscito senza tutte le traversie passate) era gia' arrivato Franco Ballatore con la sua LML indiana; grandi abbracci, una bella pastasciutta , e poi via ai racconti e agli aneddoti: sono quasi due mesi che Corrado di Adventure4you ci ha messo in contatto e con skype o email abbiamo continuato a sentirci e programmare questo momento,
Ora abbiamo finalmente potuto abbracciarci dal vivo...
...lungo i tornanti che tanto assomigliano allo Stelvio...
RispondiEliminalo avevo visto dalle foto in google, chissà che goduria scendere...
ciao
Roby
Le Ande Maurizio! Le Andeee!!! che meraviglia,
RispondiEliminaBuon Cile Maurizio!!!
Chris