diario di viaggio del 17.3.2013
LASCIATEMI GUIDARE, SONO UN ITALIANO....
La moto e' stata rimessa a nuovo, gli ultimi ritocchi (Cambio filtro e olio e serraggio viti testa) sono stati effettuati ieri sera e stamattina ancora col buio esco da Corrientes e imbocco il grande ponte sul Parana' che mi porta a Resistencia, la ciita'-gemella sull'altra sponda (la Provincia pero' adesso e' il Chaco, una delle grandi regioni agricole della Repubblica Argentina).
Incrocio ancora (e per l'ultima volta) i motociclisti brasiliani diretti in Cile: fra pochi kilometri loro dirigerannio i loro destrieri verso Salta mentre io andro' a Santiago del Estero. Poi sono solo in un territorio contraddistinto da grandissime Estancia e coltivazioni di soia, cotone, mais; anche in questo caso (e non mi ripeto, sto' solo facendo delle constatazioni) l'italianita' e' palpabile nei nomi delle insegne e delle tabelle lungo
la strada e se gli aerei dei diserbanti usati per la disinfestazione sono di proprieta' di Salvucci, la piu' grande azienda cotoniera che incontro e' dei Vicentini e la rivendita delle macchine agricole e' di Aradori ed infine la grande agenzia assicuratrice e' invece di un certo Pablo Pavan: e' colpa mia?????
Arrivo a Santiago del Estero dopo circa 80 km di una strada infida, in cemento ad una sola carreggiata (e quando si incontra un altro veicolo il piu' piccolo dei due cede il passo e si sposta sulla banchina in sterrato, io sono in moto e quindi sono quasi sempre fuori strada, accidenti) e faccio uin po' fatica a orientarmi in questa citta' polverosa, caotica, con tanto traffico e tanti 'guappi' in strada a fare i bulli...) ma finalmente riesco ad uscirme e dirigermi verso San Fernando del Valle, capoluogo della de Catamarca, bella cittadina dalle molte case coloniali.
Mi sono dimenticato di accennare ad un particolare strano accaduto nel Chaco; probabilmente portate dal vento le sementi del cotone fanno crescere le piantine anche lingo il bordo della strada e i giovani germogli sono il cibo preferito di uno strano uccello delle dimensioni del merlo e con i colori della tortora. Beh, questi uccelli sono sociali e si muovono in gruppi di 100-150 esemplari: sono sul bordo della strada e quando arriva un veicolo si alzano tutti insieme solo all'ultimo momento e qualcuno va anche a sbattere addosso al parabrezza. sarebbe n iente se questo non succedesse ad ogni metro e se questi volatili non fossero, e non sto' esagerando, milioni di esemplari!!
Dopo Santiago la strada si inerpica su per le montagne e pochi km prima di San Fernando vengo colto in alta montagna da un bel temporale associato a nuvole basse: tanta acqua, poca visibilita', tanta paura (ma si deve andare avanti lo stesso). Appena entrato in citta', come migliaia di altre volte, vengo accostato da un pick che mi fa' le solite domande: chi sono, da dove vengo, che strana moto e' questa, etc etc . Sono 4 ragazzi di origine italiana che poi mi accompagnano attraverso le vie cittadine fino al San Pedro hostel: di fronte c'e' anche il garage e quindi la sistemazione per la notte e' facilmente trovata.
Sono le 8 di sera, fa' ormai buioi ed ho percorso 857 km; sono ospiti dell'hotel anche 4 ragazzi argentini e due ragazze olandesi: salta fuori la proposta di comprare la carne e farci un asado autogestito, condito con birra locale e un po' di "fernando" (una specie di cocktail con Fernet Branca e Cola: buono ma, come sempre, mi gira la testa...)
LASCIATEMI GUIDARE, SONO UN ITALIANO....
La moto e' stata rimessa a nuovo, gli ultimi ritocchi (Cambio filtro e olio e serraggio viti testa) sono stati effettuati ieri sera e stamattina ancora col buio esco da Corrientes e imbocco il grande ponte sul Parana' che mi porta a Resistencia, la ciita'-gemella sull'altra sponda (la Provincia pero' adesso e' il Chaco, una delle grandi regioni agricole della Repubblica Argentina).
Incrocio ancora (e per l'ultima volta) i motociclisti brasiliani diretti in Cile: fra pochi kilometri loro dirigerannio i loro destrieri verso Salta mentre io andro' a Santiago del Estero. Poi sono solo in un territorio contraddistinto da grandissime Estancia e coltivazioni di soia, cotone, mais; anche in questo caso (e non mi ripeto, sto' solo facendo delle constatazioni) l'italianita' e' palpabile nei nomi delle insegne e delle tabelle lungo
la strada e se gli aerei dei diserbanti usati per la disinfestazione sono di proprieta' di Salvucci, la piu' grande azienda cotoniera che incontro e' dei Vicentini e la rivendita delle macchine agricole e' di Aradori ed infine la grande agenzia assicuratrice e' invece di un certo Pablo Pavan: e' colpa mia?????
Arrivo a Santiago del Estero dopo circa 80 km di una strada infida, in cemento ad una sola carreggiata (e quando si incontra un altro veicolo il piu' piccolo dei due cede il passo e si sposta sulla banchina in sterrato, io sono in moto e quindi sono quasi sempre fuori strada, accidenti) e faccio uin po' fatica a orientarmi in questa citta' polverosa, caotica, con tanto traffico e tanti 'guappi' in strada a fare i bulli...) ma finalmente riesco ad uscirme e dirigermi verso San Fernando del Valle, capoluogo della de Catamarca, bella cittadina dalle molte case coloniali.
Mi sono dimenticato di accennare ad un particolare strano accaduto nel Chaco; probabilmente portate dal vento le sementi del cotone fanno crescere le piantine anche lingo il bordo della strada e i giovani germogli sono il cibo preferito di uno strano uccello delle dimensioni del merlo e con i colori della tortora. Beh, questi uccelli sono sociali e si muovono in gruppi di 100-150 esemplari: sono sul bordo della strada e quando arriva un veicolo si alzano tutti insieme solo all'ultimo momento e qualcuno va anche a sbattere addosso al parabrezza. sarebbe n iente se questo non succedesse ad ogni metro e se questi volatili non fossero, e non sto' esagerando, milioni di esemplari!!
Dopo Santiago la strada si inerpica su per le montagne e pochi km prima di San Fernando vengo colto in alta montagna da un bel temporale associato a nuvole basse: tanta acqua, poca visibilita', tanta paura (ma si deve andare avanti lo stesso). Appena entrato in citta', come migliaia di altre volte, vengo accostato da un pick che mi fa' le solite domande: chi sono, da dove vengo, che strana moto e' questa, etc etc . Sono 4 ragazzi di origine italiana che poi mi accompagnano attraverso le vie cittadine fino al San Pedro hostel: di fronte c'e' anche il garage e quindi la sistemazione per la notte e' facilmente trovata.
Sono le 8 di sera, fa' ormai buioi ed ho percorso 857 km; sono ospiti dell'hotel anche 4 ragazzi argentini e due ragazze olandesi: salta fuori la proposta di comprare la carne e farci un asado autogestito, condito con birra locale e un po' di "fernando" (una specie di cocktail con Fernet Branca e Cola: buono ma, come sempre, mi gira la testa...)
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