diario di viaggio del 24.3.2013
LAVORI STRADALI
L'asprezza e la bellezza di questa costa del nord del Cile sono formidabili;
la ruta nacional n.1 si snoda abbarbicata sulla costa e mi ricorda molto, anche se meno tortuosa, le strade costiere della Corsica che tanto amo. Anche l'inumano lavoro di raccolta delle alghe degli umani che vivono in misere catapecchie di legno e lamiera
ha un che di aspro e bello: strappare al mare quello che puo' dare, combattendo contro la forza dei marosi, l'inclemenza del tempo, la difficolta' dell'operare. Le alghe (che saranno poi messe a seccar e, passate al setaccio,tagliate, vendute alle grandi aziende che le utilizzeranno in cosmetica, in agropecuaria per dar da mangiare agli animali e, ultimamente, anche in dietetica) non sono pero' l'unico prodotto che questi uomini rudi (la maggioranza sono di origine india, difficile vedere dei "bianchi" vivere in queste condizioni...) strappano al mare e alla costa: ci sono anche i pesci, i molluschi ed il "guano", ovvero i sedimenti organici (leggi ..."cacche") che migliaia e migliaia di uccelli marini (sule, pellicani, cormorani, etc etc ) depositano ogni giorno sugli scogli di quasi 2000 km di costa;
sedimenti che per anni, prima dell'avvento della Monsanto ed altri multinazionali con i loro prodotti chimici, fornivano i fertilizzanti per i campi di molte parti del mondo.
Ho gia' detto che quasi tutte le cittadine un po' piu' grandi della costa hanno il loro porto mercantile ma non ho detto cosa caricano;
facile, tutto l'entroterra, il deserto, la precordigliera sono letteralmente "bucherellati" da centinaia e centinaia di "minas" le miniere di cobre (rame) e litio di cui il Cile e' secondo produttore mondiale dopo la vicina Bolivia. Ed ecco spiegati le migliaia di camion e di pick up rossi (sono delle varie compagnie minerarie) che tutti i giorni incontro sul mio cammino.
Quando finalmente dopo Iquique, grande citta' con numerosi grattacieli e zona franca come Punta Arenas nel sud,
abbandono la costa e ritorno nel deserto sono felice perche' altrimenti non sarei mai arrivato per stasera a Arica; la costa infatti mi ha fatto fermare almeno una ventina di volte per le foto (ma sarebbe stato da fermarsi ad ogni curva, ad ogni "caleta" , ad ogni stradina che portava al mare
,ad ogni incontro con uomini ed animali...
Anche l'imnterno ha un suo fascino e ho anche la ventura di fermarmi ad un sito di geoglifi (ex Aura)
con sulla collina un grande sole ed un colibri; poi, un centinaio di km prima di Arica cominciano anche le "cuesta", grandi vallate come enormi canyon da scalare e poi rapidamente ridiscendere a velocita' vertiginose, tanto sono ripide: Chiza, Camarones, Chaca le tre piu' grandi.
Purtroppo lungo i pendii sono in corso lavori di risistemazione delle strade, con brillamento di mine
e relative lunghe attese prima di riaprire il passaggio al traffico; ne approfitto, come sempre, per scambiare qualche parola con una coppia in auto ferma davanti a me: Luis e Teresa sono un infermiere ed un medico di Arica (ma di origine di Valparaiso Lui e di Punta Arenas Lei) di ritortno da una vacanza al sud; chiaccheriamo del viaggio, dei nostri lavori, delle cose della vita e ci scambiamo gli indirizzi. Poi, al momento di ripartire, Teresa mi regala il suo MP3 in ricordo dell'incontro: non so' perche' mi capitano queste cose ma ne sono felice....
Arica e' piu' bella delle ultime citta' attraversate, si respira un'aria diversa,
e l'Hostal Colonial e' bello ed economico; solito giretto serale da solo per le vie del centro e poi aggiornamento sito e a nanna.
Domani cari amici entro in Bolivia, meta di giornata La Paz, e ci entro attraverso il Paso Chungara' che, se e' vero quanto mi ha detto Luis, mi portera' fino a 5200 mt, la massima altitudine a cui sia mai arrivato.WOW!
LAVORI STRADALI
L'asprezza e la bellezza di questa costa del nord del Cile sono formidabili;
la ruta nacional n.1 si snoda abbarbicata sulla costa e mi ricorda molto, anche se meno tortuosa, le strade costiere della Corsica che tanto amo. Anche l'inumano lavoro di raccolta delle alghe degli umani che vivono in misere catapecchie di legno e lamiera
ha un che di aspro e bello: strappare al mare quello che puo' dare, combattendo contro la forza dei marosi, l'inclemenza del tempo, la difficolta' dell'operare. Le alghe (che saranno poi messe a seccar e, passate al setaccio,tagliate, vendute alle grandi aziende che le utilizzeranno in cosmetica, in agropecuaria per dar da mangiare agli animali e, ultimamente, anche in dietetica) non sono pero' l'unico prodotto che questi uomini rudi (la maggioranza sono di origine india, difficile vedere dei "bianchi" vivere in queste condizioni...) strappano al mare e alla costa: ci sono anche i pesci, i molluschi ed il "guano", ovvero i sedimenti organici (leggi ..."cacche") che migliaia e migliaia di uccelli marini (sule, pellicani, cormorani, etc etc ) depositano ogni giorno sugli scogli di quasi 2000 km di costa;
sedimenti che per anni, prima dell'avvento della Monsanto ed altri multinazionali con i loro prodotti chimici, fornivano i fertilizzanti per i campi di molte parti del mondo.
Ho gia' detto che quasi tutte le cittadine un po' piu' grandi della costa hanno il loro porto mercantile ma non ho detto cosa caricano;
facile, tutto l'entroterra, il deserto, la precordigliera sono letteralmente "bucherellati" da centinaia e centinaia di "minas" le miniere di cobre (rame) e litio di cui il Cile e' secondo produttore mondiale dopo la vicina Bolivia. Ed ecco spiegati le migliaia di camion e di pick up rossi (sono delle varie compagnie minerarie) che tutti i giorni incontro sul mio cammino.
Quando finalmente dopo Iquique, grande citta' con numerosi grattacieli e zona franca come Punta Arenas nel sud,
abbandono la costa e ritorno nel deserto sono felice perche' altrimenti non sarei mai arrivato per stasera a Arica; la costa infatti mi ha fatto fermare almeno una ventina di volte per le foto (ma sarebbe stato da fermarsi ad ogni curva, ad ogni "caleta" , ad ogni stradina che portava al mare
,ad ogni incontro con uomini ed animali...
Anche l'imnterno ha un suo fascino e ho anche la ventura di fermarmi ad un sito di geoglifi (ex Aura)
con sulla collina un grande sole ed un colibri; poi, un centinaio di km prima di Arica cominciano anche le "cuesta", grandi vallate come enormi canyon da scalare e poi rapidamente ridiscendere a velocita' vertiginose, tanto sono ripide: Chiza, Camarones, Chaca le tre piu' grandi.
Purtroppo lungo i pendii sono in corso lavori di risistemazione delle strade, con brillamento di mine
e relative lunghe attese prima di riaprire il passaggio al traffico; ne approfitto, come sempre, per scambiare qualche parola con una coppia in auto ferma davanti a me: Luis e Teresa sono un infermiere ed un medico di Arica (ma di origine di Valparaiso Lui e di Punta Arenas Lei) di ritortno da una vacanza al sud; chiaccheriamo del viaggio, dei nostri lavori, delle cose della vita e ci scambiamo gli indirizzi. Poi, al momento di ripartire, Teresa mi regala il suo MP3 in ricordo dell'incontro: non so' perche' mi capitano queste cose ma ne sono felice....
Arica e' piu' bella delle ultime citta' attraversate, si respira un'aria diversa,
e l'Hostal Colonial e' bello ed economico; solito giretto serale da solo per le vie del centro e poi aggiornamento sito e a nanna.
Domani cari amici entro in Bolivia, meta di giornata La Paz, e ci entro attraverso il Paso Chungara' che, se e' vero quanto mi ha detto Luis, mi portera' fino a 5200 mt, la massima altitudine a cui sia mai arrivato.WOW!
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