Motorbike Adventure Team

Motorbike Adventure Team
Motorbike Adventure Team è formato da un gruppo di amici che hanno in comune una grandissima passione per i viaggi, la moto e per l'avventura. Assieme a voi, abbiamo realizzato qualcosa che va oltre l'esperienza personale, per quanto gratificante, di conoscere luoghi e popoli in regioni remote e spesso inaccessibili: far arrivare a quelle popolazioni un aiuto tangibile, non fatto solo di oggetti inutili.

giovedì 30 maggio 2013

AVENUE OF THE GIANTS

diario di viaggio del 29.5.2013
AVENUE OF THE GIANTS

Dopo una settimana passata insieme sulle strade di Alberta, British Columbia, Washington e Oregon, poco dopo essere entrati in California ed al Redwood National Park io e Christian ci separiamo; ad Eureka Lui prende la statale verso east e continuera' fino a Las Vegas (dove arrivera' tra circa tre giorni e dove vive un suo carissimo amico, ma la sua meta finale e' il sudamerica e la Patagonia) ed io invece continuo verso south lungo la statale 101.
Arrivederci caro Christian; Ti auguro di trovare quello che stai cecando e che tutto vada bene fino al raggiungimento della Tua meta; se poi il destino ci fara' reincontrare, in Europa o in qualche strada del mondo .... beh, sara' un gran piacere veramente!!!
Ci salutiamo con una veloce stretta di mano, il piccolo italiano ed il grande tedesco, e poi via.... finora e' stata solo acqua, tanta, come nei 4 giorni precedenti, ma subito dopo la separazione il sole comincia a farsi vedere e larghi squarci di azzurro rompono la monotonia del grigio.
Da quando eravamo entrati nel Redwood National Park (prende il nome dal colore rossastro dei tronchi di sequoia) lunghi tratti sulla costa erano alternati a passaggi all'interno delle colline con passi e valli contornati dagli alti fusti dell'albero piu' alto del mondo; la strada pero' era la 101, una statale percorsa da auto e camion normalmente e non ci rende conto di essere veramente all'interno di un parco.
Dopo la separazione vado comunque molto piu' veloce degli ultimi giorni; viaggio intorno ai 100-110 kmh mentre con Christian mai si superavano gli 80-90 ( e negli ultimi giorni, dopo i problemi alla trasmissione, mai piu' di 70-80); la strada e' diventata a 4 corsie ed il traffico e' diventato piu' intenso; ad un certo momento, quando sono ormai convinto di essere fuori dal parco, compare un cartello sulla destra che indica una deviazione per "Avenue of the Giants" e attirato dal nome decido di prenderla; come nei veri parchi nordamericani dopo poco piu' di un km c'e' un grande cartello con la planimetria e la mappa del sito ed un contenitore con un foglio con tutte le indicazioni di cosa si potra' vedere.
Sono stato fortunato, senza saperlo sono capitato sulla strada lunga una cinquantina di km, dove resistono e sono salvaguardate quasi il 45 % delle sequoia del mondo; sono gli alberi piu' alti e tra i piu' vecchi rappresentanti del mondo vegetale e mediamente quelle del Redwood sono sui 70 mt per 500-600 anni; la stretta strada si snoda tutta lungo l'Eel River e all'interno di una fitta foresta di questi enormi alberi, in certi tratti completamente oscurata dalle alte fronde. Un piacere, anche per la poca gente presente, correre lentamente sull'asfalto contornato di humus e scattare foto e filmare, una sensazione diffusa di grandiosita' e di ringraziamento per godere di questa opportunita'.
Rientro nella Freeway 101 e fatte poche miglia altro cartello che indica "the road thru the tree"; ancora curiosita', un ticket d'ingresso di 3 $ e arrivo al Chandelier Tree, 96 mt d'altezza e (forse) 2400 anni d'eta', l'albero che tante volte avevo visto nelle pubblicita' ma che non sapevo assolutamente dove fosse di preciso, l'albero con la strada che passa in mezzo: anche qui foto ovviamente e tanta gioia dentro al cuore.
Sono a circa 300 km da San Francisco, sono le due del pomeriggio e, anche se non avevo previsto tale eventualita', decido di continuare fino alla citta' del Golden Gate e arrivare fino alla casa di Aldo; attraverso il nord della California con le sue colline ed i suoi boschi, attraverso la Mendocino Valley (altro luogo di coltivazione di vino con una italianita' molto presente nelle Winery che incontro), attraverso Sausalito e arrivo, per la prima volta in moto, al rosso emblema della citta', il Golden Gate illuminato dal sole del tramonto: fantastico!!
 Lo attraverso con le Go Pro in funzione e arrivo, ormai assolutamente pratico della topografia cittadina, in men che non si dica a 32, Wayne Place; Aldo mi accoglie con la solita simpatia e dopo una bella insalata con lattuga, tonno, patatine e salvia, mi addormento stanco e felice sul divano-letto dell'amico sassarese.  

L'AMICO TEDESCO

diario di viaggio del 28.5.2013
L'AMICO TEDESCO

E' ormai il sesto giorno che viaggio in compagnia di Christian Grams, il gigante bavarese con il sidecar BMW, e, come gia' detto in un precedente post, mi trovo bene a percorrere insieme a Lui le strade nordamericane.
Non ci sono problemi ad alzarsi presto, non ci sono perdite di tempo alle stazioni di servizio (solo lo stretto necessario, come piace a me..), non ci sono problemi sulla scelta di dove andare a mangiare (dal ristorante etnico al fast food, alla cena autogestita), si parla tranquillamente nei momenti di sosta e si va anche per ore quando siamo invece in strada: esattamente come piace a me!!
E' chiaro, sono solo sei giorni e tutto si accetta in cosi' poco tempo; so' per esperienza che i problemi vengono fuori dopo un mese o piu' di convivenza giornaliera, ma ... per adesso mi trovo bene!!
No altrettanto, si fa per dire...he he he ...., con la sua moto; non e' passato giorno che la vecchia BMW (il concetto ed il design risalgono addirittura la 1938 ed il motore al 1982) costruita in Cina non ha abbia evidenziato qualche problemino: dall'albero di trasmissione al filo della frizione, dal parafango che si stacca alla sella che si incastra (Christian utilizza un solo sellone triangolare sostenuto da due grossi molloni anteriori), etc etc , ogni giorno dobbiamo fermarci e l'abile germanico provvede ad effettuare le riparazioni del caso: il carrozzino e' come una officina ambulante, con tutti gli attrezzi ed i pezzi di ricambio necessari.
Bisogna dire che e' normale che Christian abbia tutto con se'; sta affrontando infatti un viaggio molto lungo che lo portera' dal Nord al Sudamerica ed il tempo non e' assolutamente importante per Lui: 1, 2, 3 anni, no ha importanza!!!
Ha lavorato negli ultimi 8 anni in una fabbrica tedesca in Cina che produce tettucci in vetroresina per auto, ha guadagnato molto bene (questo lo dice Lui, eh..) ed ora ha deciso di prendersi un po' di tempo per se': come detto ha 33 anni e quando ritornera' decidera' cosa fare della sua vita ...
E' questo un modo di ragionare e decidere tipico del mondo anglosassone e difficilmente comprensibile a quello latino, ma .... non so' chi faccia la scelta migliore. Oppure ognuno fa la scelta a Lui piu' congeniale e non esiste un metodo di vita migliore o peggiore, solo diversi!!
Lasciamo perdere queste elucubrazioni e ritorniamo al nostro viaggio; anche oggi tanta, tanta, diro' di piu' ... tanta pioggia (lo so' lo so' che e' freddo piove anche in Italia ma prendersela tutta in moto per 10-12 ore al giorno non e' proprio il massimo; passiamo per le strade dell"Oregon ed in particolare lungo la costa pacifica che come gia' detto ieri e' una lieta sorpresa; pur con la scarsa visibilita' per la pioggia e le basse nuvole, i paesaggi sono molto belli, accattivanti, e la strada e' realmente godibile (a parte i rifornimenti perdiamo anche oggi la nostra oretta e mezza per una foratura del posteriore del sidecar) passando dal litorale all'interno delle verdi colline, offrendoci spaccati di vita agreste con cavalli bradi, piccole coltivazioni, grandi segherie, alternati alle attivita' marinare di vecchi porti affacciati direttamente sul mare o all'interno di baie che si spingono all'interno anche per chilometri (sembra un po' la Norvegia... e di fatti piuttosto numerosi sono i cognomi ed i locali norvegesi nei piccoli paesini); baie che passimo da una parte all'altra sopra a grandi ponti (curiosamente la maggioranza colorati di verde pallido) in ferro o cemento armato con alte strutture autoportanti.
Vista l'inclemenza del tempo, con la pioggia che continua a scendere senza sosta, decidiamo di fermarci qualche decina di km prima del parco dove dovevamo arrivare (probabilmente poi i costi degli alloggiamenti fuori del parco sono inferiori che non dentro) e cosi' arrivati a Brookings facciamo rifornimento e contattiamo il motel dall'altra parte della strada; il prezzo e' ragionevole, la stanza con due bei grandi letti e una bella doccia e' pulita ed in ordine e cosi' ci fermiamo; la costruzione successiva e' un ristorante mexicano e cosi' non dobbiamo fare molta strada neanche per la cena: una "fiesta tostada" (sorta di insalatona con insalata, pomodoro, pollo posati sopra una bella tortilla tostata e con una bella salsa rosa sopra!!!) con una buona, veramente buona birra scura locale chiudono in bellezza questa piovosa, bagnata, inzuppata giornata "made in USA".

mercoledì 29 maggio 2013

PORCA VACCA LA PIOGGIA!!

diario di viaggio del 26 e 27.5.2013
PORCA VACCA LA PIOGGIA!!

Due giorni di trasferimento attraverso gli stati di Washington (dormito alla periferia sud di Seattle, precisamente a SeaTac) e Oregon (meta di giornata la cittadina di Lincoln City, in un simpatico e originale motel, arredato dal proprietario con tutte le cose strane e vecchie che si possono trovare in un villaggio di pescatori).
Tutte e due le giornata caratterizzate dalla tanta pioggia caduta (e presa dai due motociclisti!!) dal primo all'ultimo kilometro, senza soluzione di continuita'; una pioggia ora fina, minuttisima, ora forte e violenta come quella di un temporale m sempre e solo pioggia.
La strada invece e' cambiata parecchio e quando abbiamo abbandonato la monotona e sempre uguale Interstate 5 (che va dal confine con il Canada giu' giu' fino al confine con il Mexico) ci siamo portati sulla costa lungo la statale 101, una bella strada americana, talvolta a due e talvolta a 4 corsie; la costa dell'Oregon e' una lieta sorpresa, con la foresta che finisce direttamente in mare; col mare che alterna lunghe spiagge deserte ad alte scogliere contornate di isolotti e scogli coperti da verde vegetazione; con pittoreschi paesini di pescatori (le nasse sono dappertutto lungo le strade ...) dove mi pare di vedere dappertutto il simpatico viso della reclame del tonno Nostromo, quello con la cerata gialla, i baffi e la pipa in bocca!!
Passiamo anche per la cittadina di Garibaldi dove le insegne parlano di Garibaldi avenue, di Garibaldi Fishing Store, di Garibaldi Square e fa una certa impressione pensare che un eroe tutto italiano sia cosi' popolare da queste parti.
Se non fosse stato per la pioggia,  per il cielo continuamente coperto  e per le basse nuvole (nelle quali ci troviamo immersi, e completamente bagnati, ogni volta che la strada sale a superare le colline) penso sarebbe stato un paesaggio molto attraente ed i posti penso siano normalmente frequentati da tanti turisti, vista la quantita' di motel e resort che si incontrano lungo la strada.
Resta infine da ricordare l'altra grande ricchezza della zona e cioe' il legname; enormi cataste lungo la strada e soprattutto sul Columbia river (come detto trasportato in grandi "zattere" di migliaia di giganteschi tronchi) lungo il quale si trovano grandi segherie e alti cumuli di segatura che sara' utilizzata per il pellet.

Domani dovremmo arrivare a Redwood National Park dove si trovano, come allo Yosemite, gli esemplari piu' alti del mondo vegetale: le sequoia; speriamo che il tempo sia clemente e ci lasci un po' di respiro; non mi lamento tanto perche' finora in quasi otto mesi devo dire di essere stato fortunato con la pioggia ... ma se non c'e' e' meglio, no??!!   

VANCOUVER

diario di viaggio del 25.5.2013
VANCOUVER

E' sabato, non abbiamo assolutamente niente di importante da fare, stanotte sono arrivati sopra ai nostri letti altri due ragazzi (che ci hanno naturalmente svegliato) e cosi, sia io che Christian, decidiamo di prendercela comoda; facciamo si colazione giu' in cucina ma poi ritorniamo a letto, un po' a dormicchiare e un po' al computer (mail, sito, itinerario dei prossimi giorni su google maps, ricerca di ostelli, etc etc ).
Il ragazzo bavarese e' tifoso di calcio ma incredibilmente non del Bayern ma dello Stuttgard (stoccarda) e mi dice che in Germania o si e' tifosi del Bayern o lo si odia; perche' questa divagazione calcistica? ma perche' oggi c'e' la finale di Champions League a Wembley tra Borussia Dortmund e, appunto, Bayern Monaco e Christian ha cercato su internet un Bar Sport qui a vancouver per poterla vedere.
A wembley si gioca alle 20.45 che qui sono le 11.45 e alle undici noi usciamo in moto per recarci al Manchester Pub dove ci sistemiamo in maniera da poetr vedre bene in almeno 3-4 dei 13 grandi televisori appesi alle pareti; il locale poco a poco si riempie di avventori e alle 11.45 saremo almeno una sessantina a gustarci i piatti preparati sul bancone e contemporaneamente guardarci la partita; sapete tutti che ha vinto il Bayern 2-1 ma e' stata anche un bel match e il tempo e' passato leggero.
Riprendiamo le nostre cavalcature, bagnate dalla leggera pioggerellina che intanto e' venuta e ci facciamo un giro fino alla Stanley Park e alla Jericho Beach, entrambi affollati di gente che passeggia, chiacchera, fa jogging o gira in bicicletta: un tranquillo, normale fine settimana...
Ripassiamo ancora al supermarket perche' anche stasera e'  pastasciutta made in Pistore, stavolta amatriciana : avevamo lasciato le uova in frigo ma qualche furbo ha deciso di cuccarsele e cosi' al bacon aggiungiamo una bella salsa con soffritto di aglio e cipolla e un bel barattolone (qui e' tutto gigante: la confezione minima di uova e' da 12, il latte si vende da 2 lt in su, per prendere due spicchi di aglio abbiamo dovuto comprarne un sacchetto intero, etc etc ) di pomodori pelati ed il gioco e' fatto.
Domani ripartiamo e puntiamo decisamente a sud, verso gli Stati Uniti e la costa pacifica; sono poche decine di kilometri ma c'e' il border da affrontare e li' non si sa' mai cosa aspettarsi; sinceramente spero che tra Canada e USA ci siano rapporti diversi che con il Mexico ma non si puo' mai sapere, cari miei... 

sabato 25 maggio 2013

JERICHO BEACH IN VANCOUVER

diario di viaggio del 24.5.2013
JERICHO BEACH IN VANCOUVER

Partendo dalla fine devo dire che sto' avendo davvero fortuna con gli ostelli; anche oggi sono (anzi siamo, visto che continuo a viaggiare in compagnia di Christian Grams, il motociclista tedesco con il sidecar BMW mezzo cinese e mezzo "made in Germany") arrivato in un gran bel posto, un ostello della Hosteling International situato in un bel palazzo in mezzo al parco di dove prima c'era una base militare, un po' come Presidio a San Francisco.
Ma ritornando a fare un po' d'ordine diciamo che ce la prendiamo comoda e ci gustiamo anche la buona colazione dello Star Lodge Motel, con cereali, fette con burro e marmellata, latte, caffe' .... ma soprattutto dei grandi muffin al cioccolato davvero buoni... e io faccio onore.
Come al solito rifornimento e poi giu' lungo la 1 (la mitica trans canadian) fin poco dopo Hope;fa un freddo boia e soprattutto i guanti (anche se belli pesanti e con i sottoguanti in seta ben infilati) non riescono a mitigare il gelo delle dita; saliamo nuovamente di quota e di  uovo ci troviamo la neve ai lati della strada;  la grande interstatale e ' molto trafficata, con tanti grossi camion, e poi e'...come dire...spersonalizzata, manca di fascino e attrattiva; decidiamo di comune accordo con Christian di prendere una piccola strada "di campagna" e la scelta si rivelera' azzeccata perche' avremo modo di vedere uno spaccato di vita reale, forse un po' campagnola, ma vera.
Le farm sul territorio sono ben tenute e organizzate; si allevano bovini e ovini di diverse razze e le coltivazioni non sono intensive come in altre regioni dell'Alberta o nel vicino Montana ma sono piccoli appezzamenti dedicati soprattutto agli ortaggi e alla frutta (fragole, nocciole, e altro).
Ho anche modo di vedere alcune grandi segherie (il Canada e' il primo produttore al ondo di legname (ma come gia' detto in un precedente viaggio, sono molto abili a non disboscare scelleratamente e una volta tagliata una parte di bosco poi lo lasciano ricrescere per 20-30 senza piu' toccarlo: tecnica imparata dai Veneziani che la applicavano nella "foresta da reme" del Cansiglio).situate lungo il corso del Fraser River e di notare che la fluitazione (il trasporto del legname in grandi zattere di tronchi grezzi legati  e uniti da catene) viene ancora praticata normalmente (da noi invece e' scomparsa da parecchi anni anche nelle zone dell'alto Brenta).
Altro momento duro e "rompente" l'attraversamento di Vancouver, citta' di circa seicento mila anime, che oggi ci riserva una bella dose di traffico e semafori rossi.
E come poteva come poteva concludersi la serata in un ostello cosi' bello? Ma con una carbonara preparata magistralmente dallo chef Maurizio, no ??!!
Beh a parte le battute mi e' venuta abbastanza buona e ...comunqu, Christian ha gradito!! Ciao ciao.

venerdì 24 maggio 2013

CAMBIO ITINERARIO

diario di viaggio del 23.5.2013
CAMBIO ITINERARIO

A Jasper ci si alza presto perche' qui alle 5 il sole e' gia' alto (piu' a nord andiamo e piu' le giornate sono lunghe, oltre il circolo polare lunghissime fino ad arrivare a giugno in cui il sole quasi non tramonta!!); io e Cris viaggeremo insieme anche oggi ed insieme andiamo a fare benzina e colazione nel centro del paesino (circa 7 km dall'ostello in mezzo al bosco dove abbiamo dormito).
L'aria e' fresca e per fortuna ci siamo vestiti bene; dopo aver riempito serbatoi e ... stomaci, partiamo in direzione della nazionale numero 15; siamo fortunati e oltre a godere della magnifica vista e passare sotto alle pendici innevate del Mt. Robson (con i suoi quasi 4000 mt la vetta piu' alta delle Rocky Mountain canadesi) incontriamo lungo la strada, separato da noi solo da un ruscello, un bell'esemplare di Orso Bruno ( un bell'affare di quasi due metri per non so' quanti chili) che ci guarda tranquillamente mentre continua a mangiare radici (secondo me pensa: ma che c...o vogliono da me sti due europei!!!),
Nel corso della mattinata, prima di arrivare alla 15 e seguirla verso sud, avremo modo di vedere castori, Wapiti, molte oche canadesi nei numerosi laghi e laghetti, marmotte, scoiattoli e molti altri tipi di uccelli (che non conosco, ovviamente..)
Sto' viaggiando con Cristian Grams verso sud perche' c'e' un cambiamento importante nel mio itinerario: dal mese di giugno viaggera' con me verso l'Italia anche Aldo Mura (ufficio notarile del Consolato Italiano) e lo fara' con una seconda Quadrotta!!!
Per motivi organizzativi le due Quadro 3D partiranno da San Francisco e quindi materialmente a me non resta il tempo di arrivare fin su in Alasca; da una parte mi spiace veramente non arrivare fino a Prudhoe Bay (ma gli itinerari si possono anche modificare se subentrano esigenze diverse, ovviamente...) ma dall'altra sono elettrizzato di avere un compagno di viaggio, e simpatico come Aldo .... speriamo non sia attratto da tutte le bellezze asiatiche che incontreremo!!!
Nei pressi di Tete Jaune Cache abbandoniamo la 16 (la Yellowhead Highway) e ci immettiamo nella 5 (Southern Yellowhead Highway)  in direzione sud; la meta di giornata e' Kamloops, circa 440 km da Jasper; ci prendiamo della pioggerellina fina che continuera' fino all'arrivo ma insomma non possiamo lamentarci, dai... Pur essendo una strada di grande traffico (ben differente dalla quasi intimistica 16) la 5 e' bella e corre costeggiando le rive del South Thompson River, in mezzo ancora a boschi, laghi, alte cime innevate; ci sono molti camion ma la larga carreggiata, spesso a due corsie per senso di marcia, consente agevoli sorpassi e anche se noi viaggiamo tra gli 80 e i 90 kmh (la vecchia sidecar BMW non consente velocita' superiori) in realta' non creiamo problemi di traffico e possiamo goderci appieno la natura che ci circonda.
Cristian ha 33 anni, un fisico imponente, ha vissuto gli ultimi 8 anni nel Nord della Cina, e li' ha acquistato questo sidecar di 800 cc con motore originale tedesco ma carrozzeria realizzata nella fabbrica della BMW in Cina; ogni tanto ha bisogno di qualche manutenzione (e qui Cris si rivela un ottimo meccanico) ma in compenso ha tanto di quello spazio su cui caricare materiale e attrezzature da far invidia ad un'auto!!!
Arriviamo presto a Kamloops e perdiamo pero' tempo a trovare una sistemazione "non cara": alla fine, dopo3-4 tentativi sui 90 $ ci mettiamo quasi a piangere (si fa per dire...) allo Star Lodge e rimediamo una buona sistemazione in stanza doppia per 65 4, colazione compresa.
Al Superstore facciamo un po' di spesa e mangiamo un buon burger da Weddy's; parlando della imminente finale di Wembley tra Borussia e Bayern (che forse ci vedremo in televisione sabato a Vancouver) la giornata passa ed e' ora di metterci sotto le coperte (qui la notte e' decisamente "freschina").

giovedì 23 maggio 2013

ATHABASCA ICEFIELD

diario di viaggio del 22.5.2013
ATHABASCA ICEFIELD

Non abbiamo molta strada da fare e cosi' con Cris ci troviamo verso le 8 e mezza, colazione gia' digerita.
Facciamo benzina e partiamo alla volta di Jasper, altra perla delle Montagne Rocciose canadesi, al centro dell'omonimo parco; non facciamo in tempo a partire, pronti-via, che pochi kilometri dopo Banff incontriamo un bel maschio di elk o wapiti (cervo canadese) col suo bel palco coperto di peluria; e poi piu' avanti nella giornata orsi neri (beribal), un piccolo orso bruno, oche canadesi, castori, etc etc , insomma una bella varieta' di fauna locale.
Ma quello che lascia veramente senza fiato sono i paesaggi, incredibilmente maestosi; le montagne sono ancora coperte di neve, sono alte e si stagliano nitide contro il cielo azzurro; sotto e' tutto un groviglio di ruscelli e torrenti che spesso sfociano o escono in laghetti verdi e azzurri; in uno di questi si getta il ghiacciaio Athabaska e lo spettacolo offerto e' veramente bellissimo.
Ma e' tutto un susseguirsi di ghiacciai (sono ben sei nel complesso del Columbia Icefields) e picchi innevati ed anche la temperatura si abbassa velocemente e il viaggiare in moto non e' proprio il massimo della comodita', accidenti.
Quando arriviamo a Jasper, molto piu' piccola e piu' ruspante rispetto a Banff la moto di Cris ha un problema al sistema di ammortizzazione ma il bravo tedesco e' anche un meccanico provetto ed il suo sidecar e' attrezzato come una vera officina: in meno di un'ora e' tutto sistemato e possiamo metterci alla ricerca di qualcosa da mangiare( sono gia' le quattro e mezzo) e di un posto per dormire.
Naturalmente troviamo facilmente entrambi e se per la fame ci affidiamo ad una pizzeria di due ragazzi italiani per il dormire non siamo altrettanto fortunati perche' in paese i prezzi sono alti e dobbiamo ritornare indietro di una decina di km verso Whistled Mountain (anche qui gare di coppa del mondo di sky) per un posto in un ostello spartano il giusto, senza acqua corrente e elettricita' limitata: sono 4 ostelli nell'area di Jasper votati al Wilderness.
Domani non so' dove andro'...ci pensero' nel corso della notte!!

PARCHI...FOREVER

diario di viaggio del 21.5.2013
PARCHI ... FOREVER

Ieri attraversando Yellowstone mi ero preso pioggia, grandine, neve; oggi parto con la nebbia, quella nebbia tipica della Valpadana che bagna piu' della pioggia: della serie non facciamoci mancare nulla!!!
La roba che si era asciugata in camera ieri sera adesso e' di nuovo zuppa, ma per fortuna dopo circa 50 km compare il sole ed ho il tempo nel corso della giornata di asciugare al vento caldo dell'Alberta.
Infatti appena passato il confine di Sweetwater la campagna canadese e' calda e ventosa, quasi come in Patagonia; qui pero' alle lande desolate del sud dell'Argentina si sostituiscono immense campagne coltivate, dove ancora stanno lavorando le macchine per la mietitura,  punteggiate di piccoli pozzi petroliferi in continua attivita'.
Per prendere la Transcanadian n. 1 devo entrare in Calgary, grande citta' di oltre un milione di abitanti e treza in Canada dopo Toronto e Vancouver; mi orizzonto abbastanza facilmente e passata la city con i suoi grattacieli giro a Sx sulla 16 ma Avenue e punto diritto verswo ovest e la zona dei parchi delle montagne rocciose canadesi.
La mia meta di giornata e' infatti Banff, un po' la Cortina canadese, se vogliamo, e come la perla delle dolimiti incastonata in paesaggi "alpini" di grande fascino.
Ieri sera avevo visto in internet un ostello e mi fiondo velocemente nel HI Banff; ho cosi' tempo per uscire per le vie cittadine ed assistere allo struscio di signore ingioiellate e giovani in jeans e maniche corte (alla faccia dell'arietta che tira...!!); faccio un po' di spesa in una grocery e poi in ostello per internet vari.
In camerata incontro Cris, tedesco della Baviera che vive pero' in Cina, e che sta' girando l'America del nord col suo sidecar BMW costruito in Cina!!! Chiaccheriamo un po', ci scambiamo informazioni e giudizi e decidiamo, di comune accordo, di partire domani alla volta di Jasper: formiamo una bella coppia perche' lui sara' un metro e 95 e pesera' 120 kg, io un metro e settanta per 67 kg...non male direi!!!

mercoledì 22 maggio 2013

BUONGIORNO SIGNOR RANGER

diario di viaggio del 20.5.2013
BUONGIORNO SIGNOR RANGER

Ebbene si. oggi sono entrato (ed uscito...) dal mitico Yellowstone Park, uno dei parchi piu' famosi del mondo, reso poi particolare dai cartoni animati della Hanna&Barbera che hanno fatto conoscere in tutto il mondo i personaggi di Yoghi, Bubu e il "Signor Ranger" (ogni tanto con Anna mi diverto anche a parlare con la voce di Yoghi "ne hehe").
Prima della partenza da teton Village scatto ancora qualche foto, questa volta le montagne sono illuminate dal sole ed e' tutta un'altra cosa..
Entro subito nel Grand Teton National Park e pago i canonici 20 $ (che serviranno anche come entrata al ben piu' famoso, e collegato, Yellowstone Park); subito dopo la strada diventa sterrata ed e' fantastico correre in mezzo al bosco, solo, tra abeti, betulle, ruscelli, torrenti, laghetti, prati fioriti; intorno a me scoiattoli, marmotte, qualche cervo elk, ed anche un castoro intento a costruire (o rimodernare!!!) la sua casetta nell'acqua. Immagini bucoliche che rinfrancano il cuore!!!
Ritorno su strada asfaltata giusto in tempo per entrare in una grande piana al cui margine occidentale si eleva l'immensa mole del Monte Moran e della catena vicina dei Teton Range, completamente coperti di neve, molto belli stagliati come sono contro un cielo azzurro completamente sgombro da nuvole.
Corro per parecchi kilometri lungo le rive del famoso Snake River, uno dei piu' importanti del West americano, affluente principale del Columbia River, lungo 1735 km, ma qui ancora un torrente o quasi ed entro quasi senza accorgermene nello Yellowstone; qui i ranger hanno effettivamente il cappello rotondo con le 4 fossette e qui la natura e' stata veramente generosa, in tutto; se Yosemite puo' vantare uno flora fantastica (le sequoia sono uno spettacolo difficilmente rivedibile in altre parti del mondo!!!) Yellowstone e' il parco dei contrasti, con bellisime vedute di acqua (laghi, torrenti, ruscelli) alternate da altrettanto belle, colorate e inquietanti vedute di fuoco (con numerossime pozze e geyser di acqua sulfurea che punteggiano tutte le zone del parco) culminanti nei panorami dai mille colori di Mammoth Hot Spring, verso il gate settentrionale. Qui la gente e' numerosa e difficilmente, come mi era successo a Grand Teton, trovo strade o sentieri solitari. L'uscita verso Livingstone mi proietta nel Montana,altro stato che mi ricorda la mia giovinezza e la televisione di quel tempo (i ...meno giovani ... ricorderanno di sicuro la pubblicita' "e vedendo la carne montana che stringo"  etc etc ), che inizialmente e' ancora montagne e laghi ma che, mano a mano che avanzo, si trasforma sempre piu' in basse colline perfettamente coltivate alternate a grandi spazi di pascoli; grandi mandrie di scure vacche punteggiano il panorama e le belle farm sono tutte circondate da grandi macchinari agricoli.
Viaggio tranquillo per un centinaio di kilometri e poi comincia una odissea bella dura, per tre ore sotto una pioggia torrenziale che purtroppo passa il mio antipioggia e mi fa arrivare a Great Falls nel Montana completamente bagnato come un pulcino;
trovo una stanza in un motel e sparo al massimo il riscaldamento per cercare di asciugare al mewglio tutto l'equipaggiamento.
Domani entro in Canada e spero di arrivare fino a Banff, altro famoso parco nazionale, quello di Lake Louise e della coppa del mondo di sci.

lunedì 20 maggio 2013

.LA TERRA DI JOHN DENVER

diario del 19.5.2013
LA TERRA DI JOHN DENVER

Sono solo 490 km ma sono anche, finora, la strada piu' bella che ho incontrato durante il viaggio, piu' bella ancora della Patagonia dal punto di vista paesaggistico (poi la Patagonia ha un coinvolgimento diverso...!!!).
Gia' subito dopo la partenza da Salt Lake City, andando verso il nord dello Utah e abbandonando il Gran Lago Salato, le zone attorno sono molto verdi e attraversate da fiumi grandi e piccoli che scendono dalle montagne ancora coperte di neve; ma e' dopo Brigham City, entrando nelle US 89 che mi accompagnera' fino in Canada, che il mio cuore si apre a landscape fantastici, con foreste, laghi, torrenti, prati verdissimi, piccole fattorie incastonate sui versanti di alte montagne  o nelle piccole radure che ogni tanto si aprono, laghetti creati dai beaver (i castori); sono per me i paesaggi tante volte visti in film o documentari o immaginati ascoltando le canzoni di John Denver che tanto ho amato in gioventu'.
Entrando poi in Idaho e soprattutto Wyoming tutto quanto descritto ha la sua sublimazione e, sebbene la pioggia abbia cominciato a scendere copiosa e le nuvole basse si fermano a coprire le vette imbiancate, tutto il resto attorno rimane inalterato o diventa ancora piu' bello, magico direi per gli incontri con due cervi elk, con un moose ( l'alce, con le sue belle corna) e con un'aquila dalla testa bianca appollaiata su una recinzione. Arrivo a Jackson, la porta di ingresso al Grand Teton National Park e chiedo per un ostello; mi dicono che 10 miglia piu' avanti c'e' Teton Village ed anche un ostello; giro a Sx, seguo la bella e tortuosa strada e arrivo  ad un complesso di residence, appartamenti e belle ville (tutto rigorosamente in legno e pietra), subito al di sotto di un grande complesso sciistico con tanto di cabinovia e piste ancora innevate; tutto e' nuovo e signorile (meglio di Cortina) e mi dico che probabbilmente si sono sbagliati nella indicazione e hanno capito Hotel invece di Hostel; invece eccolo li',  Teton Village Hostel, tutto legno e bellezza, chissa' quanto costera'; entro molto titubante e scettico e mi sento chiedere 20 $ per un posto in dormitorio; la stanza e' bellissima, pulita, spaziosa (solo 4 letti, con bagno e servizi in camera, asciugamani e lenzuola lindi: incredibile, il miglior ostello del viaggio, senza ombra di dubbio.
Che culo ragazzi, che culo; non sapevo neanche che esistesse, su internet non avevo trovato niente e invece...vado a fare un po' di spesa in un market ben servito ma anche caruccio e poi mi concedo una bella doccia (resto diversi minuti sotto il tonificante getto caldo) nel mio piccolo rifugio tra le montagne.
Decisamente l'America (pardon, gli Stati Uniti) mi sta riservando un bel trattamento, quasi mi volesse mostrare la parte migliore di se', ed io ne sono lusingato..
Domani ancora a Nord, sempre lungo la US 89, i parchi delle Montagne Rocciose mi attendono.
Ciao a tutti.

domenica 19 maggio 2013

MORMONI...MA DOVE

diario di viaggio del 18.5.2013
MORMONI ... MA DOVE

Parto prestino e per la prima volta in vita mia mi fermoa far colazione al Mc Donald: spero sia anche l'ultima!!
Viaggio veloce, la Interstate 80 e' veramente una gran strada; sto' attraversando un territorio desertico, come gran parte del Nevada del resto, e solo in lontananza l'orizzonte e' interrotto da alte catene montuose coperte di neve; ieri ho attraversato il Donner Pass a quasi 3000 mt di quota (con ancora gli impianti sciistici in funzione!!!) ed anche oggi vado abbastanza alto, ben oltre i duemila; la temperatura si abbassa ulteriormente ne sono costretto a fermarmi per mettere sottocasco, guanti pesanti e una maglia con le manicxhe lunghe; nonotante tutto ho ancora un po' di freddo e solo quando sono costretto a mettere l'antipioggia per grossi nuvoloni neri che si avvicinano velocemente comincio a stare quasi bene...
La pioggia mi accompagna da Winnemucca in la', ora leggers,ora piu' pesante e ...rompente; dopo il confine con lo Utah comincio a vedere, scendendo dalle montagne, la larga chiazza biancastra del Gran Lago Salato ma anche qui ben presto non vedo piu' nulla per la forte pioggia che mi investe; quasi in vista di Salt Lake City, mancano solo poco piu' di 30 miglia, il tempo mi da tregua, levo l'antipioggia e con un pallido sole entro nella capitale dello stato, nonche' centro della religione mormone (Chiesa di Gesu' Cristo e dei Santi dell'Ultimo giorno). Qui nel 1847 Brigham Young, sfuggendo da Chicago, decise che la sua gente avrebbe avuto una patria e qui sorge il grande Tempio che per loro e' come la nostra San Pietro. Mi immaginavo di trovare ancora tutti vestiti di nero, con i capelli lunghi e le barbe senza baffi ma e' come pensare che gli italiani debbano essere tutti ricci, scuri di carnagione, con i baffi ed il mandolino in mano (ah, gli stereotipi...): naturalmente non e' cosi' ed i mormoni sono gente come tutti gli altri, vestiti e agghindati come tutti gli altri!!!
La citta' ha pochi abitanti, poco meno di duecento mila, ma ha una grande estensione perche' i grattacieli sono pochi e la gente abita quasi esclusivamente in case basse a uno o due piani; e' molto bella, sistemata come e' ai piedi delle montagne e le sue eleganti case e villini hanno tutti il loro bel prato inglese davanti.
Altra particolarita' il municipio e' una copia fedele del Campidoglio americano di Washington ed il centro (Temple Square) si gira davvero in pochi minuti.
Trovo alloggio in un bel e ben organizzato ostello, dove il buon Rodney (originario di Santa Barbara, dove ero solo pochi giorni fa,,,) e' ricco di informazioni e consigli: 18 $ per un posto in dormitorio con colazione, wifi e parcheggio per la moto: qui negli Stati Uniti e' un prezzaccio!!!
Faccio un giro a piedi per il centro ed entro al City Creek, il centro commerciale dove termino la giornata con una bella bistecca ed insalata; al rientro le solite cose su internet.
Buonanotte a tutti.....

ALL THE WAY TO RENO

diario di viaggio del 17.5.2013
ALL THE WAY TO RENO

Non dormo bene e cosi' pure Anna; ci siamo comperati la roba in un supermercato ieri e cosi' stamattina colazione con un buon caffe' italiano (moka Bialetti, ovviamente..), latte, biscotti al burro (li amooooooo..), pane burro e marmellata: dolcissima!!!
Prepariamo le valige e prepariamo noi stessi alla separazione imminente: un lungo abbraccio...e poi via, ognuno verso la sua destinazione: Anna e Luca prendono uno shuttle per l'aereoporto mentre io prima vado a salutare Aldo al Consolato e poi imbocco il Bay Bridge e la Interstate 80 in direzione di Sacramento e Reno; il tempo e' bello e cosi' pure la strada; sembra di viaggiare sul velluto, tanto sono tenute bene queste Interstate americane: da 2 a 3 a 4 corsie per senso di marcia, spartitraffico di almeno 7-8 metri quando non di piu', aree di sosta (rest area) che dire ben tenute e' assolutamente riduttivo); mi fermo in una delle rest area sulle montagne di confine tra California e Nevada e mi mangio un bel po' del formaggio grana portato da Anna; arrivo a Reno, che sarebbe la meta di giornata, che il sole e' ancora alto nel cielo e cosi' decido di continuare per un altro po'; arrivo a Lovelock, Nevada, e dopo aver fatto rifornimento alla locale gas station chiedo di un alloggiamento "cheaper" in citta'; mi indicano un motel in centro (oddio...centro....) dove sono e restero' l'unico cliente'
Il posto pero' e' pulito, ben organizzato e non manca nulla dci quello che serve; senza infamia e senza lode mi accingo a trascorrere la prima notte di questa ennesima ripartenza del All Around The World: sono rimasto fermo a San Francisco per 10 giorni e mi sono un po' impigrito e arrugginito...e anche un po' ingrassato, devo dire (quando sono arrivato ero un figurino; adesso....faccio una bella "figura" ... he he he ....
Domani dovrei arrivare, dicendola in veneto, a Solt Leik Siti in tel Iuta.... speremo ben!!!

GIORNI CALIFORNIANI 2

diairio di viaggio del 16.5.2013
GIORNI CALIFORNIANI 2

Per fortuna non abbiamo comprato il cell; ieri sera parlando con Luca (l'amico sardo di Aldo) abbiamo scoperto che e' solo un problema di operatore italiano e cosi' scopriamo che entrambi i telefoni, il mio e quello di Anna erano in realta' entrambi attivabili: ora sono a posto ed io ho risparmiato 489 $...
Andiamo a fare colazione in uno Starbucks (non mi e' piaciuta per niente, devo dire...) e poi, mentre Luca e Anna vanno a fare compere di regalini da portare in Italia, io mi dedico a sistemare finalmente la moto, operazione che rimando da giorni.
Cambio il filtro dell'aria, cambio con un po' di fatica la cinghia, faccio il cambio dell'olio e del filtro relativo; ora e' tutto a posto e sono veramente pronto a partire.
E' l'ultimo giorno che siamo insieme qui a San Francisco e sia io che Anna sentiamo il dolore per la separazione ormai imminente; per fortuna l'ultima sera la facciamo a casa insieme ad Aldo, a Marco, ad alcuni amici di Aldo; la serata passa tranquuillamente e simpaticamente, tra fave al peperoncino, formaggio delizioso, lasagne al forno, prosciutto e qualche buon bicchiere di vino italiano (non per noi naturalmente che siamo entrambi astemi di vino...).
Domani giorno di partenze e saluti: l'ho gia' detto che non mi piacciono i saluti??

GIORNI CALIFORNIANI

diario di viaggio del 15.5.2013
GIORNI CALIFORNIANI

Dopo aver riaccompagnato a casa Marco a Mission, dall'altra parte della citta' (ed aver quindi scorazzato di notte con Quadrotta per le strade di San Francisco, ormai a mio agio nell'intricato reticolo californiano) ieri sera ho raggiunto Anna nella nuova stanza del Green Tortoise; stamattina non abbiamo cose particolari da fare e quindi ce la prendiamo comoda" colazione con il noistro agio, collegamento internet, chiacchere tra noi.
In tarda mattinata ci rechiamo  da Aldo dove stanotte dormiremo di nuovo tutti insieme nell'appartamento ormai libero e dove incontriamo Luca e Regina, sardo lui e moldava lei, ormai al termine di una vacanza di due settimane tra Arizona, Nevada e California; hanno una bella Dodge a noleggio e con loro ci muoviamo per un ulteriore giro cittadino' La meta principale e' il Golden Gate, il ponte rosso che doveva essere la mia prima meta e che invece, causa la nebbia, non ho ancora attraversato; ci arriviamo da Presidio, il bel sito militare ora trasformato in una suntuosa area residenziale e sede di numerose organizzazioni no profit; lo fotografiamo da sotto e poi con l'auto risaliamo la strada e lo attraversiamo, filmando e fotografando a piu' non posso: dopo tanti e tanti film a cui il Golden Gate faceva da sfondo  attraversarlo di persona un po' di emozione la crea, eh....
Ci ritroviamo al consolato italiano con Aldo e con Lui andiamo a mangiare tutti insieme ad un ristorante vietnamita, devo dire con soddisfazione di tutti, e poi continuiamo il giro per la citta' californiana: la spiaggia, i mulini a vento, il giardino giapponese, il Golden Gate Park. Ritorniamo in Wayne Place  e velocemente io, Anna e Luca andiamo a piedi fino a Matrket Street per comperare un cellulare; dopo lunghe discussioni abbiamo deciso per un Iphone 4, ormai vecchio ma eccezionale per me; dentriamo alla Apple, il prezzo e' molto buono rispetto all'italia ma funziona solo con la mini sim che poi non potrei usare su nessun altro telefono. Rinuncio al cellulare e ritorniamo a North Beach per la cena in un ristorante italiano; salutiamo Luca e Regina (ritornano a Los Angeles da dove prenderanno dopodomani l'aereo per ritornare a casa) e andiamo a letto. Giornata interlocutoria ma vissuta insieme ad Anna .... e le cose, anche le piu' semplici, hanno un altro valore!!

giovedì 16 maggio 2013

EMERGENCY A SAN FRANCISCO

diario di viaggio del 14.5.2013
EMERGENCY A SAN FRANCISCO

Spendiamo 130 $ in 4, compresa una suntuosa colazione con burritos e ogni ben di Dio, e quando alle 7.30 partiamo in direzione ovest verso la citta' siamo satolli e soddisfatti; piccola sosta presso un baracchino per la ormai solita frutta transgenica californiana e poi via in un traffico via via piu' intenso e pesante; sono 4 corsie piene di camion ed automobili "giganti" dove la nostra piccolina deve incunearsi a fatica; dopo Manteca ci sono dei lavori stradali che costringendo i veicoli in due sole corsie creano un gran bel intoppo.
Al ponte Bay Bridge poi c'e' il pedaggio e li' perdiamo venti minuti abbondanti incolonnati e quasi fermi; morale arriviamo a consegnare la macchina all'aereoporto con quasi un'ora di ritardo ed io e Marco dobbiamo far ricorso a tutte le nostre arti "ruffianesche" per riuscire a farci togliere la penale di 40 $ da una simpatica "cicciona" nera.
Rientriamo al Green Tortoise Hostel in BART (la metropilitana di San Francisco), che ci scarica ad Embarcadero e dopo una ventina di minuti su e giu' per le "movimentate" strade cittadine posiamo i bagagli nella nostra stanza; abbiamo solo pochi minuti prima di recarci all'Istituto di Cultura Italiano per incontrare Aldo Mura e preparare l'evento di stasera;  portare le moto su per le scale, preparare foto e filmati da proiettare, preparare il buffet, cambiarci di "abito" (ci mettiamo sia io che Aldo la maglietta di Emergency)
e alle sette, ormai tutto sistemato, siamo pronti ad accogliere gli ospiti; ci avevano detto che ci sarebbero stati personaggi famosi (che non si faranno vedere, invece..) ed il piccolo spazio a disposizione invece di centinaia di persone veramente interessate ad Emergency ed ai suoi progetti ed al viaggio di questo piccolo omino con gli occhiali italiano che sta girando il mondo...
Proiettiamo prima l'ultima versione di Open Hearth, il documentario sul lavoro del Salam Center di Khartoum che ha partecipato alla notte degli Oscar (e nel quale rivedo molte degli amici incontrati ormai sette mesi fa nel corso della mia puntata a Soba) e poi quello realizzato in Etiopia dagli amici Alessandro e Daniele; subito dopo rispondiamo, io ed Eric Talbert (responsabile di Emergency USA), alle molte domande dei presenti (tutti hanno pagato una quota per poter partecipare all'evento) e stringo con calore le molte mani che vengono a congratularsi sia per il viaggio che per l'iniziativa a favore di Emergency.
Sono felice e gratificato per come sono andate le cose: abbiamo raccolto molti soldini ed altri hanno promesso di fare donazioni sostanziose a favore della ONG italiana, abbiamo fatto conoscere la realta' di Gino Strada e del suo lavoro, abbiamo avuto diversi che si sono proposti come volontari per affiancare Eric!! Dobbiamo essere orgogliosi di quanto realizzato.
La serata si chiude con il buffet e cosi' riesco anche a mettere qualcosa sotto i denti; un grazie di cuore a tutti quelli che hanno contribuito alla riuscita di questa serata e soprattutto ad Anna che, non centrando nulla con l'organizzazione, si e' poi passata quasi tutto il tempo in cucina a preparare tartine e tramezzini.

IL GRANDE GRIZZLY


diairio di viaggio del 13.5.2013
IL GRANDE GRIZZLY

Ancora la colazione autogestita (pero' che buona, con i biscotti al burro che io amo tanto, con i dolcetti comprati al market , col caffe', il latte, etc etc ), ancora un trekking (questa volta molto facile e quasi in piano...)  fino alle smeraldine acque del Mirror Lake, che come dice il nome diventa un bellissimo specchio al mattino, riflettendo perfettamente le immagini delle foreste, delle montagne e del cielo circostanti; ancora un passaggio al Visitor Center per restituire le chiavi e collegarci con internet e poi via lungo le belle strade asfaltate del parco, passando sotto alla verticale parete de El Capitan, seguendo il tortuoso  percorso del Tenaya River,  risalendo i tornanti in mezzo al bosco fino ai 3117 metri del Tjoga Pass ancora ammantato di neve e scendendo dall'altra parte fino a Lee Vining, ridente paesino di 390 anime, dove pero' c'e' tutto quello di cui si puo' aver bisogno; e' da poco passato mezzogiorno e decidiamo di fermarci in un piccolo ristorante della cittadina e ordinare una bella bistecca alta due dita con una montagna di patatine fritte, come direbbe Kita Carson (ancora i ricordi giovanili dei personaggi nati dalla fantasia e dalla penna di Benelli e Galeppini).
Lee Vining (il cui nome deriva da quello di due tenenti della fanteria americana che sul finire degli anni 60 dell'800 inseguivano gli indiani Miwok su questi sentieri) e' affaciato sul Mono Lake, grande estensione d'acqua caratterrizzata da incredibili formazioni calcaree che assumono forme e colori diversi nelle varie stagioni; entriamo in un negozio di oggetti tipici della zona, dai mocassini indiani ai grandi Stetson ( i cappelli da Cow Boy), dalle coperte Miwok agli stivali texani in pelle, il tutto a prezzi piu' che buoni; all'uscita Anna si lascia fotografare  tra le braccia di una enorme statua di Grizzly (il gigantesco orso bruno americano) a grandezza naturale e  bisogna dire che fa veramente impressione!!!
Da qui iniziamo tranquillamente il ritorno verso San Francisco e salutati i ranger all'ingresso nord occidentale di Yosemite, percorriamo ancora una quarantina di miglia  verso ovest ed arriviamo a Groveland, 1500 abitanti, dove decidiamo di fermarci per la notte; a Groveland c'e' il piu' vecchio saloon della California (che noi decidiamo di visitare, ovviamente: atmosfera da vecchio film western, con poca luce, mobili in legno grezzo, lungo bancone su cui far scivolare le birre o i whiskeys; ci sono 5-6 piccoli alberghi e c'e anche un ostello dove ci fermiamo a chiedere informazioni.
Il giovane Jacob, motociclista e membro del locale Rotary Club, e' molto simpatico e disponibile e ci fa' veramente un buon prezzo, colazione compresa. Ci sistemiamo nel dormitorio di 8 letti dove siamo noi soli e ci "accampiamo" come fossimo degli zingari, con bagagli sparsi un po' dovunque. Resteremo da soli per pochi minuti perche' poi, come d'incanto, l'ostello si riempira' di ospiti provenienti da tutte le parti del mondo e la preparazione della carbonara decisa per stasera sara' un po', ma solo un po', piu' difficoltosa; l'appetito non ci manca e i quasi due etti a testa spariscono velocemente da sopra la tavola.
Buonanotte a tutti, domani si ritorna a San Francisco.

UPPER YOSEMITE FALLS


diario di viaggio del 11.5.2013
UPPER YOSEMITE FALLS

Nella capanna in legno da 2 posti (ma da noi "italiani" occupata da 4 ... he he he ) ci svegliamo presto tutti; proviamo ad andare al breakfast ma ha prezzi veramente troppo alti e cosi' decidiamo di comune accordo per una "autogestita", comprando solo due belle tazzone di caffe' americano; dopo una bella doccia nei bei e puliti bagni dello spazio comune ci portiamo in auto al Visitor Center della Yosemite Valley per utilizzare la connessione wifi, per prenotare per un'altra notte, per assumere informazioni sui sentieri e sulle attivita' da fare nel parco; siamo proprio al centro di una ampia vallata delimitata dalle ripide pareti rocciose che lo Yosemite Rivere ed il Tenaya River hanno scavato in milioni di anni.
Fantastica poi la parete dello Hal Dome (la mezza guglia) che sovrasta il campo e la nostra capanna sul lato est: sembra proprio di averlo sopra la testa e che da un momento all'altro l'immensa mole possa caderci addosso!! Tutto attorno a noi, ma potremmo dire sopra di noi viste le considerevoli altezze che raggiungono, migliaia, milioni di alberi d'alto fusto, siano essi sequoia o pini, alcune di queste piante ci dicono che hanno secoli di vita e piu' a sud, nel Sequoia National Park, alcuni esemplari raggiungono  e superano i mille anni, risultando tra le piu' vecchie piante del pianeta...
Tra le numerose scelte che abbiamo, alcune facili, altre piu' ardue e poche molto ardue, decidiamo di andare alle Upper Yosemite Falls, le cascate di 785 mt che risultano le piu' alte del Nord America e tra le piu' alte al mondo; ci impiegheremo (tra salire, scendere, restare ad ammirare il paesaggio) oltre sette ore ma .... ne vale veramente la pena; lo spettacolo di questa colonna d'acqua che con fragore "salta" nel vuoto e si frange sulle granitiche rocce di Yosemite, gli arcobaleni illuminati dal sole che si levano sulle minute gocce d'acqua, i "landscape" che possiamo ammirare sia salendo sia una volta arrivati alla sommita', il senso di "immenso" che proviamo nel trovarci soli nel bel mezzo della natura (in realta' ci sono decine di altri che come noi hanno risalito le ripide pareti, ma lo spazio e' talmente ampio che non vediamo nessuno e ci sembra di essere veramente gli unici esseri viventi a beneficiare di tale meraviglia) ci appagano e ci ricambiano alla grande della fatica della lunga salita.
Fatichiamo non poco anche nella discesa e quando verso le cinque del pomeriggio ci ritroviamo al parcheggio dove abbiamo lasciato l'auto siamo veramente stanchi; decidiamo di fermarci al Food Court e, dopo una bella e meritata doccia, ci rifocilliamo con calma alla tavola calda, chi con una pastasciutta, chi con un.insalatona, chi con un buon Philly Burger (hamburger alla maniera di Filadelfia), tutti annaffiati con le free soda (distributori di bibite liberi  dove ognuno, pagato il bicchiere, puo' andare a riempirselo tutte le volte che vuole... e noi ne approfittiamo abbondantemente!!)
Seduti fuori della capanna, nel fresco della magnifica serata stellata, sotto la sovrastante mole dell' Hald Dome, chiacchieriamo rilassati di quanto visto in giornata, delle cose della vita, di sogni da realizzare e ricordi passati; e parlando di progetti futuri decidiamo anche per il futuro prossimo: l'idea e' di muoverci domani all' interno del parco con l'auto, visitare alcuni degli scorci piu' suggestivi e portarci in serata fuori dei confini di Yosemite per essere cosi' piu' vicini a San Francisco e rientrare martedi in tempo per le undici a consegnare l'auto all' AVIS dell'aereoporto.
Ci sembra un buon progetto e stanchi ma felici della giornata appena trascorsa  ci addormentiamo tranquilli nella nostra casetta di legno in mezzo alla foresta.

YOSEMITE PARK

diario di viaggio del 11.5.2013
YOSEMITE PARK

Bella colazione come al solito qui al Green Tortoise Hostel di San Francisco; io e Luca abbiamo dormito profondamente e cosi' pure Anna nel dormitorio femminile; alle 9.30 arriva Aldo e insieme andiamo all'aereoporto internazionale per prendere un.auto, possibilmente ad un prezzo accettabile; sappiamo che la Payless ha i prezzi piu' buoni delle varie compagnie ma quando arriviamo al banco lo troviamo gremito di clienti (non siamo stati gli unici a guardare i prezzi, evidentemente!!) e cosi' decidiamo di recarci a quello dell'AVIS: qualche dollaro in piu' ma professionalita' e un gran bel parco auto.
Decidiamo di prendere una Chevrolet Sonic, piccola ma adatta a noi, con cambio automastico e aria condizionata, bianca di colore e quasi nuova ed espletate le formalita' e pagato con carta di credito ritorniamo all'ostello in Broadway Street dove ci aspettano Anna, Luca e Marco, il volontario di Emergency che ha deciso di prendersi qualche giorno di riposo e visitare insieme a noi il bel parco californiano; salutiamo Aldo, carichiamo (o per meglio dire stracarichiamo...) l'auto e via verso est, prima attraversando il Bay Bridge e poi prendendo la 580 verso Manteca.
E' questa un'altra bella zona agricola della California, paradiso delle fragole, delle ciliegie, delle albicocche, delle arance e non ci facciamo scappare l'occasione per fermarci ad un baracchino lungo la strada e comprarci un po' di buonissime ciliegie; molti anche gli allevamenti di cavalli e le locandine nei paesi attraversati che pubblicizzano i vari rodeo che si terranno in questo mese di maggio.
La strada comincia a salire, sinuosa e larga, tra le colline e le montagne, attraversando piccoli paesini di poche centionaia di anime, con B&B, motel e alberghetti per accogliere gli ospiti che vogliono risparmiare rispetto ai piu' costosi alloggiamenti all'interno del parco.
Paghiamo i 20 $ di ingresso a Yosemite (biglietto valido per entrate e uscite multiple nel corso di una settimana) e ci dirigiamo verso la Yosemite Valley, il cuore amministrativo e logistico dell'intero complesso;
da lontano cominciamo a vedere l'inconfondibile sagoma dell Half Dome, un monolite di granito tagliato a meta', e passiamo sotto all'altrettanto famosa roccia a strapiombo conosciuta come "El Capitan"; seguiamo il corso del torrente e arriviamo al lodge che comincia gia' ad imbrunire; volevamo dormire fuori dei confini del parco ma e' tardi e cerchiamo una sistemazione qui alla Valley; fortuna vuole che sia rimasta una, e una sola, capanna libera ma ha solo due posti: decidiamo immediatamente di comportarci da italiani e di prendere la capanna da due per poi dormirci in 4 (sperando che i ranger non vengano a controllare); con molta circospezione, facendo tattiche su come disporci per dormire (due sul letto e due a terra con i materassini ed i sacchi a pelo), ormai nel buio della notte e con la paura che qualcuno scopra il nostro inganno, apriamo la porta della capanna, accendiamo la luce e .... ci sono due letti matrimoniali doppi, possiamo dormire tranquillamente e senza sensi di colpa!!!
Non abbiamo deciso niente per domani. dopo alzati faremo il punto della situazione e decideremo il da farsi; intanto stanotte dormiamo il sonno dei giusti nella nostra casetta degli orsi.

martedì 14 maggio 2013

PER LE VIE DI SAN FRANCISCO


diario di viaggio del 10.5.2013
PER LE VIE DI SAN FRANCISCO

La stanza doppia dove abbiamo dormito con Anna oggi e' occupata; anche Luca deve lasciare libero il divano-letto a casa di Aldo e quindi tutti e tre stanotte dormiremo in dormitorio al Green Tortoise Hostel; la colazione in ostello e' veramente molto sostanziosa e la prendiamo in un ambiente molto grande, gremito di ospiti.
Ne abbiamo parlato anche con Aldo e abbiamo deciso di restare ancora un giorno a S.F., un po' per non fare le cose affrettate e un po' per fare dei giri per la citta' alla ricerca di electronic devices (telefoni, computer, adattatori, schedine, chiavette flash drive, hard disc etc etc ); entriamo negli store di parecchie compagnie telefoniche e cosi'  impariamo che gli I-Phone (4 e 5) qui costano veramente poco (intorno ai 99 $ ma solo con il contratto americano obbligatorio per due anni e poi non e' possibile usarli in Italia....porcaccia la miseriaccia!!!); che anche gli altri telefoni funzionano solo in USA e che l'unico che ha un contratto free e che potrebbe essere usato anche da noi e' l'Apple, ad un costo di circa 489 $ (che sono comunque molti meno che i 759 euro dell'europa).
Nel nostro peregrinare tra Market Street,  la Terza e la Quarta Strada, la Kearny arriviamo anche alla porta di ingresso alla Chinatown sulla Grant; ritorniamo a casa di Aldo proprio quando arriva anche Lui e dopo un rapido spuntino con pane e formaggio, prendiamo Quadrotta e la V-Strom del sardo ed in 4 andiamo a fare un piccolo giro panoramico per le vie di San Francisco , arrivando anche a scorci panoramici che senza Aldo non avremmo mai visto.
Poi, attraversando un quartiere alquanto "ambiguo" abitato soprattutto da gente di colore (nessuna revanche razzistica, per l'amor del cielo, solo una constatazione...), arriviamo a dei grandi magazzini che vendono un po' di tutto ma soprattutto elettronica; entriamo con la tessera di Aldo e sia noi che Lui ne usciamo con tutto quello di cui necessitavamo.
In serata, congedatici dal nostro anfitrione, ci fermiamo ad un ristorante messicano poco lontano da Broadway e ci concediamo dei Tacos con Coca: grande cena, non c'e' che dire!!!
All'ostello Anna e' in dormitorio femminile con altre 4 ragazze ed io e Luca in una stanza con due letti King Size a castello, insieme a due ragazzi francesi appena tornati da un giro a Yosemite: vento, nuvole, freddo, pioggia, non erano proprio molto contenti anche se hanno detto che il parco e' molto bello....Noi speriamo di essere piu' fortunati, ovviamente.
Domani con Aldo vado a prendere una auto oin aereoporto e poi ...... viaaaaa, Yosemite stiamo arrivando!!

EVENTO AL CONSOLATO ITALIANO

diario di viaggio del 9.5.2013
EVENTO AL CONSOLATO ITALIANO

Siamo a San Francisco, una delle piu' belle citta' anericane (se non la piu' bella in assoluto) e dobbiamo approfittarne per godercela al massimo, naturalmente... Ci avviamo cosi', Anna, Luca ed io, a piedi per le vie di Chinatown, di North Beach, di Nob Hill, di Financial District; scendiamo all'Embarcadero, lungo la baia, e ci portiamo come tutti i turisti (ma ogni tanto e' piacevole anche questo, fare i turisti....l'importante e' non cadere dentro a questo stereotipo e riuscire a vedersi come in un filmato, con occhio critico!!!) ai Pier, i vecchi moli trasformati in Fisherman Warf, un enorme centro commerciale lungo il mare, specchietto per le allodole per uso e consumo esclusivo della schiera di americani e non che arrivano alla citta' del Golden State.
Entriamo anche dentro ad un paio di negozi (primo fra tuttii l primo Hard Rock Cafe',dove compriamo regalini per amici e parenti) e ci facciamo (per la gioia di Anna che lo gusta per la prima volta in vita sua) anche un hot dog per la strada (completo di crauti, senape o ketchup...un'autentica schifezza....he he he ...)
Rientriamo verso le due perche' io devo andare con Aldo in un paio di posti prima dell'evento in serata al Consolato Italiano; Anna e Luca invece continueranno il loro peregrinare per le vie cittadine.
Alle 1.30 arriviamo in moto a Presidio, l'ex base militare di San Francisco, trasformata in un bellissimo parco-giardino, con spazi per le varie ong presenti sul territorio; qui ha sede anche Emergency USA ed incontro Eric Talbert, il responsabile americano, e Marco Penazzi, ragazzo bolognese dalle mille esperienzer, che qui sta lavorando come volontario. Organizziamo rapidamente l'evento di martedi prossimo, scarichiamo foto e filmati, ci facciamo qualche foto assieme e poi con Aldo andiamo alla Dainese dove conosco Shirley, la simpaticissima responsabile,  e dove carichiamo due manichini da utilizzare questa sera per l'evento in consolato.
Poi, recuperati Anna e Luca, andiamo tutti insieme al Consolato per portare dentro le Vespe, le Ducati, la mia Quadrotta e dove prepariamo tutto l'allesdtimento per la serata.
Alle sei cominciano ad arrivare gli ospiti, le signore in abito da sera e ingioiellate, gli uomini in giacca e cravatta; restiamo solo io e Marco con le nostre felpe e le magliette Emergency; ci sono i rappresentatnti USA di molti importanti marchi italiani, dalla Ferrari alla Segafredo, dalla Maserati alla Bialetti, dalla Ducati alla Dainese e poi... ci sono io con Quadrotta e la grande soddisfazione me la da' il Console che si ferma mezz'ora sopra la mia moto e "costringe" tutti gli ospiti a venire a parlare con Lui in questa insolita postazione.
Verso le 9 tutto e' finito; ho avuto parecchi incontri interessanti, ho fatto gli onori di casa per Quadro, ho trovato nuovi  amici, primo fra tutti Marco di Emergency che probabilmente verra'con noi a Yosemite; con Aldo abbiamo sfacchinato parecchio ma siamo contenti per come e' andata: il manichino con il suo abbigliamento ed il suo nome  ha fatto bella mostra di se' ed ora, finita la serata, insieme rerstiamo un po' di piu' per "smontare" il tutto. Domani e' un altro giorno... 

sabato 11 maggio 2013

CINQUE MESI CHE NON CI VEDIAMO

diario di viaggio del 8.5.2013
CINQUE MESI CHE NON CI VEDIAMO

Non ci sono parole per descrivere cosa provano due persone che si vogliono bene e che si ritrovano dopo cinque mesi di lontananza...sono emozioni che arrivano al cuore e inondano come un fiume in piena, riempiono l'animo e rendono magiche tutte le cose attorno.
Aspetto con ansia Aldo che passa a prendermi con una bella Acura (la linea di lusso della Honda) e verso mezzogiorno e mezzo siamo all'International di San Francisco; l'aereo da Francoforte  e' regolarmente atterrato da circa mezz'ora ma Anna (e mio nipote Luca) usciranno solo ben dopo le una: emozione, tanta emozione e...commozione nel lungo abbraccio in cui ci stringiamo!!!!
Durante il ritorno in citta' e all'appartamento che ancora per questa notte utilizzeremo e' un torrente di parole quello che ci scambiamo: come stai, come e ' andata, le impressioni degli ultimi giorni, il viaggio, gli incontri ecc ecc ecc...
I due pontelongani sono partiti alle tre di notte e ora, dopo 18 ore di volo e trasferimenti, sono veramente molto stanchi e crollano uno sul divano e l'altra sul letto; li lasciamo tranquillamente riposare e intanto prepariamo qualcosa (una bella carbonara, come promesso,,) da mangiare; con noi in serata ci sara' anche un'amica italoamericana di Aldo e con Lei arriveranno anche carne, formaggio e vino: proprio una bella cena per festeggiare come si deve l'arrivo della mia cara Anna. Alle dieci siamo gia' tutti cotti e pronti per una bella dormita.....

mercoledì 8 maggio 2013

SARDI D'AMERICA

diario di viaggio del 7.5.2013
SARDI D'AMERICA

Aldo e' di Sassari e vive qui a San Francisco da quasi vent'anni; si sposta per la citta' con una bici servoassistita, caschetto e giubbottino verde fluo; il suo garage e' un autentico "parcheggio" pieno di mezzi a motore o meno di tutti i colori :una Mazda a due posti decapotabile, una MG del 1957, una fiat 500 del 1062, una Suzuki V Strom, una Honda...., una ducati ... e chi piu' ne ha piu' ne metta; e non devo dimenticare scarpe da moto, caschi vari, abbigliamento, etc etc
Come sempre, ormai abitudine ormai radicata, mi alzo prestissimo nell'appartamento sotto a quello di Aldo (di proprieta' di un norvegese che arriva ogni tanto, Aldo glielo gestisce e talvolta affitta; ora e' momentaneamente vuoto e lo utilizzo io) e faccio tutte le cose solite; con la lavasciuga dell'appartamento sistemo anche un po' della mia roba sporca; ho la mattinata quasi libera e mi collego in skype con un bel po' di persone in varie parti del mondo.
Verso mezzogiorno mi vesto da moto, inforco Quadrotta e vado al Consolato Italiano sulla Webster: fantastica abitazione affacciata sulla baia e sul Golden Gate, il mitico rosso ponte all'imboccatura del Pacifico: di fianco al ponte l'isola-prigione di Alcatraz, ormai trasformata in un parco gestito dal National Park Service, oggetto e soggetto di un famoso film con Clint Eastwood. La villa come detto e' molto bella, con scalinate in legno, saloni di rappesentanza ammobiliati in stile, quadri di autori italiani alle pareti, grandi stanze con pavimenti in legno. Aldo e' impegnato nel lavoro con dei cittadini americani e cosi' chiacchero un po' con gli impiegati del Consolato fino all'arrivo di Mauro Bocconi, trentino, laureato alla Bocconi (economia) e con un Master alla Princeton University, Console Generale d'Italia con sede a San Francisco ma giurisdizione anche su Alaska e Isole Hawaii; conversare con il Console e' piacevole, parliamo del viaggio, di Emergency, ma anche della situazione economica mondiale e italiana in particolare. da Lui apprendo anche della morte dell' ambasciatore italiano in Guatemala, Maurizio Benardelli, con il quale avevo avuto contatti nel corso del Mundo Maya 2012.
Al termine deella giornata lavorativa di Aldo incontriamo il suo amico Alessandro, sardo di Cagliari, appassionato fotografo e con lui sulla decapotabile aperta andiamo in giro per la citta' fotografando e filmando (purtroppo il Golden Gate e' avvolto dalla nebbia che scende sempre intorno alle 14.30 e non si vede assolutamente ad un palmo dal naso, peggio della Valpadana in novembre...), anche un passaggio in discesa sulla Lombard, la mitica strada tutta curve inquadrata in centinaia di telefilm americani.
All'entrata del Golden incontriamo anche Alberto, commercialista di Cuglieri ( e dagli con sti sardi, ma quanti ce ne sono qui a S.F.??? da quel he mi dicono loro solo un altro loro amico e poi...la colonia e' terminata!!!), in procinto di trasferirsi a Chicago per lavoro e scelta di vita, che arriva con una rombante Harley Davidson di cui e' innamorato e che ci accompagnera' nel nostro scorazzare.
Prendiamo un buon caffe'-gelato e ci salutiamo, dandoci pero' appuntamento per l'evento con Emergency del 14 maggio all'Istituto di Cultura Italiano.
Terminiamo la giornata andando a prenotare l'ostello per i prossimi giorni (l'appartamento sara' occupato da una signora italiana) e mangiando un bel piatto di noodles vietnamiti con carne.
Domani alle 12.05, provenienti da Francoforte, all'International Airport arrivano Anna e mio nipote Luca e non vedo l'ora di riabbracciare il mio tesoro dopo piu' di cinque mesi di lontananza: iuuuuuuuuuuuuuuuu......

martedì 7 maggio 2013

SAN FRANCISCO: CHE BELLA CITTA'

diario di viaggio del 6.5.2013
SAN FRANCISCO: CHE BELLA CITTA'

E' piovuto tutta la notte e continua a piovere; una pioggerellina fina fina ma continua, che bagna per bene..
C'e' ancora poca luce mattutina quando comincio il carico, il terreno intorno alla moto e' fradicio, forse spingo troppo una cinghia fissare il carico, forse la moto scivola, forse il terreno cede....sta' di fatto che mi cade lateralmente!! Provo a rialzarla ma e' tutta bagnata e non riesco a far presa bene e poi, pesa, porca vacca!!!
Aspetto un quarto d'ora che qualcuno si svegli all'interno dell'ostello e poi mi faccio aiutare a rialzarla: la mattinata e' cominciata proprio bene!!!!
Beh, non preoccupateVi, sara' l'unico inconveniente della giornata, per fortuna. La pioggia continuera' fino ad una sessantina di miglia da San Francisco ma con il mio antipioggia OJ (e' bello fluorescente, mi vedono bene, eh...) corro tranquillo per la bellissima 101. Per arrivare avevo tre possibilita': la 1 che corre proprio lungo la costa e che spesso confluisce proprio sulla 101 ma che richiede veramente troppo tempo, la I-5 che corre all.interno ed e' "spersonalizzata" e la 101 appunto, che sto' percorrendo, e che e' una via di mezzo (in tutti i sensi, e' proprio in mezzo tra 1 e I-5 anche fisicamente...), con parecchi scorci affacciati sulla costa e attraversamento anche della zona delle vigne (San Luis Obispo) e della Silicon Valley (San Jose').
Sono circa 380 miglia tra Santa Barbara e Chinatown a S.F., 380 miglia che passano velocemente tra belle spiagge (anche se dopo aver visto quelle di Costarica, El Salvador e Messico queste sembrano molto meno mitiche di qualche tempo fa), kilometri e kilometri di colline coperte da bei filari di Shiraz e Pinot Noir (veramente incredibile l'estensione delle vigne californiane; e non ho ancora visto la zona a nord di Frisco, la Napa Valley...), belle cittadine incastonate tra le colline, i resti, alcuni ancora molto ben conservati, delle missioni gesuitiche della california; arrivo alla Peninsula affacciata sulla Baia e ritrovo anche qui nomi conosciuti e sentiti decine di volte: Stanford University, San Mateo, Belmont, la sede della NASA.
Non ho GPS e non ho neanche una cartina stradale; sto' andando fidandomi solo del mio senso di orientamento e di quanto visto ieri sera su google maps... he he he ...; ci sono decine e decine di uscite dalla 101, di incroci con altre direzioni, di deviazioni: io continuo sempre dritto verso il Golden Gate e quando ad un certo punto la 101 si interrompe decido di andare verso est e cercare di trovare la Market (Market Street, una delle arterie principali; chiedo indicazioni, arrivo, la seguo fino alla Taylor, svolto a Sx, continuo fino ad incrociare la Pacific, svolto a Dx e tre block a Sx c'e' 32,Wayne Place, la casa di Aldo Mura del Consolato Italiano. Arriviamo quasi contemporaneamente, il tempo di levare il casco, e mi trovo in un appartamento di una casa in legno molto bella, tra China Town ed il quartiere italiano; abbracci, Aldo che guarda Quadrotta, la sua V-Strom mezza smontata in garage, piccola sistemazione e poi via a piedi per le strade della piu' bella citta' degli States...
L'atmosfera di Frisco e' bella, tanta gente per le strade, locali simpatici, cultura che si respira, fantastici scorci; ci fermiamo a mangiare a "Il Pollaio" e poi andiamo in auto, ormai in serata, fin sotto al Golden Gate illuminato; le belle case degli ufficiali dell'ex Presidio Militare (ora vendute o affittate), sentinelle mute affacciate sulla baia, sono l'ultima immagine di questa lunga e bella giornata. 

lunedì 6 maggio 2013

LE ENORMI CITTA' AMERICANE...

diario di viaggio del 5.5.2013
LE ENORMI CITTA' AMERICANE...
Phoenix, capitale dello stato dell'Arizona conta circa 1 milione e mezzo di abitanti (quasi il doppio con le piccole citta' satelliti attorno); Los Angeles, citta' piu' importante della California (ma la capitale e' la "piccola" Sacramento) e seconda piu' grande citta' degli USA, ne conta quasi 4 di milioni (e anche qui raddoppiano con la grande L.A.) ma quello che sorprende in entrambe e' l'enorme estensione territoriale.
Pochi sono i grattacieli o i grandi palazzi, qui la maggior parte della gente vive in casette singole di uno o massimo due piani, molto belle e ben sistemate, la maggior parte con il giradino attorno e spesso senza alcuna recinzione; molto numerosio sono i residence o le case tutte uguali che ognuno poi personalizza con tettoie, garage etc etc .
Entrare e muoversi in questi enormi formicai e' veramente dura e, come nel caso di Los Angeles, impiego oltre due ore per attraversarla da Est ad ovest, arrivando da San Bernardino (con ancora tracce di neve sulle alte vette delle montagne e con migliaia e migliaia di alte torri eoliche giu' nella valle) ed uscendo da Ventura (si, si proprio quella "in the sunshine" cantata dagli America); in mezzo centinaia di "uscite" per i vari quartieri, decine di highway, expressway,parkway, migliaia di automobili (quasi tutte grandi SUV da 3-4 mila cc...), molti i luoghi mitici sentiti nominare decine e decine di volta in gioventu' o alla televisione: Hollywood, Pasadena, Glendale, Beverly Hills, Pepperdine University, Santa Monica e Santa Monica Mountain,Anaheim (dove c'e' Disneyland) etc etc .
Al mattino sono partito dopo una ricchissima colazione al Day Inn e dopo il rifornimento mi sono immesso sulla Interstate 10 west in direzione del pacifico; ho agio di effettuare foto dei panorami circostanti che tanto mi ricordano i fumetti di Tex Willer che amavo leggere anni fa; c'e' un gran caldo e tira anche un discreto vento: dovro' rimpiangerli entrambi piu' avanti...
Il traffico di questa domenica mattina di maggio (a Pontelongo oggi si celebra il voto e sicuramente, come ogni anno dal 1676, sara' stato allestito magistralmente il ponte di barche sul fiume Bacchiglione per il passaggio della statua della Madonna...giusto Almere e Luca!!!) e' consistente ma non caotico e numerosi sono i grandi trucks che si muovono nonostante il giorno festivo; ho da percorrere circa 700 km fino a Santa Barbara e arrivo alle porte di L.A. poco dopo mezzogiorno.
Adesso fa un freddo boia, il cielo e' coperto e cade anche qualche goccia di pioggia ma soprattutto, a cominciare da San Bernardino Valley, tira un vento micidiale e avanzo con Quadrotta tutta inclinata e scossa violentemente da raffiche trasversali piu' violente delle altre; sono 4 corsie per ordine di marcia, e per fortuna,  perche' con tutti gli ondeggiamenti che ho se fosse stata una solo corsia avrei fatto danni!!!
Mi fermo per vestirmi di piu' e successivamente per mettermi l'antipioggia (che mi aiuta anche a scaldarmi un po') e mano a mano che mi avvicino alla meta di giornata apprezzo sempre piu' il fatto che sono riuscito a muovermi in questo dedalo di strade senza un GPS o senza una mappa cartacea (e questa volta anche senza chiedere informazioni alla gente come faccio di solito!!), fidandomi del mio senso di orientamento e ..... ricordando a mente la strada vista ieri su Google Maps...he he he ...
Arrivo al AAE Hostel verso le 4 e mezzo e mi sistemo; stasera mi faccio una bella steak con chips, aggiorno definitivamente il diario di viaggio e mi ficco sotto un bel piumino (si, avete capito bene, sotto il piumino vacca boia, ho ancora i brividi addosso...). Se dio vuole domani si arriva a San Francisco: iuuuuuuuuuuuuu...

ENTRARE IN USA


diario di viaggio del 4.5.2013
ENTRARE IN USA

Le strade in messico si dividono in Libre e Cuota; e' abbastanza ovvio indovinare che le prime non richiedono alcun pedaggio mentre nelle seconde c'e' una "quota" in pesos da pagare all'entrata, non all'uscita come da noi.
Gia' nel 2010 con Alessandro avevo avuto a che fare con le strade cuota che ti levano la sete con l'acqua salata e ieri mi ero anche reso conto che in realta' non si arriva neanche tanto prima; stamattina prendo la strada libre verso il confine e mi ritrovo poi a pagare lo stesso per il pedaggio di un ponte, prima, e poi perche' non esiste altra strada per Nogales e quindi, volenti o nolenti, si deve pagare per forza, porca vacca!!
Sono 260 km e prima delle 10 sono alla frontiera messicana, circa 25 km prima del confine vero e proprio e, espletate velocemente le formalita' di uscita, mi dirigo alla frontiera statunitense; la sorpresa e' che i 25 km sono "cuota" (l'ultimo balzello di questo esoso Messico) ed io, convinto che non ne avessi piu' bisogno, non ho piu' neanche un pesos (e ovviamente si puo' pagare SOLO in efectivo: morale devo tornare indietro, trovare un cajero, prelevare 32 pesos (la commissione e' di 25 pesos!!!!) e ritornare alla "caseta de cobro": tempo e denaro (poco, per la verita') buttati per niente...
Arrivo al border USA e mi metto in fila per il controllo; sette-otto lunghe file di auto e moto (le moto per fortuna possono passare avanti e i camion, centinaia e centinaia, seguono un altro canale, con attese anche di giorni) che ordinate ed in silenzio aspettano di arrivare al casello; qui un agente in assetto da guerra con giubbotto antiproiettile, manette, manganello, colt al cinturone, con molta gentilezza ma anche fermezza Ti sottopone ad un fuoco di fila di domande su provenienza, pendenze penali, importazione di sostanze proibite, uso di droghe ed altre amenita' del genere; poi sono "accompagnato" all'immigrazione dove mi viene rilasciato un permesso valido tre mesi e dove sono schedato con impronte digitali e foto segnaletica: costo 6 $ che non ho  e che mi vengono regalati da una simpatica signora messicana in cambio di una foto con la moto prototipo che sta' facendo il giro del mondo, incredibile... Infine viene controllata tutta la moto con cane antidroga e altro poliziotto che mi apre tutto il bagaglio, tenda compresa...
Posso finalmente uscire ed insieme a Chris, simpatico canadese che sta tornando a Vancouver con la sua BMW F 800 GS dopo un viaggio per tutto il centroamerica fino a Panama, mi fermo ad una gasolinera per il mio primo pieno in terra USA (si paga direttamente con targhetta di credito, senza addetto, oppure si paga preventivamente in ufficio e poi si fa benzina). Riparto ed effettivamente, con tutta la prevenzione che posso nutrire per questa contradditoria societa' americana, si entra in un altro mondo rispetto a quello che ho vissuto in questi 7 mesi: strade fantastiche a doppia corsia per senso di marcia con zona mediana di 10-15 mt curatissima, aree di sosta che sembrano alberghi a 4-5 stelle, paesini di belle casette prefabbricate, citta' enormi dove ogni uscita dalla interstate n. 10 e' un capolavoro ingenieristico di strade sopra o sottoelevate; il parco auto e' di alta qualita' d, essendo sabato, decine e decine di Harley rombano in tutte le direzioni, quasi tutte guidate da classici motociclisti americani con capelli lunghi (spesso brizzolati...he he he ...), tatuaggi, giubbotti in pelle senza maniche e caschi rigorosamenti neri,  quasi mai da soli ma in gruppi piu' o meno numerosi.
Dopo l'entrata da Nogales passo Tucson e mi dirigo per la notte verso Phoenix; sono tutti nomi di farwestiana memoria, anzi dovrei dire di texwilleriana memoria, e ritornano alla memoria sfide e duelli, assalti a treni e banche, scontri con i "musi rossi", paesaggi (quelli si sono ancora gli stessi...) desertici e punteggiati di alti cactus e aride montagne tagliate (le mesa); a Phoenix mi sistemo al Days Inn hotel e vado a mangiare al Mc Donald in Thunderbird Avenue (hai controllato bene Roby, confermi?): domani la tappa e' fino a Los Angeles ma guardando google maps decido di spingermi fino a Santa Barbara e dormire in riva all'oceano.
Luoghi mitici che conosco da precedenti viaggi ma che suscitano in me sempre grandi emozioni; sono orgoglioso di essere arrivato sin qui...e non mi fermo, eh. 

HERMOSILLO...BELLINO


diario di viaggio del 3.5.2013
HERMOSILLO....BELLINO.

No non sto dicendo che Hermosillo e' bellino; bellino e' semplicemente la traduzione letterale del nome della capitale dello stato di Sonora, uno dei principali stati agricoli del Messico.
E' una citta' di 700 mila abitanti e, per quel che ho potuto vedere io, neanche tanto bella; fondata nel 1700 alla confluenza di due fiumi, il San Miguel ed il Sonora, deve il suo attuale nome al generale J.M. Gonzalez Hermosillo, nome che fu cambiato dal 1828 in poi.
Per arrivarci ho percorso le strade secondarie che dalla costa portano verso l'interno dello stato e sono passato attraverso larghe zone coltivate a segale e granturco, il maiz come lo chiamano qui; e' epoca di raccolto e le larghe strade deserte erano percorse quasi esclusivamente dalle grandie mietitrebbiatrici John Deer o New Holland e dai camion addetti al trasporto del prodotto.
Gli uomini portano tutti un largo cappello tipo cow boy americani ma in paglia bianca e mi verrebbe voglia anche di prenderne uno ma il problema sarebbe poi il trasporto perche' sono veramente molto grandi ed io non ho certo lo spazio adatto su Quadrotta; la moto si sta' comportando egregiamente, fila via potente e tranquilla, continuando pero' a consumare un po' troppo olio...
Un'altra cosa che continua, indifferente a climi, etnie,paesaggi, monumenti diversi e' l'attenzione che attira la moto; quando attraverso i paesini sono incredibili gli sguardi di meraviglia che suscita il nostro passaggio; le pattuglie di polizia, esercito, guardia civil che a centinaia ci hanno fermato in questi mesi quasi mai l'hanno fatto per controllare documenti o chiederci qualche gabello (inventato o reale che fosse), sempre era per chiederci che strana moto fosse quella, da dove si veniva e dove si andava (spesso senza che l'interlocutore avesse la benche' minima idea di dove fossero la maggior parte dei paesi menzionati, men che meno l'Italia ...e quando non si sa si dice un bel "ahh..." e si va via...he he he he ).
Sono ormai vicino alla meta di San Francisco, meta nella quale ho importanti incontri ma soprattutto dove ritrovero' dopo 5 mesi la mia amata Anna; non vedo l'ora ovviamente e ogni giorno sono piu' ansioso; domani entro negli states, precisamente in Arizona, e da li' Los Angeles e quindi San Francisco. Ho sacrificato molto del viaggio inizialmente concepito per essere in tempo  qui ma di questo parlero' in altro momento, quello che penso ora e' che nonostante i tanti contrattempi forse ce la faro' e di questo sono, ovviamente, molto contento.
Non mi ero posto obiettivi di tempo in questo viaggio, non avevo prenotato nulla e pensavo che arrivare prima o dopo non avrebbe cambiato poi di molto il mio andare per il mondo; poi c'e' stato questo evento di San Francisco e tutto e' cambiato, ho dovuto correre e correre e correre.....ora sono quasi arrivato e finalmente potro' nuovamente  andare con tranquillita' a vedere e incontrare e conoscere!!

TOPES FOREVER


diario di viaggio del 2.5.2013
TOPES FOREVER

Da quando sono entrato in Messico ho attraversato gli stati del Chiapas, Oaxaca, Jalisco, Michoacan, Nayarit e stasera arrivo in Sinaloa, il piu' pericoloso, quello dove persino le forze di polizia hanno paura ad entrare in determinate zone e villaggi.
Il paesaggio fino ad oggi e' stato abbastanza uniforme, con costa sabbiosa alternata ad alte scogliere, con molto, molto verde formato da foresta tropicale dove cresce con facilita' ogni ben di Dio e dove lungo le strade e' facile fermarsi per un succo di frutta, bere o mangiare del cocco o delle cocadas (sorta di polpette fatte con la pasta del cocco, spesso aromatizzate con la cannella o altre spezie), fermarsi e farsi spiegare dalle signore la frutta e la verdura che si trova ammucchiata sotto alle tettoie.
Nel Sinaloa la vegetazione, il clima, la temperatura cambiano, cominciano i cactus e spariscono le palme e le felci, il suolo comincia ad inaridirsi e le colline sono piu' brulle e deserte, il caldo si fa sentire parecchio ed il passaggio del tropico del Cancro segna nettamente questo cambiamento.
Non cambiano invece i Topes, che il Signore li strafulmini, e a questi si aggiungono adesso anche i "vibradores" sorta di Tole Ondulee artificiali che costringono a bruschi rallentamenti se non si vogliono distruggere molle e ammortizzatori...viaggiare in queste condizioni con Quadrotta e' un vero tormento, ma insomma, andiamo avanti.
Supero i luoghi conosciuti con Alessandro nel 2010 (eravamo arrivati a Mazatlan provenienti dalla Baja California ed avevamo dormito a Tepic) e abbastanza rapidamente, nonostante tutto, arrivo a Culiacan, capitale dello stato; entrando in citta' incontro due poliziotti motociclisti che oltre ad aiutarmi nel trovare un hotel mi mettono anche in guardia sulla pericolosita' della periferia, dove ogni notte c'e' almeno un morto e dove non e' consigliabile muoversi dopo le otto di sera: andiamo bene!!!
Per fortuna io sono a tre quadre dal centro storico di Piazza Oberon ed il California Mar e' un buon albergo, tranquillo e funzionale; anche Jesus, il recepcionist, mi raccomanda molta attenzione nel muovermi in centro e di non andare in periferia dopo le otto: ma porca vacca, dove sono capitato? Io esco comunque a piedi, senza nulla addosso che possa attirare sguardi di malintenzionati e, a parte la poca gente in circolazione col calar del buio, non ho altri problemi.
Domani ultimo giorno in terra messicana e poi gli States...

MALEDETTA VESPA


diario di viaggio del 1.5.2013
MALEDETTA VESPA

Mi addormento sperando di svegliarmi completamente "guarito", senza gonfiori; mi sveglio nel corso della notte e davanti allo specchio mi faccio paura da solo: l'occhio sinistro e' praticamente chiuso e quello destro e' solo un po' piu' aperto, sembro una maschera di Rambaldi (il creatore di E.T.) con mascelle, zigomi e sopraciglie gonfie come una palla. Non posso partire in queste condizioni, la cosa comincia a farsi preoccupante e ....
Decido di andare appena alzato in una farmacia e chiedere un consiglio ed eventualmente un medicinale; c'e' una 24 ore proprio all'angolo ed il gentile dottore, dopo una rapida occhiata, sentenzia "picadura de una avispa" e mi da un antinfiammatorio e antistaminico, due subito e una ogni 6 ore successivamente.
Sono rincuorato e mi fermo ad un OXXO per la colazione e per prendere l'acqua per le pastiglie; riparto dopo una mezz'oretta in direzione della costera che sale lungo le sponde del Pacifico; piu' e piu' volte la strada si affaccia su una costa quasi deserta, con spiagge meravigliose dove vanno a morire le onde lunghe del grande oceano e dove i surfisti vivono il loro sogno in assoluta tranquillita'.
Fino a Puerto Vallarta sono solo 650 km ma ci impiego tutta la giornata perche' i tratti di lunga percorrenza sono veramente pochi, perche' spesso la strada si inerpica con curve e controcurve sui versanti delle verdissime colline e montagne, perche' ci sono tanti, tantissimi villaggi, spesso di poche decine di abitanti, e dove ci sono i villaggi ci sono i maledettissimi "topes", i dossi rallenatatori che sono l'incubo dei guidatori in tutta l'america centrale ma che qui in Messico sono veramente incredibili, a volte alti anche mezzo metro (e non sto' esagerando...).
Il brutto e' che a volte sono segnalati da cartelli e altre invece no e se non sei attento o stai guardando il paesaggio, o un gruppo di campesinos, o fotografando, o....altro corri il rischio di volare letteralmente con moto e tutto; i locali li chiamano l"hombre muerto" e quelli piu' alti sono "el gordo (il grasso) muerto".
Arrivo nel tardo pomeriggio su una brutta strada, tutte buche aperte e tanto traffico, a Puerto Vallarta, cittadina di circa 200 mila abitanti, meta di turisti americani e di vip di hollywood; entrando dalla parte sud del Rio Saule, belle ville affacciate sul mare e circondati da lussureggianti giardini colpiscono l'occhio; l'inoltrarsi poi tra le stradine della parte vecchia fa immergere lo spirito in atmosfere di altri tempi, con i suoni e gli odori tipici dei borghi di mare e le auto e le moto che cedono il passo allo struscio e al lento camminare di turisti e locali.
Domani andandomene attraversero' la Puerto Vallarta nuova, quella dei grandi Hotel e dei centri commerciali, delle enormi navi da crociera norvegesi che "vomitano" migliaia di turisti in un solo giorno e del traffico caotico...ma oggi sono all'Oasis Hostel, votato nel 2010 come il miglior hostel di tutte le americhe ed il gentile Guillermo mi fa sentire come a casa mia, in un ambiente simpatico, molto pulito, arioso; c'e' anche il parcheggio della moto tra vasi di oleandri e felci tropicali: wow...

STATI DEL MESSICO

diario di viaggio del 30.4.2013
STATI DEL MESSICO

Sono entrato dal Chiapas, ho attraversato Oaxaca, Guerrero, Michoacan e passero' anche da Colima, Nayarit, Sinaloa e Sonora; il Messico e', per costituzione, unio stato federale con 31 stati e un Distrito Federal (Ciudad de Mexico, sede del governo e di tutti i poteri). Ogni stato e' sovrano, con proprie leggi che non possono pero' contrastare con le leggi dello stato e con un proprio goverrno ed una propria capitale; il Distrito Federal non e' uno stato ma il luogo dove si concentra il potere e rappresenta tutti gli altri stati.
Attraversare questo territorio mi prendera' sei giorni e questo da' un'idea della dimensione (per l'Italia basterebbe un giorno e mezzo) e della differenza di popolazione, di abitudini, di gusti culinari, di climi, di coltivazioni che ho incontratoi ed incontrero'.
Anche stamattina sono partito presto come al solito e come al solito mi incontro/scontro con una strada bellissima da vedere ma difficile da "guidare", dove si avanza abbastanza lentamente e dove, e ci mancava anche questa, trovo un altro posto di blocco spontaneo della popolazione di un villaggio che protesta per il finanziamento alla scuola che tarda ad arrivare: e via un'altra ora e mezza sotto il sole...
I "topes" ed i "vibradores' sono innumerevoli e se appena appena mi azzardo a guardare il territorio o la gente per la strada puoi stare sicuro che ne becco uno ben mimetizzato e "salto' come un cow boy alla doma di un cavallo selvaggio (tanto per trestare in tema con l'atmosfera rurale di questi luoghi: qui di cavalli e cavalieri ce ne sono molti e tutti col loro bel cappello di paglia bianco tipo cow boy, appunto..).
Porca vacca!!! Alzo un attimo la visiera per mettere a posto gli occhiali e un insetto mi si spiaccica tra occhiali e casco; faccio per levarlo con le dita e in un ultimo singulto di vita mi pianta il pungiglione proprio in mezzo alle sopracciglia: un dolore ma un dolore.... e non so' neanche che insetto sia, accidenti. In breve la fronte, le sopracciglia, le arcate, gli zigomi e tutta la faccia si gonfiano e gli occhi diventano due fessure: mi sembra di essere Mickey Rourke in The Wrestler. Continuo perche' dolore non ne sento ma quando mi guardo sugli specchietti retrovisori mi faccio ribrezzo da solo: non oso immaginare cosa vedono gli altri....
Arrivo a Ciudad Lazaro Cardenas al tramonto, dopo essermi sorbito anche un bel po' di deviazioni in sterrato per l'ampliamento in corso della carreggiata; decido di andare ad un grande centro commerciale che incontro in periferia per prelevare del denaro ad un ATM e per mangiare al vicino Mc Donald: e' la festa del bambino ed entrambi (centro commerciale e Mc Donald) sono letteralmente presi d'assalto da famiglie intere con tanti piccoli (che differenza rispetto all'Italia...) che festeggiano e urlano e corrono e gridano e ... insomma si divertono!!
Mi collego con internet e trovo un alberghetto li' vicino ad un prezzo abbordabile; ha anche il garage e wifi e ci sarebbe anche la colazione ma solo dalle 8 del mattino in poi (per me sarebbe come perdere due ore di viaggio); mi sistemo, rabbocco olio alla moto, mi lavo e me ne vado a letto. La faccia e' sempre piu' gonfia...
Domani altra bella meta da raggiungere: Puerto Vallarta. 

domenica 5 maggio 2013

UNA FAVOLA: PUERTO ESCONDIDO

diario di viaggio del 29.4.2013
UNA FAVOLA: PUERTO ESCONDIDO

Se le cose andassero sempre come vogliamo noi la vita sarebbe molto piu' facile ma anche molto piu' monotona; ci sono invece gli imprevisti, positivi o negativi che siano, a renderla imprevedibile e unica.
In un viaggio poi lungo come questo di imprevisti ne capitano davvero molti e se sul momento quelli negativi Ti mettono al tappeto, so' per ersperienza che poi, al momento dei ricordi, sono quelli che restano piu' vivi e diventano motivo di discussione e riflessione...
Come ho detto ieri arrivo effettivamente alla dogana di Viva Mexico prima delle sette e altrettanto fanno i due addetti di Banjercito; quello che non mi aspetto e' che il funzionario-capo mi neghi l'ingresso in Mexico in quanto non sono dipendente della ditta e quindi non ho diritto a guidare un mezzo non mio; la delega che porto con me non e' valida secondo Lui perche' non e' tradotta in spagnolo (ma solo in inglese) e perche' deve essere autenticata da un notaio: quindi, sempre secondo Lui, devo ritornare in Guatemala, andare da un notaio autorizzato, farmi tradurre e autenticare la delega e poi ritornare in Messico....
Sul momento non so' se mettermi a ridere, prenderlo a pugni o cercare soluzioni; propendo per quest'ultima ipotesi e tento una carta gia' usata in altra frontiera in Cile: fingo di telefonare (tanto il mio cellulare non e' abilitato in Messico) al console italiano e mi faccio dare il nome del funzionario per riferirlo al "Console" italiano' E' incredibile ma funziona anche questa volta e...balbettando mi dice che provera' a chiamare la direzione generale delle dogane a Ciudad de Mexico e sentire se si puo' trovare una soluzione!!!
Ovviamente a Mexico City iniziano alle 8 e cosi' dovro' aspettare un'altra oretta e mezzo per pagare 25 $ (dollari USA) di tassa e 400 $ di deposito (cje mi saranno restituiti all'uscita dal paese).
Alle nove riesco a partire ed i 700 km di strade lente per le tante curve ed i tanti paesi (e quindi, come gia' detto, per i tanti "hombre muerto") che mi separano da Puerto Escondido si fanno sentire sulle braccia, sul collo, sulla schiena; lungo la strada tante bancarelle che vendono frutta, sale (in questa zona lungo la costa ci sono molte saline naturali che l'uomo continua ad utilizzare), miele, formaggi, cesti, mobili in legno artigianali e chi piu' ne ha piu' ne metta.
La meta finale pero' mi appaga di ogni imprevisto e di ogni fatica; la piccola cittadina (oggi conta quasi 30 mila abitanti ma al tempo del film era poco piu' di un villaggio, fondata nel 1928 come centro per l'esportazione del caffe'), famosa tra noi italiani per il bel film, tratto da un libro di Pino Cacucci e realizzato da Gabriele Salvatores con Diego Abatantuono, Claudio Bisio e Valeria Golino, e' oggi una piccola perla incastonata in una costa molto frastagliata, vicino alla famosa Playa Zicoleta meta di surfisti internazionali.
C'e' una parte nuova piuttosto anonima ma la zona vecchia intorno al porticciolo (ancora adesso con le coloratissimi barchette in legno dei pescatori), con le sue stradine pendenti verso il mare, i negozietti di souvenir e pescado, le casette colorate, e' una chicca difficile da dimenticare.
Vado a sistemarmi proprio nel piu' vecchio e conosciuto ostello di Puerto, il Mayflower, affacciato sul porticciolo e inserito in una bella casa con molta atrmosfera; gli ospiti sono provenienti da tutto il mondo, giovani e ....meno giovani ed in stanza con me ci sono John, giovane norvegese che alla domanda se sta' girando il mondo per lavoro o per divertimento mi risponde candidamente che sta' semplicemente "viaggiando", e Cullen, brizzolato ciclista americano che sta' scendendo a sud dall'Oregon a Panama.
In serata esco per le vie cariche dell'odore del mare e respiro a pieni polmoni: sono felice, tutto sommato le cose stanno andando bene, Quadrotta non dimostra di risentire delle fatiche a cui la sottopongo, probabilmente riusciro' ad essere in tempo all'incontro programmato e sto' vedendo cose e incontrando gente uniche. Cosa posso volere di piu'? Beh, che ne dite di una bella carbonara...No, no stavo scherzando, e' solo una battuta.....pero'!!....