Motorbike Adventure Team

Motorbike Adventure Team
Motorbike Adventure Team è formato da un gruppo di amici che hanno in comune una grandissima passione per i viaggi, la moto e per l'avventura. Assieme a voi, abbiamo realizzato qualcosa che va oltre l'esperienza personale, per quanto gratificante, di conoscere luoghi e popoli in regioni remote e spesso inaccessibili: far arrivare a quelle popolazioni un aiuto tangibile, non fatto solo di oggetti inutili.

sabato 29 giugno 2013

NON RACCONTO BALLE

diario del 29.6.2013
NON RACCONTO BALLE

Qualcuno leggendo i vari diari giornalieri potra' pensare che racconto delle balle per attirare l'attenzione; diverse volte sembrava che la situazione fosse critica, che non si riuscisse a venirne fuori e poi, improvvisamente, ecco aprirsi lo spiraglio, uscire il sole ed arrivare  una felice conclusione; ecco, qualcuno potra' pensare che la faccio vedere piu'  brutta di come e' veramente solo per suscitare curiosita' o ...per attirare l'attenzione!!!
No cari amici, io racconto le cose cosi' come le vivo, cerco di trasmettere le sensazioni che io stesso provo nei vari frangenti, di riportare gli stati d'animo che vivo momento per momento, senza aggiungere o togliere niente che non sia realmente vissuto....cerco di farVi capire cosa realmente si prova in certe situazioni, belle o brutte che siano, quando si e' soli e senza aiuti prossimi.
 Potete crederci o no, questo non mi riguarda, e' un Vostro problema!!
Stamattina mandiamo una mail al Consolato Generale e Ambasciata d'Italia a Mosca, spiegando che il nostro visto scade il 6 giugno e ci sara' materialmente impossibile uscire dal territorio della Federazione Russa entro le ore 24 del 6.7.2013, data di scadenza del visto; avevamo gia' comunicato tale eventualita' in una precedente mail del 18.6 (non ricevendone peraltro risposta) ma ci sembra corretto rifar presente la nostra situazione e, magari, sperare in qualche aiuto (tanto sperare non costa nulla!!!); finiamo alcuni lavoretti sulla moto (olio, cannula riflusso olio, etc etc ) e andiamo a far spesa, camminando per le vie di una zona centrale ma popolare: grandi casermoni di epoca sovietica, molte massaie  con borse della spesa, qualche sfaccendato che fuma seduto su vecchie panchine in marmo, mamme con carrozzine....normale vita di un sabato mattina in una cittadina russa della Siberia Orientale (mi pare di non averlo ancora detto ma Irkutsk ha intorno ai 600 mila abitanti ed e' molto estesa perche' le case sono basse e non ci sono veri e propri grattacieli).
Al ritorno andiamo a mangiare in un vicino locale, tipo tavola calda, che serve piatti tradizionali russi e quando ne usciamo troviamo Aleksei che ci aspetta con l'iniettore riparato; e' la terza volta che ci danno una mano per riparare questo benedetto tubicino in plastica e, anche se speranzosi, una sottile vena di scetticismo anima il nostro cuore.
Montiamo il pezzo, proviamo a motore spento girare la chiave (e quindi a mettere in azione la pompa della benzina), proviamo ad accendere e sembra che tutto funzioni alla meglio; in mattinata abbiamo anche provveduto a fare una modifica al sottosella per evitare che possa toccare l'iniettore nel caso si prenda una buca profonda in velocita'; Aldo mette il casco ed esce per le vie cittadine a provare... Ritorna un po' tardino (con enorme preoccupazione da parte mia!!!) ma la riparazione ha retto e domattina partiremo fiduciosi.
le ultime ore le passiamo a sitemare i bagagli nelle varie borse e a controllare su internet la strada ed i racconti di quelli che l'hanno gia' percorsa in moto.
Non sappiamo cosa troveremo domani, che tempo, che fondo stradale; i racconti parlano di anche 300 km di sterrato (Simone Chieregato), avanzamento a 20-25 kmh (Ivano Barazzutti), tappa piu' dura del viaggio (Marco Carucci); noi sappiamo che sono 1060 km, lunghi, con pochi centri abitati, con grandi distanze tra un distributore e l'altro ma soprattutto la nostra preoccupazione e' rivolta alle moto e non al percorso.
Cari amici domattina ripartiamo e, come sempre, speremo ben....

venerdì 28 giugno 2013

MI FUMA LA TESTA

diario di viaggio del 28.6.2013
MI FUMA LA TESTA

Ci svegliamo prestino e la citta' e' sotto una leggera e densa pioggerellina; oggi avremmo deciso di effettuare le necessarie operazioni di sistemazione (controllo filtri, cinghia, situazione generale della moto, riparazione dei tanti piccoli problemini dopo quasi 5000 km e tanti sterrati e buche) sulle due motociclette ma la pioggia che cade fitta ci fa restare in camera qualche momento in piu'; si approfitta di questo momento per spedire mail che chiariscano la situazione nostra e delle moto; le risposte che abbiamo non sono confortanti, tuttaltro... anche alcune delle ipotesi che avevamo avanzato e pensato durante la notte non sono attuabili e la situazione diventa sempre piu' nera.
Praticamente le moto sono ancorate al nostro Visa e se usciamo noi devono uscire anche le moto...in caso contrario saranno applicate le sanzioni e le tasse per importazione illegale di veicolo (e sono migliaia di euro, accidenti..)
Esce uno spiraglio di sole ed usciamo anche noi a lavorare sui nostri tricicli; puliamo e sistemiamo alla meglio le magagne di nuova e vecchia Quadrotta ed incontriamo anche Aleksey, giovane meccanico e motociclista che si offre di provare la riparazione dell'iniettore; non abbiamo niente da perdere e lo lasciamo fare (in serata ci arrivera' una telefonata in cui ci dice di essere riuscito e che domani ci portera' il pezzo sistemato). Rientriamo in ostello (non ci siamo mossi tutto il giorno di qui, purtroppo) e cominciamo a discutere su nuove ipotesi.
L'idea che ne esce e' praticamente questa: appena arriva il pezzo partrire a razzo e correre anche per mille kilometri tutti i giorni, passare Novosibirsk, Omsk. Ekaterinburg, Mosca ed uscire in direzione di Riga con 2-3 giorni di ritardo sulla scadenza del visto, senza alcuna estensione; esperti di cose russe ci hanno detto che non succede in realta' nulla (solo difficolta' nel caso di un nuovo rientro in Russia) e questa ci sembra una buona soluzione; arrivati in Lettonia Aldo lascia la moto e prende un aereo per Bergamo e quindi Alghero, passa 2-3 giorni con i suoi e poi riparte per San Francisco; a Riga arriva con volo da Bergamo (costo 49 euro) Alessandro Biagioni, grande amico di Maurizio, prende la Quadrotta e si ritorna insieme in Italia, con tempi e percorso tutti da decidere insieme, sicuramente con molta calma e tranquillita'.
Maurizio e' entusiasta di questa possibilita' mentre Aldo e' molto piu' titubante, pensa che correre 10 giorni senza soste, anche per 1000 km al giorno, non avere la possibilita' di riposarsi e stare un po' di piu' con i suoi familiari sia parecchio stressante e si valuta la possibilita' di lasciare la moto a Irkutsk in un luogo protetto (magari con l'aiuto di Tatyana del Debut Shoes) per ripassare a prenderla il prossimo anno; sono idee, soluzioni che attraversano le nostre menti...
Spediamo alcune mail per verificare la fattibilita' di questa o quella soluzione; quando avremo le risposte a queste mail il quadro si delineera' piu' completo e prenderemo la decisione definitiva.
Domani e' la giornata, o almeno cosi' speriamo, delle decisioni definitive; forse gia' domenica mattina, se effettivamente la riparazione da esito positivo,  il All Around The World puo' ripartire e questa e' gia' una gran bella cosa...o no???

MA CHI CI VUOLE MALE??!!

diario di viaggio del 27.6.2013
MA CHI CI VUOLE MALE??!!

Ieri sera, nella sfiga di entrare a Irkutsk trainando una moto per 200 km, era comunque arrivata la bella notizia della possibilita' di estensione del visto proprio qui a Irkutsk; Gabriella e la sua segretaria russa Tatyana Garkusha mi avevano dato quasi la certezza e tutta una serie di indirizzi lungo il percorso a cui rivolgersi in caso di necessita'; la vita mi sorrideva ed ero quasi felice, nonostante il grave danno alla moto di Aldo.
Stamattina mi reco in uno dei negozi di Gabriella qui a Irkutsk, il Debut in Karla Marxa Ulitsa, incontro le belle commesse (mi spiace Giorgio ma non potevo fotografarle) e la proprietaria Tatyana  Malik che si offre di farmi da tramite con l'ufficio immigrazione; saliamo nel suo ufficio al terzo piano e la segretaria Evghenja (che parla inglese) chiama e subito dopo mi da' la mazzata: non c'e' niente da fare, l'estensione del visto su Visa Turistico non si puo' fare.
Contatto Gabriella, contatto Tatyana Garkusha, riproviamo con la agenzia di Mosca...niente tutto inutile.
L'unica cosa che ci rimane e' uscire dalla Russia (per dire in Mongolia e qui io devo farmi il visto qui a Irkutsk mentre Aldo col passaporto americano non ne ha bisogno)), chiedere un nuovo visto (tempo e soldi che se ne vanno) e rientrare in territorio russo; il problema a questo punto si pone con Aldo che il 15 luglio deve riprendere servizio al Consolato Italiano di San Francisco, senza possibilita' di proroga; con i tempi di arrivo del pezzo da sostituire (la Quadro lo ha spedito con DHL urgentissimo) previsto per martedi 2 luglio, con il tempo per arrivare in Mongolia, ottenere il visto e ritornare (calcolati circa 8 giorni) non riusciremmo comunque a farcela.
La situazione e' critica ma come sempre (e anche con il Vostro incoraggiamento) non ci abbatiamo e cerchiamo soluzioni; ce ne vengono in mente tante, le valutiamo e poi le scartiamo per i vari problemi collegati; decidiamo di dormirci su e vedere se, come dicono, la notte porta consiglio.
Ho passato quasi tutto il pomeriggio nell'ufficio di Tatyana, solo qualche breve interruzione per prendere la moto, tornare all'ostello e comunicare su skype con Anna e poi ancora in Karla Marxa Ulitsa; ricordo che Aldo e' ancora alloggiato al bel hotel affacciato sulla piazza del Governo e anche qui faccio un paio di puntate (Quadrotta che sfreccia per le vie cittadine e' sempre un gran bel spettacolo e quando e' parcheggiata le fotografie della gente di passaggio si sprecano).
In serata usciamo a piedi a passeggiare per le vie cittadine, ad ammirare le vecchie case di legno lasciate a memoria di come era la vecchia Irkutsk (alcune ancora splendidamente conservate, altre ...molto meno, alcune anche bruciacchiate dal fuoco!!), a farci un hamburger di pollo al Country Chicken, a osservare la notte che cala lentamente sui tetti.
Rientriamo in albergo per effettuare il trasbordo delle cose e della moto di Aldo fino al 490 hostel e salutiamo anche Marcelo e Walter che l'indomani partiranno per la Mongolia; verso le 11.15, con il traffico notevolmente calato rispetto alla giornata, proviamo a muoverci in direzione di Deputatskaya Ulitsa, attraversando tutto il centrocitta'; muovendosi con cautela e cercando di calcolare i tempi riusciamo a trovare i 7 semafori tutti verdi e solamente nel girare a Sx poco prima dell'arrivo alla nostra sistemazione abbiamo un piccolo problema di traino; niente di particolare e quasi ormai a mezzanotte parcheggiamo le due Quadrotte arancioni dietro al palazzo che ci ospitera'; il gentile Alexander e li' ad accoglierci e finalmente possiamo prendere possesso dei nostri letti e buttarcisi sopra: siamo stanchi, un po' sfiduciati, ma la notte porta consiglio e ...domani e' un altro giorno. 

SFIGA MALEDETTA

diario di viaggio del 26.6.2012
SFIGA MALEDETTA

Si riparte in direzione di Irkutsk; la riparazione di Bato' sembra tenere e noi siamo felici; incontriamo altri due motociclisti in senso contrario al nostro, un americano su KTM 690 ed un olandese su BMW 800: un rapido saluto, qualche scambio di impressioni ai margini della strada, e poi via di nuovo col sole in faccia in una radiosa giornata di giugno in siberia. La strada fluisce veloce sotto le nostre ruote, l'asfalto e' buono, il paesaggio, di un verde alpino, con continui saliscendi e' molto bello; arriviamo a costeggiare le rive del lago Bajkal, il piu' profondo del mondo, ed il tempo cambia in peggio col cielo che diventa via via piu' grigio.
Ci fermiamo per benzina e per mangiare qualcosa (io, come sempre solo la mia barretta di cioccolato con succo di frutta, Aldo un bel piatto di zuppa (borsch) ed un po' di carne con verdure) e quando ripartiamo troviamo dei lavori stradali per una decina di km; io avanzo veloce ed Aldo invece un po' piu' lento, con qualche timore per la riparazione; mi fermo appena terminato il tratto ed aspetto... aspetto.... aspetto....Aldo non arriva e allora torno indietro:e' fermo ai lati della strada con le 4 frecce accese: e' il segnale che non avrei mai voluto vedere, e' il segnale che la riparazione non ha retto e siamo di nuovo bloccati,questa volta a 250 km da Ulan Ude e piu' di 200 da Irkutsk!!!!
Siamo scoraggiati, demoralizzati...ma ci riprendiamo subito; attacchiamo il verricello e su una strada improvvisamente infame, con buche profonde ma al tempo stesso difficili da vedere, cominciamo un lento procedere; sono le 5 del pomeriggio, il traffico aumenta mano a mano che ci avviciniamo alla grande citta' la strada si inerpica su per le montagne, con pendenze anche del 14 % che mettono a dura prova la mia Quadrotta (si sale a non piu' di 30 kmh...per fortuna poi ci sono le discese e li' ci sfoghiamo toccando, sempre col cavo in tensione, anche i 94 all'ora), passiamo paesi coi semafori, sperando diventino miracolosamente verdi al nostro passaggio (le ripartenze sono sempre un bel problema...), ci sorbiamo anche un passaggio a livello chiuso, suscitando la curiosita' di automobilisti e camionisti.
Arriviamo alle porte di Irkutsk sotto una bella pioggerellina; sono le 10.30; parcheggiamo la moto rotta e con quella buona entriamo in citta' per cercare un posto dove dormire; incontriamo Marcelo e Walter, i due argentini, parcheggiamo la moto di Aldo (sempre trainandola per le via della citta' per fortuna non ancora al buio) davanti all'albergo dove loro sono alloggiati; Aldo decide di restare a dormire li' mentre Maurizio preferisce andare alla ricerca (da solo e senza mappa stradale della citta') del Hostel 490 (nome avuto da Anna via sms): solamente verso la mezzanotte l'odissea si conclude e ci possiamo concedere un salutare riposo.
E' stata dura, abbiamo un sacco di problemi ma sono anche arrivate delle buone notizie da Gabriella: sembra che sia possibile prendere l'estensione del visto qui da Irkutsk e domani mi rechero' nell'ufficio di uno dei suoi negozi di scarpe sparsi per tutta la Russia: qualche spiraglio di luce si apre e siamo fiduciosi.

mercoledì 26 giugno 2013


BURIATI PEOPLE


Anna dice sempre, santa donna, che da una esperienza che all'inizio sembra negativa, poi si aprono prospettive che la fanno diventare piu' accettabile ed addirittura risulta alla fine una delle esperienze piu' interessanti in u viaggio lungo come questo, di quelle da raccontare agli amici alla sera seduti intorno ad un fuoco con un buon bicchiere in mano.
Stamattina ci siamo alzati con calma e solamente verso le 9.30 ci muoviamo dalla Meridian Gostiniza per recarci con le nostre moto in centro a questa citta' di quasi 400 mila abitanti, oltre il 60% di origine Buriata (popolazione asiatica di origine mongola; da qui vicino parti' Attila con i suoi Unni per arrivare a mettere a ferro e fuoco l'intera Europa): per arrivare a Irkitsk abbiamo "solo" 450 km, una bazzeccola per le nostre abitudini.
Arriviamo alla piazza principale e qui, davanti alla piu' grande testa di Lenin esistente, ci concediamo parecchie foto, sia con la moto che senza, tra gli sguardi curiosi di altri turisti o semplici cittadini di passaggio; con queste foto poi faro felice il mio amico Giorgio che potra' chiedere agli amici: " ma qual'e' la testa di c...o piu' grande"?
Ripartiamo verso le 11 e abbiamo il piccolo primo problema di giornata: nell'attraversare le rotaie del tram Aldo perde l'equilibrio con la moto e cade; si rialza prontamente in mezzo allo sfrecciare delle auto e, verificati che non ci sono danni alla persona e alla moto, si riparte verso il lago Bajkal; incolonnati nel traffico riusciamo ad arrivare alla periferia (non piu' di 4 kilometri dal centro) e ancora la moto di Aldo si ferma: sembra non arrivi benzina.
Leviamo tutto il bagaglio dalle due moto (anche dalla mia perche' gli attrezzi per lavorare sono nel mio sottosella) e verifichiamo il danno; porca vacca e' grave: si e' tranciato di netto il collettore che collega la cannula della benzina all'iniettore; e' in platica e non abbiamo niente con cui riattaccarlo. Si va in cerca di un meccanico e Aldo ritorna con Alexander seduto sul sedile posteriore della mia moto; pulizia delle due parti, loctite, mezz;oretta di attesa e sembra tutto a posto; richiudiamo il tutto e ripartiamo speranzosi verso Irkutsk.
10 km, tanto dura la nostra baldanza...poi nuovamente fermi ai lati della strada, frustrati, annichiliti, sfiduciati; nonostante tutto non ci perdiamo d'animo, via di nuovo tutto il bagaglio, prove e riprove per attaccare il collettore con una fascetta, col fil di ferro, con .... lo sputo: niente da fare, siamo desolatamente fermi e ...soli in mezzo al niente; siamo anche in contatto con sms  (l'unico mezzo qui lontano da tutto) con Roberto alla Quadro ma anche con Lui la situazione appare subito non bellissima: l'unica e' spedire il pezzo di ricambio che potrebbe arrivare in 7 giorni!!! Sette giorni??? Non li abbiamo 7 giorni di tempo, dobbiamo correre altrimenti ci scade il visto russo e ...!!!!????
E' a questo punto che Anna (anche con Lei siamo in contatto con sms) mi ritorna in mente; si ferma un'auto e ne scendono due buriati (il taglio degli occhi non lascia dubbi), Bajr e Bato', che si offrono di aiutarci; siamo un po' sospettosi (in queste lande capita di tutto) ma i due sembrano persone per bene e ascoltiamo i loro consigli; Bajr e' un fiume in piena, parla continuamente e non capendo il suo russo-buriato si fa capire con movimento continuo delle mani e una mimica da morir dal ridere (e' poco piu' alto di me e pesa 140 kg.... nonostante abbia solo 33 anni): Bato' e' piccolino, ha i capelli dritti dei mongoli, e' molto piu' riservato ma e' un meccanico per hobbie e parla un decente inglese.
Dopo un po' in loro compagnia trasciniamo la moto (per la prima volta nel viaggio viene usato il verricello... almeno e' servito a qualcosa e non solo come "decoro") fino al parcheggio di un ristorante buriato per camionisti e qui Bato' effettua la prima di due operazioni: con un bi-componente per plastivca prova a riattaccare il collettore; aspettiamo due ore ma sbagliamo i tempi e alla prova benzina il rimedio non regge; nell'attesa abbiamo assaggiato i Buze, sorte di ravioloni ripieni di carne bovina cotti nel brodo: buonissimi!!
Trasciniamo la moto, sottrraendola agli sgaurdi e alla curiosita' delle decine di persone e camionisti di passaggio, una seconda volta, questa volta verso la casa di Bajr che vuole a tutti i costi ospitarci a casa sua (si rivelera' una delle esperienze piu' incredibili del viaggio.... cara Anna!!!); qui Bato' armeggia con un saldatore e riportando la plastica la fonde ed effettua, forse, il miracolo: il rimedio sembra tenere ma Bato' decide di chiudere il tutto con una bella botta di metallo liquido e domattina vedremo se tutto sara' andato a posto (la prima prova in garage alle due di notte ha dato esito positivo); in cucina intanto Bajr ha preparato, con l'aiuto di Aldo, una soup buriata con spaghetti stracotti, brodo ovviamente, carne e patate, poi frittata con cipolla e finocchietto e salamella tagliata a fettine: incredibile, abbiamo mangiato il tutto con buon appetito!
Dopo mezzanotte i nostri due nuovi amici ci accompagnano per un giro fotografico notturno della citta' (ah, qui il cielo si e' scurito solamente alla mezzanotte e un quarto, eh !!!!) e cosi' vediamo, anche se al buio, quasi tutti i monumenti di Ulan Ude; rientriamo e qui la cosa piu' particolare a cui avremmo mai pensato di partecipare: il rito della "bagna" (banja(, la sauna buriata.
Bajr ci dice che, quasi in ogni casa, un locale in legno viene adibito a sauna, con una gran stufa a legna (di betulla il migliore) su cui viene versata acqua, spesso aromatizzata con birra; entriamo tutti e quattro completamente nudi (incredibile vedere la "panza" di Bajr) e il calore e' davvero insopportabile, con Bajr che getta acqua e birra sulle pietre del pavimento ed in una specie di mantice e la stanzetta che si riempie di vapore aromatico a temperature "mostruose"; cominciamo a sudare copiosamente, un vero lago, e poi fuori nel freddo notturno , sempre completamente nudi; il rito si ripete per tre volte e alla fine una bella doccia, versata con le bacinelle, di acqua tiepida e poi fredda. Siamo completamente rigenerati, incredibile, e il tutto termina con un bel bicchierone di kvas, bevanda ottenuta dalla fermentazione del grano, appena appena alcolica. Fantastica esperienza... e le chiacchere seduti su una panchetta di legno sotto le stelle in un pseudo russo-italian-inglese, con le umoristiche gesticolazioni di Bajr, chiudono perfettamente questa particolare giornata passata in buona parte in compagnia dei nostri due nuovi amici.

CASE BURIATE

diario di viaggio del 24.6.2013
CASE BURIATE

La colazione e' in camera col latte ed i biscotti comprati ieri sera in supermercato; ci siamo alzati alle 7 ma solamente alle nove e mezzo riusciamo a lasciare la citta'; le operazioni di asciugatura hanno richiesto parecchio tempo ed ulteriore tempo spendiamo alla ricerca di una stazione di servizio; troviamo infine la TransBajcalica e lasciamo la strada del Amur; la strada e' bella, anzi bellissima, ma non buona, con un fondo pieno di "corrugations" e tante tante buche  (ci sono anche tratti buoni, ad onor del vero...); siamo pero' in un ambiente che distende l'animo per i colori ed i paesaggi: fiumi sinuosi con i bassi argini bordati di pioppi, verdi distese d'erba punteggiate di fiori gialli, bianchi, fucsia, ameni paesini in legno e mandrie di mucche e pecore al pascolo; scene di reale vita bucolica che non pensavo proprio di trovare in questa parte della Siberia.
Procediamo con tranquillita' e concedendoci molte soste per scattare foto e girare filmati; le auto ed i camion che incrociamo ci suonano sempre per salutare questi due strani "trabiccoli" che percorrono le lande siberiane e per me, ma penso anche per Aldo, e' simpatico osservare le facce e le espressioni di autisti e passeggeri , con la bocca aperta dalla sorpresa e lo sguardo tra il sorpreso ed il sorridente.
Quando poi ci fermiamo per benzina o per mangiare e' sempre un capannello di persone  quello che abbiamo attorno, che in perfetto russo (o almeno cosi' a noi sembra, non capiamo assolutamente niente; solo "acunda", continuamente ripetuto, abbiamo capito che si riferisce alla nazionalita' e rispondiamo prontamente "Italianski"!!!) ci fanno mille domande a  cui spesso non hanno risposta; sembra di essere ancora in africa, con la stessa curiosita' bambinesca e lo stesso reale interesse.
Mano a mano che ci avviciniamo a Ulan Ude (abbiamo circa 570 km da percorrere) il paesaggio diventa sempre piu' "di montagna" ed i paesini non sorgono piu' fuori dalla strada ma proprio lungo il percorso e, soprattutto, diventano bellissimi: tanti colori delle case in legno, ancora piu' lavorate le imposte, molto piu' ben tenute le abitazioni ed i giardini.
Bello, bello, bello.
Anche oggi, sembra incredibile, ma a circa 100 km dalla citta' il clima cambia e stavolta, con basse nuvole grige, invece della pioggia arriva un bel vento gelido, potremmo definirlo Patagonico o forse piu' semplicemente siberiano; un vento trasversale bello forte che rallenta l'andatura e che unito alle salite non rende facile l'avanzare dei due tricicli; i panorami rimangono comunque spettacolari e ci fermiamo piu' di una volta per riprendere montagne verdi che si specchiano su laghi cristallini.
Riusciamo appena in tempo ad arrivare alla periferia della capitale buriata e prendere possesso di una decorosa camera alla Gostiniza Meridian che comincia a piovere (e sempre sotto la pioggia andremo a cenare); le moto pero' vanno sotto una bella tettoia e, almeno speriamo, domani dovremo ritrovarcele asciutte.

Non sappiamo se domattina partiremo verso Irkutsk o verso la Mongolia: molto dipende dalle notizie sulla estensione dei visti che ci arriveranno; sappiamo invece che andremo in centro a Ulan Ude per vedere la famosa testa di Lenin, il monumento diventato il simbolo della citta':  per stanotte ci auguriamo una bella dormiita.

DILUVIO UNIVERSALE

diario di viaggio del 23.6.2013
DILUVIO UNIVERSALE

Abbiamo quasi mille km da fare e ovviamente bisogna alzarsi presto se vogliamo farcela; alle 5 due dei ragazzi russi che hanno dormito in stanza con noi si alzano ed in 10 minuti sono pronti (autisti delle auto dal Giappone a Krasnoyarsk) ed anche noi ci muoviamo a quell'ora; siamo abbastanza bravi e alle 6 siamo pronti nel gran piazzale della Gostiniza dove abbiamo dormito; il tempo e' bello, freschetto a quest'ora (il sole, tramontato alle 23.30 e' sorto intorno alle 4.30 e ancora non scalda l'aria)) ma e' cielo limpido e senza nuvole all'orizzonte; percorriamo i primi km quasi in assenza completa di traffico.
E' questa la parte piu' "selvaggia" e deserta (nel senso di popolazione) della Siberia da noi attraversata; pero' piu' a nord  di qui, nella sconfinata taiga che si estende fin oltre il circolo polare artico, allora la' si che si parla di immense lande senza alcun segno umano e con la natura nella sua espressione piu' autentica; doveva anche essere la piu' difficile come fondo stradale ed invece la M55 si sta' rivelando una lieta sorpresa: probabilmente i russi hanno trovato l'asfalto giusto o sono riusciti a realizzare delle massicciate che possano resistere alle tremende temperature, alla neve, al gelo che spacca tutto; non credo sia facile mantenere in buono stato migliaia e migliaia di km in queste condizioni atmosferiche ed e' per questo che apprezziamo ulteriormente questo bel manto stradale ed il lavoro svolto dall'Amministrazione (non e' pero proprio tutto rose e fiori: qualche tratto di strada brutta o di lavori in corso con dirottamento in sterrato c'e' ancora,eh..)
Dopo Skovorodino la strada sale di quota e le due Quadrotta non hanno vita facile nelle lunghe, quasi sempre dirette, salite lungo i versanti di alte colline coperte di betulle e larici ma e' poi entusiasmante lasciarsi andare a 120-125 kmh delle discese; come detto i centri abitati sono veramente pochi e sempre a qualche centinanio di mt. dalla strada: poche case di legno (spesso male in arnese), con gli scuri in legno lavorato e colorato, gli immancabili pagliai, cataste di legna per riscaldarsi e cucinare, carcasse di mezzi meccanici (auto, bici, trattori, qualche stufa e altro...) abbandonati alle intemperie; comincia a d essere difficile il reperimento della benzina e piu' di una volta siamo costretti a ricorrere alle nostre taniche di riserva, magari anche solo per pochi km!!!
Gran bella giornata comunque dal punto di viusta climatico e arriviamo felicemente a poco piu' di 100 km da Cita. la nostra meta, quando nel breve volgere di pochi minuti tutta cambia con una repentinita' che ci sorprende; neri nuvoloni si addensano sopra le nostre teste e ci fermiamo giusto il tempo di mettere l'antipioggia (solo Maurizio, Aldo decide di rischiare e restarne privo confidando nella velocita' di passaggio del temporale); la curva successiva comincia a piovere, grossi goccioloni che picchiano sonoramente su caschi e visiere; continuiamo ad avanzare, un po' piu' piano ma ancora speditamente; la pioggia ci da' una tregua ma davanti a noi nuvole color pece non annunciano niente di buono; difatti, con la strada che sale ulteriormente e arriva a bucare le nuvole, ecco scatenarsi un'ira di Dio di acqua, forte, cattiva (gia' detto in altro frangente, lo so', lo so'), talmente fitta che si puo' vedere a non oltre 5 metri di distanza, e poi ... e poi la grandine, chicchi di 1 cm che arrivano come missili; molte auto e qualche camion si fermano, i due motociclisti continuano e continuano per oltre 3/4 d'ora in questo inferno che sembra non smettere mai (anche perche' si procede a 20 all'ora).....
Quando la strada scende di altitudine smette la grandine, poi smette anche la pioggia ed anche se il cielo resta coperto riusciamo ad arrivare alla periferia di Cita che sono quasi le 21; siamo in sella da 15 ore e non e' ancora finita; la tremenda acqua caduta anche su questa citta' di quasi 300 mila abitanti ha riempito i tombini, portato a valle torrenti di fango e le vie cittadine sono in tilt: lunghi serpentoni dipendolari che tornano a casa intasano le strade allagate (passiamo su "pozzanghere" di acqua e fango anche di 300 mt) e ci muoviamo con destrezza in mezzo alle due carreggiate, rischiando piu' volte di cadere o scivolare; solamente dopo un'altra mezz'ora troviamo alla periferia una locanda (gostiniza) nuova, ben messa e, anche se il prezzo e' alto (2800 rubli la camera da due, quasi 35 euro a testa, accidenti...) decidiamo di fermarci e finalmente riposarci.
Aldo, senza l'antipioggia e' completamente fradicio, fino alle mutande, ed anche Maurizio, con la tremenda acqua penetrata dappertutto, e' bello (si fa per dire...) bagnaticcio; una doccia calda e' quello che ci vuole per ristorarci e tirarci su il morale e nonostante tutto, anche se effettivamente stanchi, ci diamo un bel cinque, rendendoci conto che siamo stati bravi e temerari a superare una prova ostica e con sorpresa finale di cui avremmo fatto volentieri a meno.

Abbiamo solo qualche ora per riposare; domani si riparte verso lacapitale della Repubblica Autonoma dei Buriati: Ulan Ude ci aspetta!! 

domenica 23 giugno 2013

CAVOLAIE

diario di viaggio del 22.6.2013
CAVOLAIE

La Siberia vera, quella dei magnifici colori, dei contrasti cromatici ci appare oggi, in una splendida giornata di sole, dal primo all'ultimo minuto; per la prima volta da quando siamo in Russia non prendiamo neanche una goccia di pioggia e direi che fa decisamente caldo, anche alle 8 del mattino quando partiamo.
In stanza con noi (siamo in 4 nell'albergo dove ci siamo fermati ieri sera a Belogorsk) ci sono un biondo ragazzotto russo che non dice una parola che sia una e Mustafa, azero di Baku, un condensato di simpatia, energia, vitalita'; durante la notte russa in una maniera stranissima, sincopata, e al mattino non facciamo in tempo a svegliarci che ci offre il caffe' (gia' ben zuccherato e bollente... ma buono), i biscotti, ci racconta di se', ci chiede di noi ... insomma non  sta' zitto un secondo; resta con noi anche per il carico della moto (e controlla ogni fase!!!) e poi un attimo prima della partenza scappa al supermercato e ne ritorna con due scatolette di carne in scatola enormi ed un carre' di pane nero: lo ringraziamo calorosamente e ci facciamo 2-3 foto con Lui. Ancora una volta una bella persona incontrata in questo viaggio!!!
Copriamo velocemente i 15 km che separano Belogorsk dalla importante Strada del Amur e iniziamo a percorrere quello che doveva essere uno dei pezzi piu' difficili del viaggio; incredibilmente e' la migliore strada di questi tre giorni siberiani, inserita in un bell'ambiente fatto di steppa, taiga, laghi, alternati tra loro, tanta acqua (ieri abbiamo passato l'Amur e oggi la Semencza e lo Zaja) e poco traffico, lunghi rettilinei e parecchi up & down; passando accanto a uno dei tanti villaggi decidiamo di imboccare la strada sterrata che porta fin sulla soglia delle case in legno con gli scuri lavorati e colorati; incontriamo ragazzi curiosi e donne col fazzolettone in testa e lunghe gonne scure; ci si muove ancora coi cavalli e le impronte dei loro zoccoli sono ben visibili nelle stradine di terra battuta: Siberia autentica.
Lungo la strada incrociamo parecchi camion e molte auto senza targa e col cofano protetto da nastro adesivo bianco (abbiamo gia' detto che vanno a prenderle in Giappone e poi le smerciano un po' in tutta la Russia); incrociamo anche un bel pullman fuoristrada su meccanica KAMAZ (i leggendari camion russi dominatori da sempre della Parigi-Dakar prima e della Dakar ora) ed una vecchissima UAZ con l'insegna degli zar sulle portiere.
Avevo gia’ fatto un incontro simile con Alessandro Biagioni in Messico: una collina dove vanno a riprodursi milioni e milioni di farfalle Vanessa;  oggi invece sono milioni e milioni di farfalle bianche  che credo siano le cavolaie, le normalissime farfalle che troviamo anche nei nostri prati, solo che qui sono un muro bianco di qualche kilometro che si spiaccica sui caschi, sui fari, sui cupolini, sulla carrozzeria (e naturalmente anche di auto e camión che transitano…) lordando tutto di una poltiglietta gialla che e’ poi difficle da tirare via: vabbe’, non mi lamento dai, era solo per farVi capire….

Decidiamo di fermarci pochi km prima di Skovorodino in un albergo con ristorante lungo la strada; spenderemo 15 euro per dormire e 5 euro per mangiare e riusciremo dopo diversi giorni anche a lavare un po' di roba e fare le cose con calma; andiamo a letto presto e domani, su idea di Aldo, proveremo ad alzarci presto e percorrere i quasi 1000 km che ci separano da Chita (con me sfonda una porta aperta con questa proposta, lo sapete....) e cercare di recuperare quindi uno dei due giorni persi a Vladivostok; non sara' facile, soprattutto se incontreremo molti lavori stradali a rallentarci ma... ci proviamo. Voi... fate il tifo per noi mi raccomando!!!!    

LA SIBERIA ... PARTE SECONDA

diario di viaggio del 21.6.2013
SIBERIA...SECONDA PARTE

Takumi e Calvin (loro sono giovani!!!) decidono di restare a Habarovsk un altro giorno per riposarsi ed i due vecchietti, in una splendida mattinata di sole, si alzano, fanno colazione, caricano le moto e partono in direzione ovest; ancora una volta mi stupisco della nostra capacita' di uscire da una grande citta' quasi senza indicazioni; passiamo davanti ad un grande Kremlino con le cupole d'ora e svoltiamo a sinistra seguendo finalmente le indicazioni stradali per Birobidzian, citta' a 176 km da Habarovsk.
Oggi e' un altro giorno e il sole, il riposo notturno, il traffico minore, la bellezza della natura, i vividi colori ci rendono felici; incontreremo ancora lavori stradali (anche 25 km di seguito fuori strada, a volte piu' facili a volte piu' duri) , almeno una decina di interruzioni, ma il bel tempo ce li fa affrontare in maniera diversa; siamo solo due e la velocita; di trasferimento ci guadagna (ehi, non e' che viaggiamo tanto piu; veloci ma ci sono meno soste con perdite di tempo); la natura attorno e' di un bel verde vivo, molte betulle, grandi distese steppose di erba verde, un cielo di un azzurro incredibili interotto di tanto in tanto da cirri e nembi biancastri....una meraviglia.
Ci fermiamo a fotografarci davanti ad un enorme monumento che indica MOsca - Vladivostok e ... con noi vengono a fotografarsi anche due poliziotti dai pomelli rossi e la gran "panza" (siccome avevamo fatto una inversione U per il monumento avevamo paura fossero venuti per una multa....ed invece!!!); siamo felici ed e' con questo sentimento che affrontiamo anche questo lungo trasferimento; perche' 700 km percorsi sempre a 100 all'ora, con pause ogni 200 km per il rifornimento, qualche "pisciatina" dietro un albero, due-tre soste per gli zuccheri di Aldo, i lunghi lavori stradali che fanno perdere tanto tempo, fanno slittare di molto l'ora dell'arrivo e solamente verso le 9 di sera abbandoniamo la M58 per i 13 km finali che ci portano a Belogorsk: siamo nella Siberia di Stalin, grandi palazzoni rettangolari tenuti non proprio benissimo, la grande piazza col monumento ai caduti, molto verde (e tanti, tantissimi pioppi che riempiono l'aria dei "piumini bianchi" che volano e si posano ovunque..), parecchia gente nelle strade al tramonto di questa giornata.
Troviamo un decoroso albergo (pulito e ben tenuto ma il personale non proprio educato che non parla una, dico una parola diversa dal russo) e usciamo dopo la doccia per una pizza (si si avete capito bene, una pizza...e non perche ' ne avevamo voglia ma perche' non abbiamo trovato altro, accidenti!!!)e ci fiondiamo a letto: siamo stanchi e abbiamo poco tempo per la vita sociale.

In questi giorni stiamo anche tentando, con il prezioso aiuto di gabriella, di ottenere l'estensione del visto mafino a quando non abbiamo notizie dobbiamo correre tutti i giorni per cercare di arrivare il piu' avanti possibile. Domani comincia il tratto di strada dura (da quel che sappiamo) che in circa 1700 km ci portera' a Chita: come sempre speriamo  bene....

LA SIBERIA ... PRIMA PARTE

diario di viaggio del 20.6.2013
LA SIBERIA....PRIMA PARTE

Ou, ragazzi, siamo in Russia, siamo in Siberia, ce l.abbiamo fatta!!!!
Vladivostok, Habarovsk, Belogorsk, Irkutsk, Novosibirsk. Omsk, Ekaterinburg.... nomi magici, quasi mitici, che evocano enormi distese vuote, grandi chiese con le cupole d'oro, il lungo treno che percorre la steppa in mezzo al nulla.
E' con questo spirito cari amici che giovedi mnattina ci prepariamo alla partenza da Vladi; Aldo, Takumi ed io siamo smaniosi di entrare pienamente nell'atmosfera siberiana e alle 8 circa, caricate le moto, fatta una sosta ad un ATM per rifornirci di denaro (la dogana ed il bravo Juri - che peraltro ha svolto il suo compito alla grande - ci hanno ripoulito per bene!!!) ci immergiamo nella nebbia che avvolge la citta' e ci muoviamo bravamente nelle strade russe riuscendo in breve a incamminarci sulla M58 che ci porta a nord verso Habarovsk: 780 km per giungere alla nostra meta di giornata.
Dovrebbe essere una strada abbastanza facile e ben tenuta (rispetto alle altre della Siberia) ed in effetti inizialmente le 4 corsie smaltiscono agilmente il gran traffico dell'ora di punta; poi pero' cominciano i lavori stradali ed e' la solita bolgia dantesca di strade in terra che si riempiono di polvere e impediscono addirittura di vedere alcunche', la teoría dei camión che creano colonna e sollevano dense nuvole di polvere asfissiante, i sassi, il fango (perche’ ovviamente comincia anche a piovere e non sai se e’ peggio la polvere od il fango), il casino insomma….ed in mezzo a tutto questo ecco che a una curva sento la moto sbandare e faccio fática a mantenerla, mi va via da tutte le parti e rischio di cadere; mi fermo convinto di aver bucato ed invece e’ molto peggio: il bullone del perno che tiene il motore attaccato al resto del telaio si e’ svitato e se ne e’ andato ed il pernoe’ uscito quasi completamente….pochi metri in piu’ ea cento all’ora non so’ cosa sarebbe successo.
Si ferma Vova’ (diminutivo di Vladimir) giovane motociclista locale che a bordo della sua auto ha un martinetto “grande” e con fática ma soddisfazione in quasi due ore di lavoro riusciamo a sistemare con un bullone rimediato da un camionista di passaggio. Sono stato fortunato ancora una volta ed il viaggio puo’ riprendere; a noi si aggiunge Calvin, ventiquattrenne del Kentucky che con una KLR Kawasaki si sta facendo la Vladivostok-Istambul: e’ arrivato ieri con aereo da Seattle ed ha recuperato tramite Juri la moto spedita con container una ventina di giorni fa. Siamo in 4 quindi a percorrere le strade russe in questo giovedi di giugno e 4 ovviamente vuol dire tempi e ritmi diversi…. E non mi dilungo oltre.
Fatto sta’ che arriviamo a Habarovsk solamente verso le 23, con la luce del sole che e’ appena calata e proviamo ad arrivare a Volochaevskaya, 87 dove secondo internet dovrebbe esserci l’ostello Korona; troviamo invece un ambulatorio dentistico e poca gente per le strade: siamo stanchi, sporchi e coperti di polvere (noi ….e soprattutto moto e bagagli), infreddoliti, quasi mezzanotte, non abbiamo un posto dove dormiré e nessuno parla neanche lontanamente una parola di inglese!!!

Entriamo in una pizzería che sta chiudendo ed uno dei ragazzi a gesti ci dice che nel palazzo c’e’ effettivamente un ostello Korona, ci accompagna, la ragazza che lo gestisce parla obviamente un buon inglese e ci abbracciamo felici: abbiamo un posto dove dormire, davanti c’e’ un market ben fornito aperto tutta la notte, la gente dell’Hostel e’ simpática e all’una ci buttiamo, letteralmente distrutti sui materassi e ci addormentiamo: domani altri 700 km da fare ma intanto pensiamo a riposarci

martedì 18 giugno 2013

GNOCCA

diario di viaggio del 18.6.2013
GNOCCA

Un po' mi vergogno a scrivere questo titolo per questa giornata di martedi 18 giugno; spero solamente di non sembrare troppo volgare ma, come diceva Aldo Fabrizi, .."co ce vo' ... ce vo'".
Comunque andiamo con ordine.
Non facciamo colazione perche', anche se usciti presto alla ricerca di un locale non riusciamo a trovarne uno che ci aggrada: andiamo dalla parte sbagliata, siamo un po' troppo schizzinosi, abbiamo poco tempo...fatto sta' che rientriamo a pancia vuota all'ostello dove verso le 9 arriva Juri col pullmino e ci porta ad espletare la funzione dell'assicurazione; andiamo anche Aldo ed io anche se in realta' le nostre moto sono a posto in quanto la carta verde dell'assicurazione italiana e' riconosciuta valida anche qui in Russia.
Tramite la collaboratrice di Juri, la bella Svetlana, contattiamo anche l'Ufficio Visti e qui abbiamo purtroppo la brutta notizia che non si puo' effettuare l'estensione visti su un visto turistico come il nostro: cercheremo di risolvere in qualche maniera...
Conosciamo anche due motociclisti inglesi che terminata la transiberiana stanno imbarcando le moto su un container per farle ritornare in Gran Bretagna e due non piu' giovani, uno australiano e uno neozelandese, che con un altro Land Cruiser Toyota compiranno quasi il medesimo tragitto di Marcelo e Walter attraverso l'Asia centrale..
Terminate le formalita' assicurative per oggi e' tutto; la burocrazia russa non ci permette altro e cosi' abbiamo tutta la giornata libera per riposarci o girare la citta' in cerca dei suoi luoghi piu' belli e caratteristici.
Per prima cosa con Aldo e Takumi ci rechiamo in centro alla ricerca di un supermercato (ne troviamo uno molto ben fornito ...anche spaghetti n. 5 e biscotti del Mulino Bianco Barilla!!) dove comperiamo tutto quanto serve per una buona colazione che ci sorbiremo comodamente seduti su una panchina di una via pedonale che guarda verso la baia.
E qui ritorniamo al titolo; ho gia' detto ieri che Vladivostok ci era sembrata una citta' viva, piena di gente e di colori; confermo quanto riportato e aggiungo che anche architettonicamente e urbanisticamente e' piacevole; ma quello che realmente colpisce camminando per le strade e' la ....gnocca, queste incredibilmente numerose belle "ragazze" che incontri per le strade: giovani studentesse, mature signore, coppie di amiche, mammine con prole, tutte con una "straripante" bellezza, di viso e di corpo. Non sto' esagerando per provocare l'invidia degli amici maschi che leggono: e' la pura e sacrosanta verita'!!!
Meglio passare ad altro altrimenti l'argomento rischia di diventare scabroso; dico solo che facciamo fatica a tenere Aldo!!!
Sempre muovendoci a piedi ritorniamo a Svetlanskaya Str. e alla Piazza dei Martiri e scendiamo la scalinata laterale che porta alla banchina del porto; passiamo vicino alle navi militari della Flotta d'Oriente e entriamo a far visita ad un sottomarino ormai in disuso "parcheggiato" proprio davanti al lunghissimo monumento in marmo che riporta i nomi dei marinai russi caduti nel corso delle varie guerre; entriamo in una piccola chiesetta ortodossa con le belle cupole in oro sfavillanti al sole (e' proprio una bella e calda giornata) e ci avviamo poi in salita (ecco perche' vladivostok e' chiamata la San Francisco russa) verso l'Accademico Teatro Gorkij; da li', sempre salendo una ripida erta, ci portiamo alla funicolare ed all'ingresso del nuovo ponte inaugurato per l'APEC (Asia-Pacific Economic Cooperation)  del 2012, una straordinaria opera di ingegneria che e' il piu' lungo ponte strallato del mondo con i suoi oltre mille mt di ampiezza (1.104 mt).
Nel pomeriggio ritorniamo per un po' in ostello in attesa dell'uscita serale, con cena ancora al ristorante della catena Stolovaya e passeggiata sotto una leggera pioggia per le vie affollate; anche stavolta i piu' giovani si attardano e qualcuno rientrera' solo in mattinata: beh, beati loro, accidenti...

LA CITTA' DELLA TIGRE SIBERIANA

diario di viaggio del 17.6.2013
LA CITTA' DELLA TIGRE SIBERIANA

Il traghetto da Dong Hae a Vladivostok e' affollato soprattutto di coreani e russi; gli europei o gli ameican-canadesi sono veramente pochi, diciamo una decina, e prima o poi in uno spazio cosi' piccolo ci si incontra tutti. Dopo Marcelo e Walter (argentini) facciamo cosi' la conoscenza di Dario, italiano di Milano, 36 anni, che sta coronando il sogno di bambino di percorrere interamente la Transiberiana in treno; Janin, svizzera del canton tedesco dai lunghi capelli rossi, che ama visceralmente la Russia ed effettua il tragitto della transibderiana in treno per la 4 volta: questa volta senza scendere mai fino a Mosca; Takumi, 22 anni, giapponese di Yokohama, studente di russo (intesa come lingua) che con una vecchia Honda Magna del 1982 effettuera' la traversata dell'Eurasia da Vladivostok a Lisbona (con Lui dovremmo fare parecchia strada insieme se non ci saranno inconvenienti); ed infine Ulli, insegnante  64enne di Ed. Fisica di Stoccarda, parecchie esperienze di insegnamento all'estero (anche in Nepal per 4 anni), continui viaggi in tutte le parti del mondo, anche Lui di ritorno in Europa con il treno piu' lungo del mondo....ma senza fretta!!!
Con noi due una bella banda di matti!!!
Il traghetto gia' dal mattino e' in vista della costa cinese e verso le due attracca alla banchina occidentale del porto di Vladi; scenderemo pero' solamente verso le 16.30 perche' la lentezza delle operazioni doganali russe e' proverbiale; ci aspettiamo tutti e soprattutto ad aspettarci c'e' Yuri Melnikov, esperto in operazioni di imbarco e desbarco moto e auto: incredibilmente, senza sapere niente uno dell'altro, ci siamo affidati tutti a Lui.
Con il suo sgangherato pullmino giapponese giriamo un po' alla ricerca di una sistemazione alberghiera e alla fine troviamo posto all'Optimum Hostel, situato a 300 mt da Svetlanskaya Str (la via principale di Vladi), e a 300 mt anche dalla stazione marittima; le moto e l'auto restano invece nella stiva del traghetto e solamente mercoledi potremo recarci al custom per la presentazione dei documenti.
Il problema per me e' che non sapendo questo, non ho cambi di abbigliamento, ne intimo ne esterno e indosso la stessa roba ormai da 4 giorni: mi dispiace per quelli che mi sono vicini (ou, non puzzo ancora, mi lavo tutti i giorni e stasera lavero' anche la roba sperando che si asciughi nel corso della notte...!!!!).
La prima cosa che ci colpisce di Vladi e' che e' una citta viva, colorata, piena di gente in movimento e traffico, con bei palazzi in stile alternati a nuove costruzioni; insomma molto diversa dalla citta' vecchio stile sovietico che ci aspettavamo!
Seconda cosa, e qui mi rivolgo soprattutto ai signori lettori maschi, l'incredibile quantita' e qualita' delle ragazze e donne che circolano; veramente belle, di viso e di fisico, con curve fantastiche nei punti giusti: mai vista una cosa del genere .... e sanno anche far risaltare la loro bellezza!!!
Per contro, care lettrici donne, non corrisponde un altrettanto elevato livello nei fisici maschili: fumano come turchi, bevono come grondaie, sono o troppo sformati o troppo smilzi e i bei ragazzi ci sono ma sono veramente pochi.
Dopo la sistemazione e una puntatina all'ATM per cambiare un po' di denaro, ci ritroviamo tutti davanti alla statua di Yul Brynner (il famoso attore pelato americano che qui, proprio di fianco al nostro ostello, era nato e dove ancora si trova la sua bella casa) e ci avviamo per un rapido giro iniziale della citta' e per mangiare qualcosa (tra l'altro abbiamo anche saltato il pranzo io e Aldo!!!): la statua di Lenin nel parco pubblico, il piccolo mercatino li' vicino, la stazione della Transiberiana col tetto verde ed il grande treno parcheggiato in attesa della partenza per Habarovsk, la Svetlanskaya Str. e la Piazza dei Martiri della Rivoluzione, etc etc .
Sono quasi le 8.30 di sera ma il sole non accenna a calare (lo fara' solo dopo le 10.30...) e Ulli ci propone una puntata ad un ristorante di una nota catena economica russa (porca vacca non mi ricordo piu' il nome e non ho Ulli qui con me per chiederglieLo; domani ve lo riferisco, prometto!), situato proprio sopra una fioreria in Svetlianskaya Str.: scelta felice perche' assaggiamo la cucina tipica russa (un misto di orientale e occidentale con una leggera prevalenza di quest'ultima) ed io ne beneficio alla grande dopo piu' di una settimana solo con bastoncini e zuppe varie.
Il costo poi, quattro portate piu' una bella birra da mezzo litro e una fettina di dolce, e' sui 6-7 euro ( 260 rubli) e non possiamo non apprezzare anche questo particolare, e' vero!!!
I piu' giovani si attardano poi fuori nella notte (ci hanno raggiunti anche Janin e alcuni/e suoi amici/e russi e non) mentre Ulli, Marcelo, Walter ed io decidiamo di rientrare a dormire: sono ormai quasi le undici.

lunedì 17 giugno 2013

BYE BYE COREA

diario i viaggio del 16.6.2013
BYE BYE COREA

Dobbiamo essere al porto alle 9 del mattino per iniziare le operazioni per il carico della moto; puntuali seguiamo le indicazioni in coreano e in russo (se sono anche in russo, pur non capendo nulla, porteranno sicuramente all'imbarco per Vladivostok, giusto???) e arriviamo al terminal passeggeri; in breve tempo facciamo i biglietti (che fortunatamente paghiamo con carta di credito, cosi' come succedera' anche con la moto: 800 dollari tutti insieme cash sarebbe stato duro averli!!) e veniamo contattati da un giovane funzionario della compagnia DBS che ci segue passo passo nelle operazioni per la moto: presentazione assicurazione e carta di circolazione coreana, controllo bagaglio da parte del custom (con i raggi x), controllo della targa e del VIN (Vehicle Identification Number, il numero telaio in sostanza) sempre alla dogana, carico della moto nella stiva del traghetto, pagamento della quota dovuta.
In poco piu' di un'ora e mezza tutte le operazioni sono adempiute e passiamo un po' di tempo nella hall della stazione ad osservare la gente che sara' poi nostra compagna di viaggio; sono quasi tutti russi, inconfondibili per il fatto di essere biondi e con gli occhi azzurri (sia uomini che donne), spesso belli in carne(per non dire grassi), spesso con alcool (birra o vodka o whiskiy) in mano e in la' con il grado alcolemico...
Quando abbiamo caricato nella stiva era parcheggiata (e quindi era gia' li' prima che arrivassimo noi e quindi proveniva dal Giappone) una Land Cruiser Toyota argentina con indicato sulle fiancate il percorso da compiere: dal Giappone alla Corea alla Russia, Mongolia, Kazakhstan, Uzbekistan, Tadjikistan, Kirghizstan, Cina, Pakistan, Iran, Turchia, con meta finale Istambul. Un percorso niente male direi....Quando saliremo a bordo ci piacerebbe incontrare i piloti e scambiare qualche chiacchera con loro.
Alle 12.30 saliamo a bordo e prendiamo possesso della nostra cabina: materassini arancioni appoggiati per terra sulla moquette con lenzuola bianche e piumino dello stesso colore; abbiamo anche una cabina bagno con doccia, una televisione piatta a colori, un frighetto, un armadio...insomma, non manca niente, ed e' piu' di quanto sia abituato normalmente ad avere!!
Il traghetto e' medio (non e' una nave da crociera, ovviamente) disposto su tre ponti (e noi siamo a quello inferiore) ma e' ben organizzato, con bar, duty free, ristorante, night club, sdraio e panchette ed il tempo passa velocemente tra una foto a Dong Hae dal ponte superiore e qualche chiacchera con altri passeggeri; alle 14 si parte puntuali e siamo fortunati che il mare e' un olio e quasi non si avverte la differenza tra stare fermi e navigare.
In serata cena nel salone del ristorante e trovo la piacevole sorpresa di un menu a meta' strada tra l'orientale e l'occidentale, con anche pasta e insalata "russa" (ovviamente) ... e si beve succo di frutta: ne avevo proprio bisogno. All'angolo del salone sono seduti due signori che poco hanno del russo o del coreano e cosi' ci avviciamo ed incontriamo Walter (tecnico agrario) e Marcelo (avvocato), i due argentini del Toyota; sono due amabili conversatori e dopo un po' ci trasferiamo nella loro suite Presindential con salottino in pelle e frigobar superfornito dove ci scambiamo parecchie informazioni reciproche (molta della strada che loro faranno io l'ho percorsa durante il MarcoPolo Raid 2005 in compagnia di Michele e Carlo) e ridiamo di gusto ascoltando gli aneddoti di viaggio che ognuno ha da raccontare.

Anche loro come noi si sono affidati a Juri Melnikov per sbrigare le pratiche doganali in Russia: adesso speriamo di non perdere troppo tempo, di riuscire a ripartire in fretta da Vladivostok e affrontare cosi' l'ultima parte del meraviglioso, fantastico, agognato All Around The World 2012  

GRANDE MADRE TERRA RUSSA ASPETTACI

Diario di viaggio del 15.6.2013
GRANDE MADRE TERRA RUSSA ASPETTACI

Il trasferimento da Seoul a Dong Hae prevede l'attraversamento delle montagne coreane e dalla costa del mar Giallo si arriva a quelle del golfo....
Ci prepariamo con cura il bagaglio da caricare sulle moto e quello che per me e' ormai diventata una routine quasi fisiologica per Aldo e' ancora una novita' e richiede tempo e organizzazione: migliorera' rapidamente, questo e' sicuro...
Non abbiamo ormai cose importanti da fare e alle 13.30 lasciamo la Bong House (prima qualche foto con Violet e gli straccetti della pace di Emergency) e ci immergiamo nel caotico traffico della capitale coreana durante la pausa pranzo: tante auto, tanti semafori, tantissimi autobus verdi e azzurri, continue fermate e interruzioni ci costringono ad avanzare abbastanza lentamente ed il caldo e l'umidita' si fanno sentire parecchio (siamo belli bagnaticci quando lasciamo la periferia e cominciamo ad inoltrarci tra le basse colline).
Ieri sera arrivando dal traghetto abbiamo fatto benzina e stranamente Aldo ne ha messa poca perche' sembrava che il serbatoio fosse pieno; in realta' non e' cosi e dopo una cinquantina di Kilometri il motore comincia a "tossire" e si ferma: carburante terminato!! Proviamo con la cannula a travasare dalla mia ma non ci riusciamo e allora parto in avanti alla ricerca di un distributore; sono e siamo fortunati perche' dopo soli 5 km ne trovo uno, riempio una delle taniche laterali e ritorno indietro; travasiamo il "prezioso" (per noi ed in quel momento...) liquido e ripartiamo tra colline profumate, coltivate, con belle casette dal tetto azzurro in lamiera che richiama ovviamente  i tetti a pagoda dei templi orientali.
E' questa una zona prettamente agricola, poche le industrie, molto simile a tante zone della nostra pianura padana; ci sembra comunque che la gente sia non dico agiata ma quasi e che il tenore di vita sia bello alto (auto, case, vestiti, la struttura dei centri urbani che attraversiamo fanno pensare questo); la strada  comincia piano piano a salire, arriviamo a passi sui 7-800 mt e le curve e le salite rendono divertente il nostro andare; Aldo poi e' piacevolmente sorpreso della guida di Quadrotta, della sua capacita' di affrontare anche a basse velocita' curve impegnative anche se, essendo ancora tutti e due i mezzi in rodaggio, sono ancora un po' "legate".
Passiamo anche per Pyeonchang e Yeongseon che nel 2018 ospiteranno le olimpiadi invernali e possiamo cosi' vedere i lavori che sono gia' iniziati e le strutture che sono gia' terminate (palazzetti dello sport), si stanno ultimando (trampolino olimpico) o sono appena iniziate (strade, parcheggi e altre infrastrutture).
Il clima e' cambiato parecchio qui in montagna e siamo costretti a viaggiare con le giacche belle chiuse e ... ancora sentiamo un po' di freschetto, anzi quasi freddo.
Arriviamo a Dong Hae, importante porto affacciato sulla conca d'oro a piu' di 700 km da Vladivostok e 450 da Sakaiminato in Giappone, che sono ormai le 8 di sera; qui abbiamo qualche difficolta' a trovare un posto dove dormire perche' tutte le insegne e le indicazioni sono rigorosamente in coreano e noi, obiettivamente, non e' che lo parliamo poi tanto bene ....hi hi hi hi.... qui nessuno parla inglese ed abbiamo qualche difficolta' anche solo a farcene indicare uno (si comunica nella maniera piu' classica del mondo: a gesti!!! Alla fine arriviamo al Ashley Hotel, dignitosa struttura alberghiera, oltrettutto situata a non piu' di due kilometri da dove domattina andremo a prendere il ferry; sistemiamo il bagaglio e ne usciamo per una cena in un ristorante vicino al porto (si mangia seduti per terra e le pietanze sono appoggiate su un basso tavolo in legno: bacchette in ferro e solo un cucchiaio sono le posate e si beve solo the caldo o acqua)  che appaga sicuramente Aldo ma lascia qualche buco vuoto nello stomaco a Maurizio che comincia a sentire nostalgia delle pietanze occidentali: al ritorno mi faccio una tavoletta di cioccolato al latte, cosi', tanto per gradire!!
Domani ultimo atto della nostra permanenza in Corea: se, e non abbiamo dubbi su questo, Wendy Choi ha lavorato bene non dovrebbero esserci problemi e alle due lasceremo questa parte di Asia e arriveremo in Siberia.

A domani dunque....

sabato 15 giugno 2013

ALLA TERRA PROMESSA

diario di viaggio del 14.6.2013
ALLA TERRA PROMESSA

Ormai vediamo la Russia come la Terra Promessa agli Ebrei, alla quale sono poi arrivati solo dopo esser passati per innumerevoli peripezie e tanti tanti anni....Beh, non esageriamo, diciamo che solo due giorni fa sembrava un miraggio ed ora sembra realmente concretizzarsi all'orizzonte questo benedetto passaggio nella terra ex sovietica.
Laviamo l'ultima roba, cominciamo a preparare un po' il bagaglio (siamo fiduciosi, eh...), usciamo a comperare una cartina stradale della Corea con collegamento per Dong Hae e mappa di Seoul (per il ritorno con le moto in citta') e dopo l'aggiornamento sul sito che ci prende parecchio tempo partiamo col solito 6011 (oggi incredibilmente pieno di persone e valige in partenza per chissa' dove) verso l'Incheon International Airport: Vi arrriveremo quasi alle due dopo un'ora e mezzo dalla partenza.
Non sto' qui a dilungarmi sui tempi biblici negli uffici di Jas, Korean Air e broker vari; dico soltanto che alle cinque abbiamo tutte e due le moto pronte (anche se quella dall'Italia e' arrivata senza una goccia di benzina e perdiamo un bel po' di tempo per reperirla sul luogo...) e ci avviamo al traghetto che ci portera' sull'altra sponda della costa. Verso le 19 posiamo piedi e ruote sulla terraferma coreana e iniziamo un lunghissimo tragitto che attraverso tutte le periferie ed il centro citta' in quasi due ore ci portera' dritti dritti alla Bong House dove siamo alloggiati; siamo stati bravi a orientarci (l'aiuto della cartina non e' stato cosi' determinante!) in mezzo ad un gran traffico e migliaia di incroci e semafori con anche 6-7 direzioni ed i cartelli stradali scritti in coreano. sic!!!!!
Siamo molto stanchi ma non possiamo ancora riposare; bisogna prima scaricare tutto (le moto le lasciamo in strada ed anche se qui nessuno tocca niente e' sempre meglio essere prudenti) e sistemare quelle cose che per logica questione ai magazzini doganali abbiamo caricato alla bell'e meglio.
Che bello, grazie a Santa Choi siamo pronti a partire verso la Grande Madre Terra Russia; dall'Italia ci giunge notizia che forse a Novosibirsk riusciremo a prolungare il visto russo, il traghetto per Vladivostok e' stato prenotato e, salvo ulteriori imprevisti che qui possono essere veramente sempre dietro l'angolo, domani ci imbarcheremo per una bella traversata di 24 ore che ci sbarchera' nella citta' della Conca d'oro.
Stanchi, appagati, felici ci diamo un bel 5 e poco dopo mezzanotte ci buttiamo sui nostri materassi nel "loculo": chi l'avrebbe mai detto solo tre giorni fa!!!
Ringrazio e ringraziamo di cuore quanti in questi giorni in varie maniere (mail, sms, skype, blog) si sono preoccupati per noi e ci hanno confortato con il loro sostegno; non ci saranno mai parole abbastanza grandi per dirVi grazie: spero un giorno di poter ritornare in altre circostanze quanto "ricevuto" in questi giorni (e anche in tutte le altre circostanze in cui mi siete stati vicini, eh....grazie, grazie, grazie a tutti Voi!!!!! IUUUUUUUUUUU ....... 

venerdì 14 giugno 2013

CHEA SCHICIONA DEA CHOI

diario di viaggio del 13.6.2013
CHEA SCHICIONA DEA CHOI

Dobbiamo aspettare di metterci in contatto con Wendy Choi per sapere come sono andate le cose con custom, spedizionieri e DBS (la compagnia che gestisce il traghetto da DongHae a Vladivostok); sappiamo che il suo compito e' arduo, difficile se non quasi impossibile ma questa signora (che non conosciamo, che non abbiamo mai visto e che e' diventata la nostra "fatina buona") ha dimostrato di saperci fare, di avere capacita' e cuore  e noi ... speriamo.
Ci alziamo come sempre prestissimo (il fuso orario ... e forse la tensione, continuano a colpire) e decidiamo di andare a vedere il quartiere tradizionale di Bukchon prima che arrivino le frotte di turisti portati dai torpedoni (come dicevano a Roma); molto belli, caratteristici, pieni di atmosfera i vicoli su cui si affacciano case dal tetto ricurvo formato da tegole nere di maiolica tenute ferme da malta bianca a vista (il tutto sostenuto da legno di pino); i portoni, gli scuri, i davanzali anch'essi in legno di pino lavorato e le pareti bianche danno una eleganza arcaica a questa piccola gemma antica incastonata tra i grattacieli del secondo centro urbano al mondo dopo Tokio.
Siamo proprio a meta' strada  tra due dei tre palazzi imperiali della citta' e decidiamo di andarli a visitare entrambi. Prima pero', sono ormai le nove e mezzo, ci mettiamo in contatto con Wendy la quale ci dice che purtroppo le cose sono ancora in alto mare perche' manca il airwaybill (il "biglietto di viaggio" della merce) della seconda moto e senza non si puo' fare assolutamente niente; ho richiesto questo documento ancora ieri sera (le dieci del mattino in Italia) all'agente della Interworld ma evidentemente o se lo e' dimenticato o ... se lo e' dimenticato (non voglio pensare altro!!!) e quindi ancora mail da un Nescafe' bar del centro: qualcuno di Voi ha detto ansia, ansia, ansia... io dico stress, stress. stress... Sono le 4 del mattino in Italia e non ci aspettiamo risposte ma almeno appena al lavoro spediranno il documento sia a noi che a Wendy direttamente!!!
Changdeokgung e' il piu' a est dei due e quindi questo complesso del medioevo che ha superato ben due incendi e diverse altre calamita' e' detto palazzo orientale; e' bellissimo, ricco di verde e ben inserito nell'ambiente esterno; grandi portali di ingresso, sale per accogliere ospiti riccamente colorate e dai pavimenti in legno laccato, soffitti in legno dipinti di verde, rosso, azzurro, oro che richiamano continuamente l'occhio, ampi viali e grandi piazze cintate da costruzioni per eunuchi, cortigiane, cuochi e tutto il corollario di ogni corte che si rispetti. Perdiamo (si fa per dire) molto tempo aggirandoci tra i padiglioni, aspettandoci sempre di veder comparire da un momento all'altro personaggi in babbucce nere, vesti di seta colorate, barbette nere a punta e cappellino ricamato d'oro.
Dopo un frugale pasto in un piccolo ristorante (oddio .... proprio ristorante e' un po' troppo altisonante) ci spostiamo lungo la grande arteria di Yungok-ro (a piedi, ovviamente) ed arriviamo al secondo e piu' grande dei palazzi che hanno visto le giornaliere scene di vita degli ultimi sovrani coreani;
Gyeongbokgung e' situato proprio in fronte alla piu' grande e famosa piazza di Seoul, quella con la grande statua di King Sejong sotto cui si trova un famoso museo, e oltre ad essere altrettanto bello e sfarzoso di Changdeokgung ha la particolarita' di ospitare ogni ora al portone principale il cambio della guardia imperiale: uno spettacolo di colori, di costumi d'epoca medioevale, di armi antiche (lance, archi e frecce, spade), di coreografiche evoluzioni che, similmente a quanto accade a Londra, ad Atene, ad Ottawa, a Santiago, hanno lo scopo di ricordare si' vecchie tradizioni ma anche di attirare frotte di turisti con macchine fotografiche e videocamere; dobbiamo pero' dire che il tutto risulta coreografico ma anche coinvolgente ed i due drappelli (di una trentina di personaggi ciascuno) che si scambiano posti e consegne con movimenti antichi ritmati dalla banda di ottoni e tamburi risultano particolarmente ricchi di atmosfera.
Tra una evoluzione e l'altra e tra un palazzo e l'altro abbiamo modo di concordare con la Sig.ra Choi di incontrarci in serata verso le 9.30 ad una fermata della metro e li' sapremo con certezza cosa ci aspetta.
Lascio a Voi immaginare quale e' lo stato d'animo; io mi metto in contatto con Anna al rientro in ostello e vengo a sapere che, non avendo l'agente della Interworld spedito l'airwaybill anche a Wendy, se ne e' dovuto occupare Lei: Santa Anna ...da Ciosa, per fortuna che ci sei!!!
Non mi dilungo oltre; alle nove e mezzo ci incontriamo con questa coreana piccolina, sui 30-35 anni, minuta ma energica, che con il suo ufficio portatile (con il Samsung Galaxi fa praticamente tutto) ci si presenta davanti con due fogli ben compilati dove c'e' la risposta a tutte le innumerevoli domande che ci eravamo preparati: morale della favola Wendy ha risolto tutti i problemi e, se domani non sorgeranno nuove difficolta' sconosciute al momento attuale, tutto e' stato sistemato e .... siamo salvi, si va in Russia con le nostre moto e la DBS ha accettato la nostra prenotazione.
A Pontelongo si dice talvolta (o dicevamo noi vecchietti, vero Almer...) "chea schiciona dea Cioi" ma stavolta la signora Choi si e' rivelata veramente eccezionale e la sua "bacchetta Magica" ha operato un miracolo che solo due giorni fa sembrava assolutamente impossibile: sagacia, conoscenza del mestiere, volonta', impegno nel lavoro, queste le sue doti e .... dopo tutto questo (ah, tra l'altro ha anticipato tutti i soldi di sdoganamento, assicurazione moto, prenotazione traghetto, spese per custom, movimentazione moto,etc etc) la cifra che ci ha chiesto per la sua prestazione e' assolutamente ridicola.
Ancora una bella persona, incontrata in una situazione realmente difficile (adesso posso dirlo: pensavo veramente che il viaggio fosse finito!!!) e che rende me particolarmente fortunato (ho i due portafortuna di Patrizia e del Sig. Pizzo che non mi abbandonano mai, eh !!!!) ed il viaggio un tesoro di esperienze inestimabili.....
Stanotte arriva la seconda moto ( come sempre...speremo ben) e domani andiamo a prendercele tutte e due;
poi trasferimento stradale a Donhae (circa 300 km) e quindi traghetto per Vladivostok di domenica alle 14;
non siamo ancora partiti ma ... vediamo luce all'orizzonte!!

giovedì 13 giugno 2013

TERRIBILE!!!!

diario di viaggio del 12.6.2013
TERRIBILE!!!!!

Uno pensa che il viaggio sia conoscenza e, in certi casi, solidarieta'; conoscere il mondo (paesaggi, popoli, situazioni di vita, etc etc ), conoscere se' (l'ho gia' detto tante volte) e riuscire, a seconda delle proprie capacita', a fare qualcosa per chi ne ha bisogno (o direttamente o attraverso organizzazioni umanitarie di vario tipo); poi ci accorge che ci sono anche altri aspetti e spesso questi aspetti prendono il sopravvento sul viaggio stesso, lo condizionano enormemente e fanno passare in secondo ordine tutto il resto.
Adesso mi trovo (e ci troviamo, con Aldo) proprio in una di queste situazioni; noi abbiamo fatto tutto quello che era nelle nostre possibilita', non ci sono colpe da addebitare a nessuno, ma tutta una serie di circostanze  hanno portato (o stanno portando) vicino al prematuro termine di un viaggio lungamente sognato e ormai quasi giunto alla sua naturale conclusione.
Cosa sta' succedendo?
Succede che stamattina, sotto un bel diluvio di pioggia in una giornata grigia e umida siamo andati all'aereoporto, alla dogana, alla ditta che per conto della Jas si e' occupata del ritiro della moto spedita da San Francisco; ci hanno chiesto il carnet ed io con un sorriso (che mi si e' spento subito in faccia) ho porto il Carnet de Passage en Douane rilasciato dall'ACI e usato in tutti questi mesi per passare da una frontiera all'altra; i due addetti (che parlano due parole due di inglese, molto ma moooolto peggio di me!!!) si sono guardati perplessi, si sono parlati tra loro e ci hanno fatto capire, piu' a gesti e mostrandocene una copia che con le parole, che necessitava il carnet ATA, che e' l'unico documento accettato in Corea; in mancanza di quello dovevamo pagare una cifra di 2500 $ per l'importazione della moto.
Ci siamo sentiti mancare: 2500 $ (ed in contanti per giunta) per una moto (poi ce ne sarebbe stata un'altra in arrivo dall'Italia...); a prescindere dal fatto che non li abbiamo e non e' materialmente possibile ritirarli con le carte di credito c'e' da dire che non siamo Paperon de Paperoni: il ritiro del motore, lo sdoganamento dello stesso, la cassa di spedizione della moto (omologazione), la spedizione della stessa, i biglietti da San Francisco a Seoul ci hanno gia' abbondantamente prosciugato; poi ci sara' un'altra moto, l'assicurazione di tutte e due, le spese di sdoganamento per la dogana e l'agenzia, il traghetto, la dogana in Russia!!!!
Ci sentiamo morire e entrambi pensiamo che il viaggio e' finito; poi ricordiamo che Christian Ruzzarin ci aveva dato, tramite Jury Melnikov di Vladivostok, il contatto di una certa Wendy Choi, esperta di pratiche moto qui in Corea; la contattiamo telefonicamente dagli uffici della Cool e Le esponiamo la situazione ed i problemi: e' come se mettessimo in moto un ciclone!!
Da' istruzioni agli uomini della Cool di come operare con la dogana, ci fa mandare via fax copia di tutti i documenti in nostro possesso o anche la copia degli stessi, parla per la spedizione della seconda moto, procede allo sdoganamento della prima, parla con la DBS Ferry anticipando i nostri problemi ed ottenendo assicurazioni..... insomma, la panacea a tutti i nostri problemi!!!
Non e' ancora tutto a posto; purtroppo per problema degli spedizionieri tutte e due le spedizioni sono state fatte  a nome di Aldo Mura e adesso questo e' un problema ma Wendy si da' da fare anche in questa direzione e speriamo di avere domani ulteriori buone notizie.
Passiamo tutta la giornata negli uffici della Cool e di un'altra ditta; andiamo a mangiare alla mensa aziendale (solo mangiare tradizionale coreano con bastoncini in metallo, buono come preparazione ma non proprio il massimo del sapore per me ;Aldo invece apprezza alla grande) con un "buono pasto" gentilmente offertoci ma solamente verso le 6 di sera la moto e' disponibile (siamo al Cargo Terminal dell'Incheon International Airport dalle 9 di stamattina); ora si presenta un altro problema: le moto, come gia' detto, non possono entrare nelle autostrade (unico collegamento terrestre tra aereoporto - che e' su un'isola - e centro citta' ed il ferry che potrebbe risolvere i nostri problemi effettua l'ultima corsa alle 18.30 e noi non riusciremo a scaricare la cassa, montare la moto e arrivare al traghetto in cosi' poco tempo); decidiamo di lasciare la moto nel magazzino, prendere lo shuttle fino al teminal passeggeri ed il bus 6011 fino alla Sung Kyun Kwan University e ritornare domani (o anche eventualmente venerdi per ritirare tutte e due le moto  insieme, decideremo domani...) a prendere Quadrotta.
In citta' arriviamo alle 21 e ci fiondiamo in un locale per un pollo arrosto con aglio e salsa barbecue dolciastra e pepsi; rientriamo e ... possiamo finalmente fare il punto della situazione: non siamo ancora a posto, non sappiamo se la DBS accettera' la prenotazione senza documenti originali, dobbiamo ancora prendere le assicurazioni e pagare per lo sdoganamento, non sappiamo niente della seconda moto ma ... insomma, dal bordo del baratro dove eravamo prima, ci siamo adesso spostati qualche metro indietro grazie all'intervento della Signora Choi (non sappiamo neanche come sia, quanti anna abbia, come parli...anche se scrive perfettamente in inglese!!!!); domani in mattinata la incontreremo e sapremo qualcosa di piu' concreto. Per intanto un gran bel        GRAZIE WENDY!!!

mercoledì 12 giugno 2013

RIUSCIRANNO I NOSTRI EROI...

diario del 11.6.2013
RIUSCIRANNO I NOSTRI EROI.....

La situazione precipita; l'agente della Pentagon Freight Service (riferimento per Seoul della Interworld), Sig. Dong Jin Won ,non e' disponibile a darci una mano per le pratiche del traghetto e dovremo arrangiarci da soli; la moto non e' ancora stata spedita da Milano (partira' mercoledi e arrivera' giovedi sera/notte a Seoul) e non abbiamo quindi gli originali dei documenti ma solo delle copie spedite via mail; non riusciamo a metterci in contatto con la DBS per sentire veramente cosa si puo' fare....
A questo punto ci piglia un po' di sconforto ma ci riprendiamo subito e decidiamo di andare domattina in aereoporto e vedere di persona cosa si puo' fare; spediamo decine di mail e facciamo decine di telefonate ma praticamente non cambia nulla; ci mettiamo al computer e al tablet per vedere di trovare percorsi alternativi se non dovessimo riuscire ad imbarcare per domenica ma i tempi del visto russo sono un bel capestro che ci permette poche alternative.
Usciamo per cambiare soldi (dobbiamo ancora pagare l'ostello e la simpatica Violet reclama giustamente quanto dovuto), per vedere l'ingresso di uno dei tre palazzi imperiali (appena possibile faremo una bella visita tanto l'abbiamo vicino), per mangiare in un tipico ristorante barbecue coreano (tavolo in legno con buco da 25-30 cm al centro dove viene portato un braciere con bella fiamma accesa; vengono anche portati 4-5 piattini di salse varie, bastoncini in metallo, acqua fresca e .... un bel piatto di carne mista (maiale, manzo, pollo) tagliata a pezzettini e una griglia dove ognuno si cucina la sua porzione come la preferisce: molto ma molto buono e simpatico!!
Rientriamo e troviamo molti degli ospiti dell'ostello seduti a chiaccherare nella grande stanza centrale: ragazze finlandesi, militari americani di stanza a Okinawa, giovani coreani, i due vecchietti italiani, una ragazza australiana, ce n'e' per tutti i gusti e tutte le stagioni.
In serata ci si fa portare da mangiare da un take-out vicino (fuori ha cominciato a piovere bello forte) e ci si gusta una buona birra che e' la particolarita' della Bong House: ogni sera viene offerta agli ospiti una bella birra fresca e ... gratis.
Rientriamo in stanza e ancora giu' su carte, mappe google, guide cartacee e quant'altro a fare progetti per i prossimi giorni; siamo preoccupati ma speranzosi, dovremo arrangiarci senza l'aiuto di nessuno ma ci affidiamo alla Provvidenza; l'Anna e Roberto da casa ci incoraggiano e anche se le aspettative non sono affatto rosee la Spes e' ancora una risorsa.... a domani!!!!

martedì 11 giugno 2013

DUBBI E INCERTEZZE

Diario di viaggio del 9 e10 giugno 2013
DUBBI E INCERTEZZE

Partiamo alla volta di Seoul perche' abbiamo avuto assicurazioni sulla partenza e arrivo in tempo utile a seoul della moto sistemata e spedita da San Francisco, quella che utilizzero' io, per intenderci.
Nel frattempo dovrebbe arrivare un'altra Quadro 350 3D destinata ad Aldo; ecco, dovrebbe e' il termine giusto perche' su ennesima richiesta abbiamo saputo che la moto non e' ancora stata spedita (problemi di allestimento e di carnet de passage en douane che tarda ad arrivare) e che, se anche sara' consegnata allo spedizioniere entro lunedi non potra' essere in Korea prima di venerdi sera.
Questo comporta seri problemi per il proseguimento del viaggio perche':
- noi abbiamo i visti russi fino al 6 luglio e ci vogliono 20 giorni, senza una sosta (e correndo tutti i giorni 6-700 km con due scooter sulle strade siberiane!!!) per uscire dalla Confederazione Russa (quindi dobbiamo assolutamente npartire entro il 17 giugno.
- il traghetto per Vladivostok c'e' solo alla domenica e quindi, ora come ora, solo domenica 16 giugno
- le autorita' coreane richiedono 5 giorni per la consegna documenti ed emissione del biglietto per il traghetto.
Capite quindi che se la moto arrivera' venerdi non avreno il tempo per prendere il ferry da Dong Mae a Vladivostok ed il viaggio tanto sognato, agognato, vissuto avra' una conclusione meschina in terra coreana.
Immaginatevi quindi la quantita' di mail, telefonate, sms che intercorrono tra me, Anna, la Interworld (con Alessandro e Roberto L.) e la Quadro (con Roberto B. e Marco soli sul posto): mi viene anche da piangere (e piango di rabbia e di disperazione) quando mi viene comunicato che la moto partira' martedi e arrivera' a destinazione solo giovedi sera. Vabbe', quando saro' in Korea mi muovero' cercando di risolvere, per quanto possibile, i vari problemi: la paura pero' di ritornare a casa senza completare l'All Around The World rimane!!!
Alle 7.45 Judith, amica di origine irlandese di Aldo arriva sotto l'appartamento con la sua Nissan e ci accompagna all'aereoporto; gia' sono nervoso di mio (per la situazione moto) e poi la United non mi imbarca una borsa (solo un bagaglio concesso nella stiva dell'aereo) e mi costringe a portarmi la sacca con la roba da campeggio in spalla per tutti gli aereo porti (e anche con il problema della roba che non puo' viaggiare in aereo, come il dentrificio gigante o una bottiglia di pisco dimenticata da mesi...) di San Francisco, Osaka e Seoul; per il resto niente da segnalare, tutto tranquillo, bellissimi aereoporti supermoderni, pulitissimi, pieni di gente dagli occhi a mandorla e le gambette storte!!
Arriviamo, prendiamo un taxi che in un'oretta ci porta al Bong House Hostel, ci sistemiamo nella nostra stanzetta di 2x3 mt (sarebbe meglio dire il "loculo"...ma con l'aria condizionata!!) e poi usciamo a vedere dove siamo capitati; intanto siamo nella zona della Sung Kyun Kwan University (fondata nel 1398), frequentata quindi da una grande quantita' di studenti coreani e  stranieri e anche (per la quantita' di ostelli e locali caratteristici) da molti turisti; l'atmosfera ricorda, con le dovute differenziazioni, quella di San Francisco e della ChinaTown ma risulta piu' tranquilla e, forse, un po' piu' pulita.
Infine alle 23.30 c'e' ancora tanta, tantissima gente in giro per le strade, tanti giovani, ma tranquilli, con naturalezza e voglia di stare insieme.
Rientriamo e ci buttiamo a letto: sono 25 ore che siamo in piedi, abbiamo 7 ore di differenza di fuso orario con l'Italia e 8 con gli Stati Uniti, siamo stanchi ma .... ancora tante mail, collegamenti skype e sms per il problema della moto dall'Italia: domani dovremmo riuscire, speriamo, a sapere qualcosa di piu' preciso: io, Anna, Aldo, Roberto e la Quadro, Alessandro e la Interworld, tutti, tutti vogliamo che questo viaggio continui ... le aspettative non sono buone ma speriamo ... in un miracolo!!!

E' SICURO: SI VA A SEOUL

diario di viaggio del 8.6.2013
E' SICURO; SI VA A SEOUL

Come gia' scritto, abbiamo avuto comunicazione dalla JAS dell'amico Alessio Profeti che la moto sara' spedita a Seoul e arrivera' quasi sicuramente lunedi 10 giugno; non sono stato invece preciso nel dire che abbiamo anche prenoatato i biglietti aerei per Seoul; volevamo farlo ma non avevo ancora in mano il carnet de passage en douane (che poi qui non servira' a niente, porca vacca!!!) e cosi' abbiamo aspettato fino all'ultimo secondo utile; intorno alle 11, con il carnet ritirato da Aldo in nostro possesso, mi sono messo a fare la prenotazione (la scadenza e' un giorno prima e quindi alle 11.15 scadeva la bella offerta che ci dava due passaggi aerei da S.F. alla capitale coreana per soli 415 euro); riesco in tutta fretta a effettuare la riserva del biglietto per due persone e poi abbiamo tutto il pomeriggio per andare alla bella, grande e superorganizzata New Main Library, la nuova biblioteca pubblica a 6 piani, realizzata dall'architetto James Ingo Freed all'angolo tra la Larkin e la Fulton: li' ritiriamo due volumi su Russia e Mongolia e soprattutto io ho modo di osservare la moltitudine di gente particolare (da semplici cittadini in cerca di cultura a hippie stravaganti, da barboni in cerca di un posto al riparo da vento e nebbia a giovani attaccati a una delle 500 (dico 500) postazioni internet ) che la frequenta quotidianamente...
Poi via in moto (la V-Strom di Aldo) sulle strabilianti vie di San Francisco, con ripide salite e vertiginose discese per arrivare al Best Buy per un hard disk e una memory card, al Cost-Co per alimenti vitaminici ed energetici, al Trader Joe per gli ultimi acquisti culinari.
Rientriamo giusto in tempo perche' alle 16 ho appuntamento con Roberto, giovane perugino laureato in Lettere che dopo un anno di insegnamento italiano all'istituto di cultura Italiano ora fa a tempo pieno il giornalista per conto dell' "Italo-Americano", il giornale della comunita' italoamericana ddella citta' del Golden State; ci troviamo allo storico caffe' Vesuvio (quello proprio di fianco al City Light booksellers & Publishers, frequentato da scrittori e poeti della beat generatio, da Ferkinghetti a Ginzberg a Kerouac)  ma, essendo troppo affollato, ci dirigiamo lungo la Columbus (l'unica strada in diagonale nel  reticolato romano di Street e Avenue della Downtown californiana) fino all'altrettanto famoso Caffe' Greco; davanti ad un bel espresso Illy gli racconto della mia esperienza di viaggio, dell'iniziativa a favore di Emergency, dell'incontro e del proseguimento del viaggio con Aldo Mura ). Il tempo passa veloce ed io devo ancora andare al Fisherman Warf per cambiare i soldi canadesi rimastimi e ad uno ATM per ritirare un pochi di dollari per il viaggio; devo anche ritornare in appartamento per finire di lavare e preparare la roba da portare in aereo; Aldo esce per salutare amici e (soprattutto) amiche ed io ne approfitto per una bella spaghettata solitaria con pomodorini, capperi, olive di Kalamata e tonno: con una bella spruzzata di parmigiano dopo la saltatura in padella sono una vera delizia!!!!  .... INVIDIOSI....

sabato 8 giugno 2013

I GIORNI SI SUCCEDONO AI GIORNI

diario di viaggio del 1, 2, 3 , 4 ,5, 6,7 giugno 2013
I GIORNI SI SUCCEDONO AI GIORNI

I giorni si succedono ai giorni, le ore alle ore, i minuti ai minuti....il tempo passa e passa ma sembra non succedere mai nulla.
Andiamo a prendere una cassa in metallo per la spedizione della moto in Korea, il motore nuovo per la moto arriva al San Francisco International, andiamo alla dogana per lo sdoganamento ma non ce lo danno perche'.....sono americani (e non dico altro perche' senno' mi ... incazzo di nuovo), ritorniamo il giorno dopo con un broker e allora ce lo danno, andiamo a ritirare i visti e ci li danno con un giorno di anticipo, non troviamo nessun meccanico disponibile per il cambio del motore, cerchiamo ancora meccanici ma non ne troviamo, decidiamo di cambiarci il motore da soli e ci facciamo mandare il manuale d'officina dalla Quadro, ci cambiamo il motore da soli nel garage di Aldo (con tanti sacramenti tirati ma anche con tanta soddisfazione), non possiamo portare la cassa e la moto alla omologazione perche' non troviamo piu' la macchina e la ditta chiude prima per un funerale, portiamo il giorno dopo la cassa alle 7 del mattino e gliela montiamo davanti alla porta del magazzino, etc etc etc
In mezzo una cena in un ristorante thailandese, un pranzo con Marco (il volontario di Emergency) in un takeaway cinese (con cibo cinese in cartoccio di foglia d'albero), compere di materiale vario in enormi negozi di outdoor, di elettronica, di alimentari, di ferramenta (hardware), etc etc etc.
Forse mi sono un po' perso  e forse Vi siete persi un po' anche Voi e quindi riassumo la situazione:
con la mia Quadrotta sono arrivato a San Francisco dopo aver attraversato l'America Centrale, il Messico, il Canada: il motore ha parecchi km sul groppone e si decide di sostituirlo (viene quindi spedito un nuovo motore dall'Italia a San Francisco e con l'aiuto di Aldo Mura, del Consolato Generale d'Italia, provvedo a sostituirlo); questa moto viene spedita a Seoul dove arrivera' anche una nuova Quadrotta che, pilotata da Aldo, ritornera' in Italia insieme alla prima; da Seoul, ottenuti i visti grazie all'interessamento dell'amica Gabriella, con un traghetto le due moto (ed i relativi piloti) arriveranno a Vladivostok e da li', seguendo il tragitto della Transiberiana, tappa a Mosca e poi la meta finale, quell'Italia da cui manco da ormai 10 mesi (al momento dell'arrivo).
Oggi, venerdi 7 giugno, la moto e' stata consegnata e partira' quanto prima per Seoul; noi abbiamo prenotato un volo per la capitale coreana domenica alle 11.15 e arriveremo lunedi alle 15.55 (per effetto dei fusi orari).
L'avventura continua e .... si arricchisce di un nuovo protagonista: due Quadro 350 3D di un bel arancio fiammante stanno tornando verso l'Europa. 

sabato 1 giugno 2013

Большое спасибо, г-жа (MILLE GRAZIE, SIGNORA)

diario di viaggio del 31.5.2013
Большое спасибо, г-жа (MILLE GRAZIE, SIGNORA)

Tramite l'amica Gabriella (ancora un miliardo di grazie, cara Gabri) abbiamo ottenuto un invito ufficiale (con tanto di numero legale) ed un indirizzo dove alloggiare (fittizio, ovviamente) che sono la documentazione da presentare al consolato russo per avere poi il tanto sospirato visto per la Russia; con questi due documenti bisogna poi compilare un modulo (pieno di innumerevoli domande) e con questo si va, dietro appuntamento che ha tempi biblici, in un ufficio esterno al Consolato dove un'austera e poco sorridente impiegata compilera' altri moduli, Ti fara' pagare un bel po' di dollari e Ti consegnera', dopo 4 o 7 giorni, il visto desiderato: singolo, doppio o multiplo, ma sempre della durata di un mese, prendere o lasciare (se per caso lungo il tragitto hai qualche inconveniente sono c...i tuoi, entro un mese devi uscirtene dal paese!!!).
Stamattina terminiamo di preparare il modulo al consolato italiano e quando Aldo termina il suo turno ce ne andiamo in due su Quadrotta fino al 711 di VanNess; tramite la lettera del Console italiano al collega russo abbiamo saltato molti tempi della burocrazia del paese dell'est (volevo dire sovietico ma ormai e' un termine obsoleto ed in disuso...) e senza appuntamento ci presentiamo agli sportelli; subito una difficolta' perche' la richiesta e' per un ingresso singolo e noi invece vorremmo fare una puntatina anche in Mongolia; le conoscenze di Aldo pero' operano il miracolo e dopo una telefonata a Vladimir al Consolato Russo l'impiegata appone il timbro Duble, paghiamo per il ritiro dopo 7 giorni (anche se in realta' lo avremo dopo 4 ... he he he ...) e ce ne andiamo felici: era uno scoglio pericoloso da superare e invece anche questo e' andato. Большое спасибо, г-жа (mille grazie, signora)
A posto la cassa, a posto il visto, ora resta la spedizione e una telefonata con Alessio (spedizioniere italiano qui a San Francisco) ci tranquillizza anche da questo punto di vista: sembra che le cose stiano procedendo per il verso giusto e se tutto continua cosi' verso la fine della prossima settimana potremmo non essere piu' in California!!
Passeggiando per le strade di San Francisco insieme ad Aldo arriviamo anche allo storico caffe' Trieste, dove Francis Ford Coppola ancora adesso ogni tanto fa una capatina, dove si ritrovano artisti e bohemienne d'altri tempi, dove davanti sostano vecchie moto degli anni '60 e '70 o nuove vintage cromate, dove Alan, simpatico e baffuto poliziotto nella classica divisa nera con berretto, manganello in legno e colt e manette al fianco conversa amabilmente con la gente del posto; conosco anche Ida Giotta, trantacinquenne nipote del fondatore (negli anni '40) e attuale gestore del locale che in ogni ora della giornata e' pieno di avventori, ed il marito Fahdi, di origine palestinese; restiamo oltre una mezz'oretta a "ciacolare" nel caldo tramonto prima di avviarci a mangiare qualcosa; non lontano c'e' un bel ristorante thaylandese e Aldo mi convince a provare: ouuuu, mi e' piaciuto veramente tutto e .... dovro' ritornarci dai thaylandesi quando saro' di nuovo in Italia!!!

ASPETTANDO VLADIVOSTOK

diario di viaggio del 30 maggio 2013
ASPETTANDO VLADIVOSTOK

Questi primi due giorni a casa di Aldo, ma immagino sara' lo stesso per i prossimi fino alla tanto agognata partenza verso l'Asia, sono all'insegna della preparazione ed organizzazione del trasporto della moto (e di noi stessi) in terra coreana;
Eh si, perche' se la meta finale da raggiungere e' naturalmente il porto russo di Vladivostok, affacciato sull'oceano pacifico, in realta', per le difficolta' di ordine tecnico (pochissimi voli) ed economico (costano tantissimo, sia per i passeggeri, sia soprattutto per la moto) faremo una puntatina in Korea e poi da qui, con un traghetto che impiega circa 24 ore, arriveremo finalmente in territorio russo .... ed inizieremo il ritorno verso casa, attraversando quell'immenso territorio, anche difficile per molti versi, che si chiama Siberia.
A casa di Aldo mi sono sistemato su un divano letto bello comodo, che preparo ogni sera e sistemo presto al mattino, cosi' che la casa mantiene sempre un aspetto "decente" e pulito; mi sveglio ovviamente prestissimo anche stamattina, sistemo, metto in ordine, faccio "el seciaro" e vado su internet; poi spesa al Walgreens e verso le 10.30 via in consolato in moto per preparare con Aldo i moduli da consegnare per avere il visto russo; poi con la For Runner di Alessandro (uno degli amici sardi che avevo conosciuto nella prima visita qui a Frisco) una puntatina fino a Vallejo (una sessantina di km a nord est) per recuperare una cassa in alluminio dove speriamo di riuscire a far stare Quadrotta per la spedizione aerea (abbiamo delle misure e sembrerebbe che dovrebbe andar bene ma .... qualche timore c'e' ... siamo speranzosi, dai!!); gli amici della Mach 1 Motor, concessionaria molto bella e grande di Honda, Yamaha e KTM, ci aspettano sorridenti e pronti con le fotocamere ed i telefonini per immortalare questi matti di italiani che pensano di andare in giro per il mondo con questo strano scooter invece di una bella due ruote da enduro); ritorniamo velocemente in citta, in mezzo ad un bel casino di traffico (e polizia in auto ed in motocicletta che mette multe a tutto spiano) e con Aldo passiamo le successive tre ore in garage a smontare Quadrotta e montare la cassa in alluminio: siamo fortunati, sembra costruita su misura ed anche il pallet inferiore supporta bene, come spazi e rinforzi, le tre ruote del 3D.
Non abbiamo pranzato e a piedi ci rechiamo da Sam, tra la Stockton e la Broadway, per un bel burger ruspante annaffiato da una buona Sierra Nevada e una coca cola; a parte che Aldo rovescia il bicchiere di coca e fa un macello... hi hi hi hi... mi sento molto americano tra gli americani e mi piace molto poi chiaccherare in strada con Sam, osservando il via vai di cinesi, italiani, (siamo proprio sulla linea immaginaria che divide Chinatown da Little Italy!!!!) e almeno una sessantina di altre nazionalita' in questo bel tramonto che San Francisco ci regala a piene mani stasera.
In garage Aldo ha ritrovato una coppia di interfono Bluetooth che non ricordava di avere e cosi' fino a mezzanotte ce la passiamo a montare e cercare di far funzionare queste piccole apprecchiature elettroniche che ci permetteranno di comunicare durante il viaggio: buonanotteeeeeee....