Motorbike Adventure Team

Motorbike Adventure Team
Motorbike Adventure Team è formato da un gruppo di amici che hanno in comune una grandissima passione per i viaggi, la moto e per l'avventura. Assieme a voi, abbiamo realizzato qualcosa che va oltre l'esperienza personale, per quanto gratificante, di conoscere luoghi e popoli in regioni remote e spesso inaccessibili: far arrivare a quelle popolazioni un aiuto tangibile, non fatto solo di oggetti inutili.

giovedì 28 febbraio 2013

YACYRETA'

diario di viaggio del 28.2.2013
YACYRETA'

Siamo andati a letto dopo la mezzanotte e avevo proprio sonno; dormo profondamente e bene (il whisky con miele che mi ha propinato Anna mi ha fatto proprio bene, sia per la gola ed il raffreddore, sia per conciliarmi il sonno...) e mi sveglio alle 6.30 ben riposato; non sento rumori nella casa


 e quindi mi metto al computer e butto giu' i diari di viaggio dei due giorni precedenti.
Alle otto e mezzo circa ci ritroviamo in cucina e decidiamo di andare a vedere la "Represa di Yacyreta",

 una enorme diga che ha creato il lago che avevo visto ieri arrivando; bisogna prenotare la visita e ci accordiamo per le undici. Nel frattempo la colazione con l'ottima focaccia di mele preparata da Anna e un delizioso caffelatte  fatto con caffe'.......; poi io ed Enrico usciamo per andare a comperare il necessario per una bella carbonara (molta difficolta' a trovare la pancetta nei supermercati cittadini).
Alle 10.30 consegniamo i documenti alle autorita' della     (infatti Yacyreta e' un progetto idrico realizzato in associazione tra i governi di Argentina e Paraguay e gran parte di quello che andremo a vedere si trova in territorio paraguagio). Non ero preparato a quello che andavo a vedere; il Rio Parana' e' un fiume molto largo dalla veloce corrente e gia' nel 1920 si era pensato, e stretto un accordo tra le due nazioni, per sfruttarne la forza per produrre energia idroelettrica; i lavori veri e propri sono poi iniziati nel 1974 ma solo nel 1994 e' entrata in funzione la prima turbina (l'ultima, la ventesima, iniziera' solo nel 1998). L'opera realizzata da oltre 8000 operai di entrambe le nazionalita' e' grandiosa

 e sfrutta un salto artificiale di circa 20 mt che ha richiesto la costruzione di 21 km di terrapieni, di una chiusa (come quella del canale di Panama ma un po' piu' piccola) per il passaggio delle chiatte, di 20 porte per le turbine

 su un fronte di 800 mt di larghezza, 27 mt di ampiezza e 83 mt di profondita', di 18 porte laterali per il deflusso di acqua in sovrabbondanza,

 di due "ascensori" d'acqua per il passaggio dei pesci: qualcosa di ciclopico che e' un gioiello dal punto di vista idraulico ma nel contempo ad impatto molto basso sull'ambiente. Sono stati costruiti barrio per alloggiare operai, tecnici, impiegati, ingegneri e poi scuole, centri sportivi, infrastrutture che hanno portato la cittadina di Ituzaingo dai primitivi 4000 abitanti ai quasi 30.000 attuali.
La nostra guida Silvia e' molta brava e preparata e le due ore passano assolutamente velocemente e con grande partecipazione da parte mia.
Al rientro mi metto a sistemare le "magagne" di Quadrotta mentre Enrico e Anna preparano il pranzo; mi fanno anche provare un aperitivo con limone, un antipasto con aguacate, una tisana finale a base di foglie di coca (si si, proprio la coca degli altipiani andini...madonna, so' drio diventare drogato??!!) e nel mezzo una buonissima carbonara preparata ad arte da Enrico.
Dopo la pennichella vado in centro con Quadrotta per il cambio di olio e filtro

 e per ritirare della "plata" da un cajero automatico.
Stasera niente stravizi (una bella fetta di melone con prosciutto e pepe) e poi a letto presto; domani mi aspettano 700 km e la frontiera col Brasile e arrivero' quasi sicuramente col buio....

REDUCCIONES JESUITICAS


diario di viaggio del 27.2.2013
REDUCCIONES JESUITICAS

Anche al Bitty la colazione e' con croissant e "postres" ma non c'e' il dulce de leche, accidenti!!! Poco male, naturalmente...alle 8 sono in strada e subito, neanche 20 km, un piccolo problema risolto grazie ad un gentilissimo camionista (anche molto giovane, devo dire..): mentre corro si stacca una delle taniche laterali (non ditemi che sono sbadato, non era mai successo in 40 mila kilometri!!!!); mi fermo per fare una foto alle coltivazioni di agrumi

 che sono tipiche della zona, anche se non sono proprio venete, eh... ed il camionista si ferma e mi porta la tanica nera in ferro, tutta ammaccata, dicendomi che l’avevo persa un due kilometri prima: mi e’ andata proprio bene!!
Continuo ad andare in una bella strada, la ruta 14, a doppia corsia e doppia carreggiata (separate anche da 40 mt. di fossato verde); ricordo di averla fatta nel 2006 ma non ricordavo fosse cosi’ larga e ben tenuta. E sempre del 2006 mi assalgono i ricordi quando trovo il cartello della Reduccion Jesuitica di La Cruz e del suo Reloy del sol (la meridiana) del 1730. Ero passato dritto ma poi mi fermo, mi giro, e faccio i tre km sulla destra che mi separano dal piccolo villaggio: niente e’ cambiato, le stesse case base

, lo stesso ospedale dedicato a San Antonio da Padova

, la “parrochiale” con una delle piu’ vecchie sculture realizzate dai Guarani’ col cocillo (il coltello)

, la meridiana in pietra del 1730,

 lo spazio un tempo occupato dalla "mision" che e' ora trasformato in una grande piazza alberata

: non c’e’ piu’ la vecchia signora a fare da guida ma la giovane Andrea, di chiare origine indios, simpática e orgogliosa che un italiano si sia fermato al suo pueblo, mi accoglie con un gran sorriso. Arriva anche il Sig. Lima , della locale emittente radio, che mi regala un adesivo da attaccare sulla moto, mi fa alcune foto e poi mi ricorda i suoi ascendenti  italiani per parte di madre. Piu' avanti incontro anche la reduccion de Santo Tome

, piu' verso le cataratas de Iguazu' incontrero' San Ignacio con ancora rovine e altre reducciones sono nella parte ora brasiliana di quella che era la provincia spagnola di Misiones
Ancora un 200 km di bella strada, le rutas 120 e 12, incrociando sempre piu’ spesso i tanti camión carichi di madera (legno), raccolto dai numerosi e rigogliosi boschi di pino piantati appositamente, e arrivo a Ituzaingo’, il paese dove vive Enrico Tasinato (che molti sicuramente ricorderanno) cugino di mia moglie Anna, emigrato come agrónomo qui in Argentina 14 anni fa, in compagnia di Anna, farmacista bella e simpática, nata e cresciuta invece proprio qui a Ituzaingo’.
Dopo la visita al suo "campo", una proprieta' di “soli” 1000 ettari (in Italia sarebbero 2700 campi veneti, un appezzamento molto grande mentre qui, con la enormita' di distanze che si ritrovano e' un piccolo appezzamento), ma con un estero e due boschi "nativi", cioe' autoctoni, oltre a due case

 (ci sono anche scimmie, jacare’ – i caimani- di oltre 4 metri, capibara, serpenti  velenosi e non) e la lezione di tango argentino del mercoledi andiamo a cenare insieme in un ristorante típico: mi faccio un buon capu’ alla portuguesa (pesce di fiume, visto che siamo sulle rive del Parana’) e poi tutti a nanna. Domani Enrico (che ha anche acquistato una bella serie di macchine agricole (per la semina, il diserbo, la mietitura, etc etc ) si e' preso una giornata di liberta' per restare con me e accompagnarmi a veder delle cose molto particolari.Piacevole incontro quello con Voi, cari Anna ed Enrico!! 

VENETI VENETI VENETI


diario di viaggio del 26.2.2013
VENETI VENETI VENETI

 Parto da Buenos Aires dopo la solita suntuosa colazione; la giornata e' bella, ne' calda ne' fredda, si sta' proprio bene. Il gran traffico e qualche errore nel prendere "l'acceso norte" - quello che permette di arrivare ai due fantastici ponti 

che superano l'enorme estuario del Rio de la Plata (Rio Parana' + Rio Uruguay) - mi fanno uscire dalla metropoli di quasi 14 milioni di abitanti verso le 10 del mattino; mi fermo per le foto di rito e poi vado veloce a nord lungo la ruta 9. Il paesaggio e' enormemente cambiato rispetto alla Patagonia e alla Pampa successiva; qui siamo nella provincia di Entrerios e su tutto domina l'acqua. Oltre ai due grandi fiumi e a tutta una serie di affluenti piccoli o grandi (gli arroyos) vi sono enormi riserva di acqua dolce data dagli "estero", grandi risorgive che quando arrivero' nella zona di Corrientes e Misiones daranno vita a veri e propri grandissimi laghi.
Il paesaggio, con tutta questa acqua, e' verdissimo e molto numerose sono le estancias (le estensioni di ognuna sono molto ma molto piu' piccole di quelle patagoniche ma molto molto piu' grandi di una normale fattoria in Italia); qui ci sono molti allevamenti di bovini (diverse razze di cui io non so' il nome ma che si distinguono facilmente per il colore del mantello: quasi nero, marrone, crema, bianco), di Ovejas (pecore), di cavalli (veramente tanti) e tutti gli animali sono liberi di brucare e bere in grandissimi spazi: non e' raro vederli immersi fino a meta' gamba o piu' negli stagni o nei torrenti.


Continuo ad andare fino alle 4 e, prese informazioni ad un distributore (su internet non avevo trovato niente) decido per un alojamiento a Chajari, piccoli cittadina di quasi 40 mila abitanti, che si rivelera' scelta particolarmente felice; infatti, oltre a trovare l 'hotel Bitty ad un prezzo piu' che buono vengo a sapere (e ne avro' piena dimostrazione di li' a poco), che questa zona e' stata completamente "modellata" dall'emigrazione italiana e veneta in particolare. Qui sono arrivati in due tre ondate successive (la prima querlla "famosa" del 1875-76, poi nei due dopoguerra) e qui hanno duramente lavorato la terra per rendere ora questa provincia una se non "la" migliore dal punto di vista del reddito pro capite in Argentina.
Al distributore mi fa benzina il Sig. Stivanello (il cognome non lascia dubbi) ma appena riesco a sistemarmi in camera arriva Carlos Rossi (di origine vicentina, lavora come reporter esterno per una emittente locale) che mi chiede una intervista per la radio e come la notizia si diffonde e' un pellegrinaggio di persone di origine veneta 

che vengono ad incontrare "el veneto" che sta "haciendo la vuelta al mundo"; in mezzo anche una nuova intervista, questa volta alla televisione. Mi piace ricordare il Sig. Remigio Vergerio (nativo di Camposampiero, ora 82 enne, che dal 1950 vive in argentina )  che, saputo del mio arrivo mentre si stava levando un dente, non pone tempo in mezzo e arriva all'hotel in  auto con ancora il cotone in bocca: simpatico e lucidissimo nei suoi racconti finalmente nella lingua che lo ha visto crescere!!
Dai vari incontri che si succedono riusciro' a cavarmela solo dopo le 9 di sera....e per di piu' ho addosso febbre e raffreddore!!! Due belle aspirine, un Aulin e speriamo bene per domani.

lunedì 25 febbraio 2013

LA RECOLETA

diario di viaggio del 25.2.2013
LA RECOLETA

Oltre ad essere il nome del piu' famoso cimitero argentino e' anche il nome del quartiere dove sono alloggiato (e comunque e' il cimitero che prende il nome dal quartiere, non viceversa, eh..) e, come gia' detto in un precedente post, e' un quartiere dove si respira un'atmosfera bohemienne molto simpatica. Qui alla Mansion Junin sono in camera con Sergej (un lungagnone russo, molto educato ma un po' chiuso), con Kevin, simpatico biondo giovane di Lione e col suo amico di cui non ricordo il nome, con Carmen, argentina del nord, qui in citta' per cercare lavoro (abbastanza carina) e con Ignacio, peruviano che studia alla universita' Cattolica (ricordo che e' il piu' grande ateneo privato del sudamerica).Qui alla mansion Junin, in calle Junin 1418, pago meno di 10 euro con "desayuno incluido"  e nella colazione e' compreso il dulce de leche ed il croissant (oltre a succo di frutta, marmellata, burro, fette di pane integrali e normali, caffe'. the, latte)....
Dopo tutto questo ben di Dio stamane parto con la moto e mi immetto nel caotico traffico


 di una grande citta' al lunedi mattina: immaginatevi 20 corsie (10 per senso di marcia) piene di auto e bloccate e immaginatevi il rumore dei clacson....


Sto' cercando un lavaggio per la moto e ne trovo uno a buon mercato gestito da un gruppo di peruviani: saranno almeno 10 che si affaccendano intorno ad ogni auto (ed anche alla mia moto), ognuno con un suo compito specifico. 10 minuti e Quadrotta ritorna come nuova!! Ritorno verso il centro passando davanti al palazzo del governo

 e mi porto a ridosso di La Florida, la calle pedonale che, con Lavalle, e' la meta dello shopping dei porteni (cosi' sono chiamati gli abitanti di Buenos Aires) e dei turisti

; qui ho la fortuna di trovare un Nikon Center e posso acquistare il carica batterie per la fotocamera D5100 (era dal furto a Rio Gallegos che non ricaricavo e avevo paura di finire l'utilizzo della macchina). Ora sono di nuovo completamente a posto per quel che riguarda la comunicazione: speriamo anche di essere fortunati e non avere altre rogne da questo punto di vista. Gia' che sono a La Florida ne approfitto per l'acquisto di una maglia celebrativa del massimo torneo di Rugby dell'emisfero australe: il 4 Nazioni tra Australia, Nuova Zelanda, Sudafrica e Argentina.
In sella alla amata Quadrotta sfilo ancora per le vie di Buenos Aires e ritorno alla Recoleta per delle foto che ieri non ho fatto;

 non potevano mancare anche le foto alla Tomba di Maria Eva Duarte in Peron (Evita per tutti gli argentini): ancora oggi, a oltre 60 anni dalla Sua morte, molti sono i fiori che vengono portati quotidianamente per ricordare questa giovane morta a soli 33 anni e che tanto ha significato nella vita dei "descamisados" e della storia politica argentina del secolo scorso. Molte inesattezze sono poi state scritte su Evita, soprattutto quelle pervenute a noi "occidentali": resta il fatto che per molti argentini Lei era la "madona de america"
Quando ritorno all'ostello ho la sgradita sorpresa di trovare la polizia che mi sta' aspettando perche'' in questi due giorni ho lasciato la moto in strada (era sabato e domenica, non c'erano problemi) e adesso che e' lunedi non va' piu' bene; mi devo trovare un estacionamiento a pagamento e lo pago quasi piu' dell'alojamiento mio.
Stasera ho deciso per una Parrilla e cascasse il mondo mi mangero' della buona carne con una Quilmes.
Alla faccia...dell'estacionamiento!!! .... he he he he ....

domenica 24 febbraio 2013

BAIRES

diario di viaggio del 24.2.2013
BAIRES

La giornata odierna e' tutta dedicata alla visita di Buenos Aires o almeno di una parte di essa che risulta essere la piu' conosciuta; nella notte e' piovuto molto e la moto e' ancora completamente bagnata, soprattutto la sella (il solito sapientone dira' "asciugala, no??" ma il fatto e' che le cuciture non si possono asciugare e quando mi ci siedo sopra si bagnano i pantaloni come se mi fossi fatto la pipi' addosso....poco male, che gli altri pensino pure quello che vogliono).
Non ho gps e nemmeno mappe ma ho un buon senso dell'orientamento e la .... lingua buona per chiedere informazioni; in pochi minuti raggiungo l'Avenida 9 de Julio (con il famoso obelisco...)

 e prendo quindi la "diagonal" (una delle due strade oblique in un universo di calles e avenidas che si intersecano ad angolo retto!!) verso la Plaza de Mayo, chiusa in fondo dalla Casa Rosada,

 la residenza del presidente della Republica Argentina: molti i turisti ed ancora i cartelli che chiedono giustizia come ai tempi delle "madres" e dei desaparecidos.
Mi fermo dappertutto (in mezzo alle calles, nelle piazze, ai semafori rossi per scattare foto e nessuno dice niente, anzi vengono a farsi fotografare con la moto, poliziotti compresi.....
Chiedo informazioni ad un vecchio tassista fermo in plaza de Mayo e in un attimo arrivo a Plaza Dorrego, nel  mitico quartiere di San Telmo, che ricordavo pieno di vita e di angoli caratteristici al tempo della mia prima visita; niente e' cambiato e l'atmosfera che si respira nelle vie colme di turisti e bancarelle, venditori e gente del posto e' veramente Bohemienne e carica di energia positiva: alla feria di San Telmo si vende di tutto, dalle bottiglie di soda provenienti da piu' di 50 paesi ai coltelli per l'asado, dai mate in metallo ed in "zuca"

 alle monete antiche, dalla rubinetteria fine ottocento alle stampe e foto dei bisnonni, dai dischi originali in vinile dei Beatles agli scialli in lana grezza lavorati a mano

....fantastico!!! E poi non dimentichiamo che alla Feria le scuole di Tango si esibiscono con musica dal vivo...assolutamente coinvolgente!!



Ai due poliziotti che gentilmente sono rimasti alla "esquina" a controllare la moto

chiedo la strada per il vicino quartiere della Boca (quello dove arrivavano gli italiani, quello dei poveri (contrapposto al River dei ricchi) e di Maradona, quello del Caminito e della Bombonera dove gioca il Bocas Juniors; e' facile arrivare e riuscire ad entrare nella zona pedonale per una foto con Quadrotta

...e quanta gente attorno!
Senza chiedere informazioni a nessuno ritorno alla Recoleta ed entro nel cimitero monumentale dall'unica entrata aperta, quella del Centro Civico; uno spettacolo, assolutamente uno spettacolo le centinaia e centinaia di cappelle monumentali che accolgono le spoglie di capi di stato, riformatori, premi nobel, uomini e donne che hanno fatto la storia di questo paese; moltissime le visite guidate e tantissimi i turisti presenti nei viali (anche qui disposti a reticolato romano, difficile perdersi o sbagliarsi. Mi fermo spesso a leggere le iscrizioni sulle targhe e a guardare le bare che ancora si vedono facilmente dentro ai mausolei: la storia di una nazione racchiusa in un fazzoletto di terra!!!


Mi sono rimasti solo 100 pesos e, pur provando diverse volte, non riesco ad entrare nei Cajeros Automaticos: per stasera mi devono assolutamente bastare, volente o nolente.

HIERBA MATE

diario di viaggio del 23.2.2013
HIERBA MATE

Fa decisamente caldo quando intorno alle 7 parto (ottima colazione con dulce de leche e biscotti al cocco aromatizzati cacao, una vera leccornia...) dal Canciller Hotel di Bahia Blanca, fa caldo ma il cielo e' coperto (e difatti mi prendero' parecchia pioggia, tanta da costringermi a mettere l'antipioggia); c'e' anche un forte vento trasversale o contrario che rallenta di molto la velocita' e mi fara' arrivare a Baires con il collo tutto indolenzito (smettera' di soffiare solo un centinaio di km prima della Capital Federal, e quindi lo sopporto per  quasi 600 km).
Il paesaggio somiglia alla nostra pianura padana, con alti pioppi a circondare immense piantagioni di mais, di canna da zucchero ma soprattutto della verdissima Hierba Mate,

 la pianticella simile al the che gli indios guarani' (si, proprio quelli del film "Mission") avevano insegnato ad apprezzare ai conquistadores spagnoli; ora e' la bevanda piu' diffusa del sudamerica e nel sud del Brasile, in Paraguay, in Argentina ma soprattutto in Uruguay non e' possibile camminare per le strade senza vedere qualcuno con la zucca e la "bombilla" in mano ed il termos sotto al braccio: e' un rito quotidiano come per gli italiani il caffe' o per gli inglesi il the.
Normalmente si prende "amargo" (amaro) e con acqua caldissima ma e' possibile prenderlo zuccherato (ed io lo preferisco) o, come lo bevevano proprio gli indios, "terere'" cioe' con succo di frutta freddo aggiunto alle foglie di hierba mate ( mate e' il contenitore, di zucca, di legno o di metallo, la erba viene chiamata normalmente solo "hierba" e la "bombilla" e' la cannuccia in metallo con filtro finale che serve per berlo senza ingoiare le foglie). La preparazione e' un rito che richiederebbe un intero articolo: dico solo che si mettono le foglie sminuzzate dentro al mate e poi si versa l'acqua o il succo.
La ruta 3 diventa a pagamento

 avvicinandosi a Buenos Aires ma le motociclette non pagano (iuuuuuuu......) e intorno alle 16.30 sono gia' nelle strade della capitale; a questo punto trovare un ostello in una citta' che come area metropolitana arriva quasi a 14 milioni di abitanti: sono gia' stato qui e ricordo a grandi linee dove si trova il quartiere della Recoleta (dove voglio sistemarmi), il problema e' trovare un bsckpacker o un ostello nel dedalo di calles e avenidas, perbacco!! Dopo due tentativi infruttuosi (uno non esiste piu' e l'altro non ha posto...) arrivo al Junin in Calle Junin e per 75 pesos a notte ho il mio bel letto in dormitorio, comprensivo di prima colazione e bagaglio chiuso in una stanza con chiave: cosa potevo volere di piu' in una grande citta'?
Dopo una bella doccia (con la pioggia presa non avevo un gran bell'aspetto...) esco per le vie del quartiere del grande cimitero monumentale, quello dove sono sepolti la maggior parte dei presidenti dell'Argentina (compresa Eva "Evita" Peron) e molti premi nobel, scrittori, chimici di fama mondiale, e l'animazione e' notevole (e andra' aumentando con l'avanzare della notte): ci sono molti locali, molti negozi aperti fino a tardi e nella bella chiesa della vergine del Pilar (costruita nel 1732 dagli Agostiniani) si sta' celebrando un matrimonio (mamma mia quanti invitati...). Mangio qualcosa in un locale vicino al cimitero e poi me ne sto', come spesso mi piace fare, seduto su una panchina della plaza a osservare la gente che passa. Strana gente gli argentini...

sabato 23 febbraio 2013

A BAHIA, A BAHIA....

diario del giorno 22.2.2013
A BAHIA, A BAHIA.....

A Puerto Msadryn dovevo rimanere un altro giorno per visitare la Penisola Valdez, che come dicevo ieri ha colonie di pinguini, elefanti marini, delfini; in questo periodo ci sono anche le orche ( ma non e' cosi' facile avvistarle, bisogna essere fortunati...) mentre non e' la stagione delle balene franche australi che qui vengono a figliare da giugno a novembre.
Piu' ancora della parte naturalistica pero' mi interessava essere domenica gia' a Buenos Aires (piu' avanti Vi diro' perche'); ora, ieri, parlando con Anna mi sono accorto che ero un giorno indietro: ero convinto fosse mercoledi ed invece era gia' giovedi. Ho dovuto quindi fare una scelta (e si sa', quando si fa una scelta si prende uno ma si lascia sempre un altro....e' la vita!!) ed ho scelto di lasciare Puerto Madryn per essere sabato sera a Baires e domenica andare alla Feria di San Telmo!!!!!
Stamattina quindi parto da El Retorno, percorro tutta Avenida Mitre, mi lascio sulla destra la strada per Puerto Pyramide e la Penisola e dopo circa 15 km mi immetto nuovamente sulla Ruta 3 Atlantica.
La 3 e' la seconda Ruta piu' famosa di Argentina (dopo la 40. ovviamente!) e collega Buenos Aires con Ushuaia, dove arriva dopo ben 3029 km; e' in molti tratti una buona e bella strada, con tratti panoramici lungo il mare, sulle Sierras e sulle Pampas, tra boschi di lenga ed eucalipti, ma in alcuni tratti (come in questi ultimi giorni) si deteriora facilmente e larghe crepe, buche, avvallamenti, dossi piccoli ma insidiosi rendono difficile la circolazione; e' per questo che la Amministrazione della Vialidad argentina e' impegnata non nel recupero della vecchia ma nella costruzione di una nuova arteria, parallela alla prima ma con nuovo fondo: questa nuova opera pero' costringe a lunghi tratti in sterrato, a interruzioni con senso unico alternato, ad avere polvere e camion in mezzo per molti tratti.


A questo bisogna aggiungere che se la Patagonia finisce a Puerto Madryn il vento patagonico sembra non conoscere bene la geografia e continua a soffiare bello forte anche oggi su tutti i km percorsi; oggi e' cambiato anche il clima e se alla partenza avevo freddo (avevo levato l'imbottitura interna di giacca e pantaloni) gia' dopo Rio Colorado (circa meta' percorso) fa molto caldo e stasera a Bahia  si circola  normalmente in pantaloncini corti e maglietta; infine non avevo ancora accennato alla terribile accoppiata vento-camion in senso contrario, un mix che quando ti investe sembra una sberla per casco (testa), collo, petto, braccia....e di queste sberle oggi ne avro' prese almeno tre o quattrocento!!!
Bahia Blanca e' esattamente a meta' strada tra Madryn e Baires ma non e' assolutamente turistica (qui non c'e' nulla di interessante da vedere...) e questo significa che di backpacker e hostel non se parla proprio; trovo pero' posto in un piccolo e un po' trascurato hotel

 (pero' con una bella atmosfera) e ad un buon prezzo ho anche la colazione ed un posto in garage coperto: Quadrotta e' al sicuro da malintenzionati.


Ah, ieri sera alle 23.30, grazie alla gentilezza di Gladys, avevo portato la moto all'interno della cucina dell'ostello!!!SIC!!
Domani arrivo alla Capital Federal; l'ultima volta che c'ero stato, nel 2006, ero arrivato da nord mentre questa volta arrivero' da sud ma c'e' da giurare che si arrivera' in centro storico sempre dalle sei corsie per senso di marcia della Avenida 9 de Julio.
Porteni, sto' arrivando..... 

venerdì 22 febbraio 2013

ANCORA NEBLINA

diario di viaggio del 21.2.2013
ANCORA NEBLINA

La citta' si risveglia proprio mentre io me ne sto' andando; per le vie operai che vanno al lavoro, impiegati, nettezza urbana. Inizio che sista' proprio bene, non piove e non fa' freddo ma pochi kilometri oltre la citta' cominciano delle basse colline e scende una fitta e fastidiosa neblina

che diminuisce la visibilita' e bagna tutto.
Per il resto la pampa regna sovrana, bassa, piatta vegetazione, recinzioni, pecore e guanachi (la piu' grande porzione di pampa di questa zona e' quella "de Salamanca").


I km oggi sono veramente pochi e me la posso prendere comoda anche alle stazioni di servizio (Quadrotta ovviamente fa la parte del leone, richiamando sguardi e commenti da parti di tutti, uomini o donne che siano).
Alle 13.30, percorsi i 441 km che separano le due cittadine, arrivo alla meseta che sovrasta Puerto Madryn e scendo velocemente (non che io vada veloce ma la discesa e' proprio ripida) fino alle prime case dellla porta di accesso alla penisola Valdes.
La penisola , che al momento dell'arrivo e' nascosta da una foschia abbastanza fitta, e' una delle zone naturalistiche piu' importanti di tutta l'Argentina; oltre al pittoresco "lugar" di Puerto Pyramides lungo le sue coste sono ormai costantemente presenti pinguini, delfini, leoni marini e, a seconda delle stagioni, le orche e le balene franche australi (che qui vengono anche a figliare; all'interno della penisola poi ci sono volpi grigie, guanachi, nandu',armadilli; insomma un vero paradiso che gli argentini custodiscono gelosamente e con molta attenzione.
Trovo ospitalita' presso l'Hostel El Retorno e la gentilezza e professionalita' di Gladys, quattro nonni italiani tutti di San Severino Marche, rendono piacevole il soggiorno in questo bel alojamiento.
Stasera ho modo di provare un'altra particolarita' gastronomica argentina, el pan de campo relleno, una specie di calzone fatto col pane e riempito di ogni ben di dio: buono ma enorme, accidenti....non ce la faccio a finirlo!

EMERGENCY A ETNICA

diario di viaggio del 20.2.2013
EMERGENCYA ETNICA

Quasi 800 km sono tanti, soprattutto se nella strada stanno facendo lavori e ci sono continue interruzioni e deviazioni; in piu' oggi ho impegno importante e devo cercare di arrivare prima delle 17 (le 21 in Italia) perche' a quell'ora all'auditorium San Nicolo' di Chioggia (VE) c'e' un incontro organizzato dall'amica Lucia Balboni di Etnica, un incontro nel quale si parlera' di cosa e' cosa rappresenta Emergency e dove ci sara' un collegamento Skype col sottoscritto: non posso assolutamente mancare o arrivare in ritardo!!
Il vento si e' calmato un po' (e comunque dovrebbe soffiare alle spalle) ma quando alle 7 vado a prendere la moto piove abbastanza forte e mi bagno completamente ancora prima di partire (e continuera' ancora per due ore dopo la partenza...).
Decido di non mettere l'antipioggia, confidando nella qualita' del materiale OJ (giacca e pantaloni), Vendramini (stivali) e X Lite (casco) e dopo il rifornimento alla YPF prendo l'autopista gratuita verso Comandante Luis Piedrabuena. Sotto un grigio cielo passo vicino a lagune dove fenicotteri e altri uccelli di palude

 scandagliano il fondo alla ricerca di alghe e piccoli crostacei; i kilometri si seguono gli uni agli altri sempre uguali in interminabili rettilinei ora in una direzione, ora in un'altra; ai lati della strada tanti tantissimi guanachi attirano l'attenzione per l'eleganza, insieme a tanti nandu;, a isolate volpi e lepri, a qualche puzzola (anchequalcuna morta sulla strada, purtroppo).
Mi fanno compagnia, se cosi' si puo' dire,i cartelli segnalatori delle distanze sulla ruta 3 Atlantica

; mi fermo ogni tanto per qualche foto, per far riposare la moto, per i rifornimenti,,,,ma per la maggior parte del tempo corro, corro, corro; dopo San Julian spunta il sole e la strada, nelle vicinanze dei numerossimi impianti petroliferi di Caleta Olivia,

 diventa pessima, rotta in piu' punti, con buche e avvallamenti: per fortuna le imprese stanno alacremente lavorando per costruire quella nuovo a fianco della vecchia (e spesso, come detto, si e' costretti allo sterrato per i "desvii". Per tale ragione arrivo a Comodoro Rivadavia che sono gia' le 17.30 e devo ancora attraversare tutta la citta' per trovare un ostello con connessione Wi-Fi; non mi cambio e non porto neanche la roba in camera. Pago e subito abilito il collegamento sul mio nuovo netbook: e' bello rivedere Michele trolese, Ivano, Alessandro Bertani, Nadia; e poi Lucia e Simone e Paolo; e poi ancora Michele Zaggi, Sabrina e gli amici di Emergency Padova. Saluto il numeroso pubblico in sala (dovrebbe esserci anche Anna, ma non la vedo...) e provo una grande emozione a pensare che sono a 15.000 km di distanza eppure li ho tutti cosi' vicini...ah, la tecnologia!!!!

giovedì 21 febbraio 2013

THE LONG AND WINDING ROAD (Beatles)


diario di viaggio del 19.2.2013
THE LONG AND WINDING ROAD (Beatles)

Chi ha percorso le strade della Patagonia in moto sa' di cosa parlo; gli altri possono solo immaginare ma la realta' e' superiore ad ogni immaginazione: sto' parlando del vento, del vento che soffia da ovest ad est in tutta la Patagonia.
Questo vento che non si ferma mai, che non da' tregua, che ti costringe a tenere tutti i muscoli in tensione, che se ce l'hai laterale (e questo quindi quasi sempre, visto che ci si sposta normalmente da nord a sud o viceversa..) ti fa avanzare con la moto inclinata anche di 45 gradi (lo so' che qualcuno non ci crede e pensa che esageri...ma quel qualcuno qui non e' mai venuto!!!) e ti sposta continuamente fino al bordo della strada o fino a meta' della carreggiata opposta.
Beh questo vento impetuoso oggi me lo sono "cuccato" per tutti i 300 km che separano Rio Gallegos da Punta Arenas....e quando sono arrivato il console Hector Stefani mi ha avvertito che per la televisione avevano detto che il vento odierno era arrivato a toccare i 100 km/h. Alla faccia....
Con l'aiuto di Hector e del figlio Franco (ho conosciuto anche la figlia Florencia, che ha finito gli studi universitari in campo turistico ed e' gia' stata in Italia e a Posina (VI) in particolare) vado alla zona franca, questo enorme quartiere di capannoni dove e' possibile trovare roba di marca, ultimi modelli, grande varieta' in campo ottico, elettronico, informatico, di abbigliamento, auto, moto, outdoor, etc etc e tutto, oltre ad essere di ottima qualita' ed in gran quantita', e' anche estremamente economico, soprattutto per noi europei e per gli americani. Trovo e compro il computer con le caratteristiche che mi aveva indicato Sabrina di Emergency (le stesse di quello che mi hanno rubato) ma devo tornare nel pomeriggio perche' intanto me lo configurano con tutti i programmi che dico loro; per il pranzo il gentilissimo Hector mi accompagna a conoscere la sua Mamma, una simpatica signora piacentina di 83 anni che pur essendo da oltre 60 anni in sudamerica continua a esprimersi preferibilmente nel suo dialetto d'origine. Cosa si mangia? ma cannelloni al forno, naturalmente....
Nel pomeriggio ritorno con Franco in zona franca e decido di prendere anche un cellulare con scheda "sudamericana" (non si sa' mai..) e poi alla INDUMOTOR (l'azienda di Hector) per riprendere la moto e scattare alcune foto

; quando riparto sono ormai le 17 ma questa voltat il vento ce l'ho alle spalle e Quadrotta vola letteralmente (circa 120-130 all'ora) e riesco ad arrivare a Rio  Gallegos in meno di 3 ore invece delle 4 e mezzo impiegate all'andata.
All'hostel Terravento trovo Tiago Profeta, simpatico 69enne brasiliano, che in sella alla sua Honda 125 di 27 anni sta' girando il sudamerica da solo; parla solo brasiliano e gli mancano molti denti davanti, per cui diventa molto difficile comprendere cosa dice, ma un modo di fare divertente e lo ascolto piacevolmente mentre mi preparo la roba per il giorno dopo. Ho da fare 780 km fino a Comodoro Rivadavia...ma nessuna frontiera in mezzo, acciderbolina!!!

lunedì 18 febbraio 2013

RIMPIANTI E SOLUZIONI

Diario di viaggio del 18.2.2013
RIMPIANTI E SOLUZIONI

Giornata interlocutoria, passata tra il sentire dalla Polizia se c'erano notizie o novita' e l'organizzare la "scappata" di domani a Punta Arenas in Cile (c'e' una zona franca dove si possono acquistare i prodotti elettronici ad un buon prezzo; qui in Argentina i computer sono vecchi e con un prezzo alto, effetto della chiusura delle importazioni, a parte quelle provenienti dal mercosur); sono solo 300 km di un'ottima strada e cosi' domani vado e acquisto un netbook (se effettivamente il prezzo e la qualita' saranno all'altezza) oppure un cellulare che mi permetta di avere una buona comunicazione con Anna e gli altri amici che mi seguono.
Nel pomeriggio vado a trovare Emanuel a casa sua; sta dando una mano a Bryce per risolvere un problema con la catena ed un tenditore della stessa sulla Honda e cosi' ne approfitto per farmi dare delle s`piegazioni su che tipo di cellulare si usa qui in sudamerica ed anche sulla faccenda del "cambio parallelo" (leggi mercato nero), molto conveniente per noi europei o statunitensi (il dollaro che normalmente vale intorno ai 5 pesos al mercato parallelo puo' essere trovato intorno ai 7 pesos o anche piu' e naturalmente ancora di piu' conviene con l'euro)
Quando ritorno all'Hostel telefono a Hector Stefani, il Viceconsole di Punta Arenas, ricordate??, e con la sua effervescente vitalita' Hector si dimostra piu' che disponibile ad accompagnarmi e farmi da tramite nell'acquisto dell'uno o dell'altro in zona franca.
Ho poi agio di leggere le mail ed i commenti sul blog e mi rendo conto che, come ha detto qualcuno, si dovrebbe stare piu' attenti quando si e' in giro per il mondo; so' anche pero' che quando si e' soli non e' sempre facile tenere tutto sotto controllo, la tensione ogni tanto si allenta, l'attenzione pure....e comunque ora non serve piu'!!
I rimpianti fanno solo vivere male...lo so' da solo che se  lasciavo la roba sopra; se me la portavo con me alla moto; se aspettavo qualcun altro per farmi dare una mano; se guardavo prima se c'era nessuno in strada; se se se ...ormai e' successo (ed ho pianto le mia lacrime amare!!!) ed il viaggio e' ancora molto lungo e molta strada devo ancora percorrere. Ora devo trovare le soluzioni e far tesoro della brutta esperienza passata.
Stasera Antoine parte in "colectivo" (la corriera) e si fara' 26 ore di bus fino a Bahia Blanca; Bryce invece dorme ancora qui e, messa a posto la moto, domani partira' in direzione di ushuaia: forse facciamo un po' di strada insieme...

IL FATTACCIO

Diario di viaggio del 17.2.2013
IL FATTACCIO

Sveglia alle 6 e gia' alle 6.20 scendo le scale del Terravento col "case" del computer e lo zainetto per il primo carico della moto; li appoggio sulla scala, apro la porto in ferro e la appoggio dietro di me mentre vado a prendere la Quadrotta nell'alojamiento; accendo, parto, arrivo, posteggio, apro la porta.... e non ci sono piu' case e zainetto. Guardo immediatamente fuori e vedo, ormai troppo lontana, un'auto scura di cui non riesco piu' ad identificare modello e targa che si allontana lentamente lungo Av. San Martin: nessun altro sulla via.
Sono confuso, non so' cosa fare, mi viene da piangere, non riesco a pensare ad altro che dentro c'era tutto, dal computer all'hard disc con tutte le foto ed i filmati del viaggio, la foto e video camera samsung, i cavi di collegamento e di carica delle varie apparecchiature e poi la Moleskine, l'asciugamano, il sacco lenzuolo, l'MP3, tutti i regalini comprati nelle varie parti del mondo: tutto tutto tutto....
D'accordo con i gestori del B&B decido di andare a fare denuncia alla Polizia (ben conscio che comunque non servira' a nulla) ed i solerti poliziotti, dopo la stesura del verbale, vengono anche a controllare il posto e svolgono una mini indagine nella via. Domattina controlleranno il video di una videocamera della Caja de Previdencia Social vicino all'Hostel ma nutro parecchie perplessita' che il tutto portera' a qualcosa di concreto!
La roba ormai e' persa e comunque a quella si puo' sempre rimediare comprandone di nuovo ma tutti i ricordi legati al viaggio...beh, quelli non ritorneranno mai piu', porca vacca!!!! Mi viene da augurare una marea di accidenti agli autori del furto ma ... anche questo serve veramente a poco!
A questo punto decido di restare ancora un giorno (forse anche 2) a Rio Gallegos per seguiro lo sviluppo delle indagini della Polizia e cosi' nel pomeriggio vado a piedi a prendere tutto quello che serve per una carbonara. Nel frattempo al Terravento sono arrivati Antoine (francese della Normandia) che gira l'america sur con "el dedo" e Bryce, motociclista americano dell'Oregon che con la sua Honda 650 e' partito da casa e dopo aver attraversato 13 frontiere e' ora giunto fin qua.
Il collegamento con Anna mi aiuta molto a superare lo smarrimento ed il magone che ho dentro; domani e' un altro giorno, dicono,...e spero sinceramente sia migliore di questo 17 febbraio. Quello che provo oggi e' peggiore della sensazione dopo il brutto giorno passato in Australia.
In serata la compagnia dei due ragazzi e di Emanuel, argentino del luogo che sta aiutando Bryce con un problema alla moto, mitiga ancor di piu' il senso di scoramento e scarica l'enorme tensione. Le soluzioni a domani....

FREDDO E FRONTIERE

Diario di viaggio del 16.2.2013
FREDDO E FRONTIERE

Dopo un abbraccio con Ramon, il titolare del backpacker's,

 verso le 7.20 lascio Ushuaia e comincia cosi' per me e per Quadrotta la lunga risalita del continente americano che dovrebbe portarci fino in Alaska; fa molto freddo e durante la notte e' sicuramente nevicato in quota (Vi ricordo che siamo nell'agosto australe, eh...) perche' le montagne che sovrastano la citta' alla fin del mundo sono tutte imbiancate.

 Ho da percorrere poco piu' di 600 km ma in mezzo ci sono due frontiere e un traghetto che allungheranno di sicuro i tempi: mi aspetta una lunga giornata.
E' comunque per buona parte la strada gia' percorsa all'andata e so' che la prima parte e' facile, bella,

 asfaltata; dopo la frontiera di San Sebastian cominciano i 110 km di ripio che dovrebbero poi essere gli ultimi che percorrero' qui in Argentina; non so' come e non so' perche' ma sbaglio strada (sono 7-8 le strade sterrate che collegano San Sebastian con la costa della Isla Grande de Tierra del Fuego, strade che poi si incrociano in piu' punti) e mi ritrovo in una ruta diversa da quella percorsa all'andata: questa pero' e' piu' scorrevole e veloce e alla fine....anche piu' corta di 10 km. Mi e' andata proprio bene!!
Al traghetto, tra l'attesa, il carico, la traversata e lo scarico, se ne va via piu' di un'ora ma incontro Elena, medico ginecologo di Bergamo, che si sta girando la Patagonia in bus e con lo zaino in spalla prima di andare a prestare servizio volontario in un Ospedale di Buenos Aires.
All'attracco non fa piu' tanto freddo ma in compenso il cielo e' completamente coperto da nuvoloni neri che in lontananza scaricano ampi canaloni di pioggia; incredibilmente la strada verso nord e verso la meta di Rio Gallegos sembra avere un radar ed evita accuratamente tutte le colonne d'acqua: arrivo che non ho preso neanche una goccia.
Percorrendo le vie cittadine noto l'insegna dell'Hostel Terravento e mi fermo: i due anziani proprietari vivono nell'ostello e lo tengono lustro e perfettamente in ordine; decido di pernottare e mangiare qui e metto la moto in un recinto dall'altra parte della strada, ben nascosta alla vista di malintenzionati.
Domattina dopo la colazione compresa nel prezzo della "cama" partenza presto per affrontare i 780 km che mi separano da Comodoro Rivadavia.

domenica 17 febbraio 2013

CHIACCHERE E IMPRESSIONI

Diario di viaggio del 15.2.2013
CHIACCHERE E IMPRESSIONI

Alle 10 sono al Rio Pipo dove sono alloggiati Alain, Ignacio e Michael; osserviamo con curiosita' gli allestimenti delle rispettive moto e ci scambiamo informazioni sui materiali e sui fornitori; finiamo ovviamente con una bella foto tutti assieme

 ed insieme decidiamo di andare prima al Museo Maritimo e quindi al Glaciar Martial; percorriamo in fila le via cittadine e soprattutto la centralissima Av. San Martin (meta dello struscio dei turisti provenienti da tutto il mondo) suscitando curiosita' e commenti e quando arriviamo al museo e ci chiedono 90 pesos per il biglietto....ci guardiamo in faccia e insieme decidiamo per il giro in montagna subito

 (cavolo, neanche si trattasse degli Uffizi).
La strada del ghiacciaio e' larga e con belle curve e questo fa la goduria di noi bikers; arrivati al piazzale dove termina la strada

 ci avviamo a piedi  per il sentiero che arriva ai bordi del Martial ed il paesaggio, sia verso la montagna che verso la baia, il canale Beagle e l'Isola Navarino che sta di fronte a Ushuaia, e' veramente notevole.
Torniamo alle moto chiaccherando di viaggi, di politica, di moto, di etica, di economia, di tutto un po' e ci accorgiamo che, pur proveniendo da paesi e culture diverse (irlandese, spagnolo, francese, italiano) abbiamo visione del mondo e delle cose  molto simile. Affinita' elettive...
Scendiamo in citta' e ci facciamo un club sandwich+Quilmes (la piu' famosa e ovunque reperibile delle birre argentine) e poi dobbiamo purtroppo salutarci: io devo incontrarmi (purtroppo solo con Skype) con Anna e loro vanno a passare due notti al Parco; la promessa e' di restare in contatto e risentirci con mail dalle diverse parti del mondo dove ognuno andra'.Prima di rientrare pero' io vado a farmi una foto con Quadrotta davanti alla ormai arcifamoso cartello con la scritta "Ushuaia fin del mundo".


Finito il collegamento con la mia ancora di salvezza (naturalmente intendo il collegamento con Anna su Skype) scendo a piedi in centro a comprare qualche regalino e anche latte e biscotti per la colazione del giorno dopo: quando partiro' intorno alle 7 el desayuno del Patagonia Pays non sara' ancora pronto.
Ritorno e prima di andare a letto resto a parlare un po' con gli altri ospiti dell'Ostello e soprattutto con Osvaldo, ciclista messicano, che sta girando da due anni il sudamerica anche per raccogliere fondi a favore dei bambini di una scuola del suo paese. 

venerdì 15 febbraio 2013

TRE NUOVI AMICI


Diario di viaggio del 14.2.2013
TRE NUOVI AMICI

Oggi resto ad Ushuaia e come d'abitudine piove; è ormai una costante che quando non mi muovo con la moto o quando non ho un “lugar” da visitare inizia a piovere: comunque se continua così non mi lamento di sicuro!!
Tra uno scroscio e l'altro (qui non piove mai per tanto tempo in questo periodo dell'anno, e non piove nemmeno tanto forte) riesco a fare un po' di manutenzione alla moto: cambio il filtro dell'aria, pulisco internamente il carter, controllo la cinghia e la frizione sostituita, serro per bene tutte le viti, do una controllatina all'olio (tutto ok) …... ed il tempo vola.
Rientro ben bagnato e dopo una bella doccia calda perdo altre 2-3 orette al computer per le solite cose (stavolta erano tre giorni che non aggiornavo!!
Nel primo pomeriggio esco a piedi per un giro per le strade cittadine

 e alla ricerca di una farmacia (ho da una settimana una fastidiosa tosse e riesco a trovare un buon sciroppo e un po' di aspirine che avevo finto) e ne approfitto per fotografare un po' di angoli particolari della città

 (che a dispetto delle dimensioni, quasi 150 mila abitanti, mantiene sempre quell'atmosfera da ultimo posto del mondo - sia per le case ancora in legno col tetto rigorosamente in lamiera sia per l'indole dei suoi abitanti - di quando era una colonia penale e aveva poche centinaia di residenti).


Stò lentamente bighellonando per la centralissima Avenida San Martin 

quando vedo “uno” con la giacca BMW da moto; riconosco in Lui uno dei due motociclisti che stavano partendo dalla frontiera argentina di San Sebastian proprio nel momento in cui io stavo arrivando. Lo fermo e ci mettiamo a chiaccherare; si chiama Michael, è irlandese e come il suo compagno Alain, francese, viaggia con una F 800 GS. Con loro ora c'è anche Ignacio, spagnolo, con una Yamhha, incontrato subito dopo la frontiera ma da loro conosciuto in un altro viaggio in Alaska anni fa (incredibili coincidenze). Ci scambiamo, conversando in strada, un sacco di informazioni sul percorso e sulle altre parti del mondo (hanno più o meno la mia età e hanno girato parecchi dei paesi che attraverserò). Dopo una mezz'oretta al vento, alla pioggia e ad un po' di freddo decidiamo di entrare in un vecchio bar e prenderci qualcosa di caldo insieme (io che non bevo caffè....prendo un caffè!!).
Seduti al calduccio decidiamo di vederci domani e di andare a fare un giro al Parco Nazionale della Tierra del Fuego e alla fine della Ruta n° 3 a Lapataia. Sono proprio simpatici e alla mano ed il tempo scorre piacevole in loro compagnia..


Ritorno al Patagonia Pays, raccolgo qualche informazione per la comida di stasera (il consiglio di tutti è per tipico “cordero fueguino” (agnello asado) e riesco sotto la solita pioggerellina;; beh, và a finire che invece mangio finalmente un bel piatto dei “centolla al ajillo” e devo dire che il rosso granchio gigante è veramente squisito, addirittura più buono dell'aragosta (per me).
Al ritorno mi metto a chiaccherare in ostello con Selina e Walter, due ragazzi di Cuneo arrivati in ostello e che stanno girando l'america meridionale con lo zaino in spalla: domattina anche loro andranno al parco ma per restarci una notte a dormire, girandolo a piedi.
E' ormai mezzanotte e mezza quando finalmente mi infilo sotto le lenzuola.