diario di viaggio del 23.6.2013
DILUVIO UNIVERSALE
Abbiamo quasi mille km da fare e ovviamente bisogna alzarsi presto se
vogliamo farcela; alle 5 due dei ragazzi russi che hanno dormito in stanza con
noi si alzano ed in 10 minuti sono pronti (autisti delle auto dal Giappone a
Krasnoyarsk) ed anche noi ci muoviamo a quell'ora; siamo abbastanza bravi e
alle 6 siamo pronti nel gran piazzale della Gostiniza dove abbiamo dormito; il
tempo e' bello, freschetto a quest'ora (il sole, tramontato alle 23.30 e' sorto
intorno alle 4.30 e ancora non scalda l'aria)) ma e' cielo limpido e senza
nuvole all'orizzonte; percorriamo i primi km quasi in assenza completa di
traffico.
E' questa la parte piu' "selvaggia" e deserta (nel senso di
popolazione) della Siberia da noi attraversata; pero' piu' a nord di qui, nella sconfinata taiga che si estende
fin oltre il circolo polare artico, allora la' si che si parla di immense lande
senza alcun segno umano e con la natura nella sua espressione piu' autentica;
doveva anche essere la piu' difficile come fondo stradale ed invece la M55 si
sta' rivelando una lieta sorpresa: probabilmente i russi hanno trovato
l'asfalto giusto o sono riusciti a realizzare delle massicciate che possano
resistere alle tremende temperature, alla neve, al gelo che spacca tutto; non
credo sia facile mantenere in buono stato migliaia e migliaia di km in queste
condizioni atmosferiche ed e' per questo che apprezziamo ulteriormente questo
bel manto stradale ed il lavoro svolto dall'Amministrazione (non e' pero
proprio tutto rose e fiori: qualche tratto di strada brutta o di lavori in
corso con dirottamento in sterrato c'e' ancora,eh..)
Dopo Skovorodino la strada sale di quota e le due Quadrotta non hanno vita
facile nelle lunghe, quasi sempre dirette, salite lungo i versanti di alte
colline coperte di betulle e larici ma e' poi entusiasmante lasciarsi andare a
120-125 kmh delle discese; come detto i centri abitati sono veramente pochi e
sempre a qualche centinanio di mt. dalla strada: poche case di legno (spesso
male in arnese), con gli scuri in legno lavorato e colorato, gli immancabili
pagliai, cataste di legna per riscaldarsi e cucinare, carcasse di mezzi
meccanici (auto, bici, trattori, qualche stufa e altro...) abbandonati alle
intemperie; comincia a d essere difficile il reperimento della benzina e piu'
di una volta siamo costretti a ricorrere alle nostre taniche di riserva, magari
anche solo per pochi km!!!
Gran bella giornata comunque dal punto di viusta climatico e arriviamo
felicemente a poco piu' di 100 km da Cita. la nostra meta, quando nel breve
volgere di pochi minuti tutta cambia con una repentinita' che ci sorprende;
neri nuvoloni si addensano sopra le nostre teste e ci fermiamo giusto il tempo
di mettere l'antipioggia (solo Maurizio, Aldo decide di rischiare e restarne
privo confidando nella velocita' di passaggio del temporale); la curva
successiva comincia a piovere, grossi goccioloni che picchiano sonoramente su
caschi e visiere; continuiamo ad avanzare, un po' piu' piano ma ancora
speditamente; la pioggia ci da' una tregua ma davanti a noi nuvole color pece
non annunciano niente di buono; difatti, con la strada che sale ulteriormente e
arriva a bucare le nuvole, ecco scatenarsi un'ira di Dio di acqua, forte,
cattiva (gia' detto in altro frangente, lo so', lo so'), talmente fitta che si
puo' vedere a non oltre 5 metri di distanza, e poi ... e poi la grandine,
chicchi di 1 cm che arrivano come missili; molte auto e qualche camion si
fermano, i due motociclisti continuano e continuano per oltre 3/4 d'ora in
questo inferno che sembra non smettere mai (anche perche' si procede a 20
all'ora).....
Quando la strada scende di altitudine smette la grandine, poi smette anche
la pioggia ed anche se il cielo resta coperto riusciamo ad arrivare alla
periferia di Cita che sono quasi le 21; siamo in sella da 15 ore e non e'
ancora finita; la tremenda acqua caduta anche su questa citta' di quasi 300
mila abitanti ha riempito i tombini, portato a valle torrenti di fango e le vie
cittadine sono in tilt: lunghi serpentoni dipendolari che tornano a casa
intasano le strade allagate (passiamo su "pozzanghere" di acqua e
fango anche di 300 mt) e ci muoviamo con destrezza in mezzo alle due
carreggiate, rischiando piu' volte di cadere o scivolare; solamente dopo
un'altra mezz'ora troviamo alla periferia una locanda (gostiniza) nuova, ben
messa e, anche se il prezzo e' alto (2800 rubli la camera da due, quasi 35 euro
a testa, accidenti...) decidiamo di fermarci e finalmente riposarci.
Aldo, senza l'antipioggia e' completamente fradicio, fino alle mutande, ed
anche Maurizio, con la tremenda acqua penetrata dappertutto, e' bello (si fa
per dire...) bagnaticcio; una doccia calda e' quello che ci vuole per
ristorarci e tirarci su il morale e nonostante tutto, anche se effettivamente
stanchi, ci diamo un bel cinque, rendendoci conto che siamo stati bravi e
temerari a superare una prova ostica e con sorpresa finale di cui avremmo fatto
volentieri a meno.
Abbiamo solo qualche ora per riposare; domani si riparte verso lacapitale
della Repubblica Autonoma dei Buriati: Ulan Ude ci aspetta!!
Ciao Maurizio e ciao Aldo, siete forti in gamba x il vostro viaggio, forza!!! Ciao
RispondiEliminaluca manca , sardegna