Motorbike Adventure Team

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Motorbike Adventure Team è formato da un gruppo di amici che hanno in comune una grandissima passione per i viaggi, la moto e per l'avventura. Assieme a voi, abbiamo realizzato qualcosa che va oltre l'esperienza personale, per quanto gratificante, di conoscere luoghi e popoli in regioni remote e spesso inaccessibili: far arrivare a quelle popolazioni un aiuto tangibile, non fatto solo di oggetti inutili.

lunedì 17 giugno 2013

GRANDE MADRE TERRA RUSSA ASPETTACI

Diario di viaggio del 15.6.2013
GRANDE MADRE TERRA RUSSA ASPETTACI

Il trasferimento da Seoul a Dong Hae prevede l'attraversamento delle montagne coreane e dalla costa del mar Giallo si arriva a quelle del golfo....
Ci prepariamo con cura il bagaglio da caricare sulle moto e quello che per me e' ormai diventata una routine quasi fisiologica per Aldo e' ancora una novita' e richiede tempo e organizzazione: migliorera' rapidamente, questo e' sicuro...
Non abbiamo ormai cose importanti da fare e alle 13.30 lasciamo la Bong House (prima qualche foto con Violet e gli straccetti della pace di Emergency) e ci immergiamo nel caotico traffico della capitale coreana durante la pausa pranzo: tante auto, tanti semafori, tantissimi autobus verdi e azzurri, continue fermate e interruzioni ci costringono ad avanzare abbastanza lentamente ed il caldo e l'umidita' si fanno sentire parecchio (siamo belli bagnaticci quando lasciamo la periferia e cominciamo ad inoltrarci tra le basse colline).
Ieri sera arrivando dal traghetto abbiamo fatto benzina e stranamente Aldo ne ha messa poca perche' sembrava che il serbatoio fosse pieno; in realta' non e' cosi e dopo una cinquantina di Kilometri il motore comincia a "tossire" e si ferma: carburante terminato!! Proviamo con la cannula a travasare dalla mia ma non ci riusciamo e allora parto in avanti alla ricerca di un distributore; sono e siamo fortunati perche' dopo soli 5 km ne trovo uno, riempio una delle taniche laterali e ritorno indietro; travasiamo il "prezioso" (per noi ed in quel momento...) liquido e ripartiamo tra colline profumate, coltivate, con belle casette dal tetto azzurro in lamiera che richiama ovviamente  i tetti a pagoda dei templi orientali.
E' questa una zona prettamente agricola, poche le industrie, molto simile a tante zone della nostra pianura padana; ci sembra comunque che la gente sia non dico agiata ma quasi e che il tenore di vita sia bello alto (auto, case, vestiti, la struttura dei centri urbani che attraversiamo fanno pensare questo); la strada  comincia piano piano a salire, arriviamo a passi sui 7-800 mt e le curve e le salite rendono divertente il nostro andare; Aldo poi e' piacevolmente sorpreso della guida di Quadrotta, della sua capacita' di affrontare anche a basse velocita' curve impegnative anche se, essendo ancora tutti e due i mezzi in rodaggio, sono ancora un po' "legate".
Passiamo anche per Pyeonchang e Yeongseon che nel 2018 ospiteranno le olimpiadi invernali e possiamo cosi' vedere i lavori che sono gia' iniziati e le strutture che sono gia' terminate (palazzetti dello sport), si stanno ultimando (trampolino olimpico) o sono appena iniziate (strade, parcheggi e altre infrastrutture).
Il clima e' cambiato parecchio qui in montagna e siamo costretti a viaggiare con le giacche belle chiuse e ... ancora sentiamo un po' di freschetto, anzi quasi freddo.
Arriviamo a Dong Hae, importante porto affacciato sulla conca d'oro a piu' di 700 km da Vladivostok e 450 da Sakaiminato in Giappone, che sono ormai le 8 di sera; qui abbiamo qualche difficolta' a trovare un posto dove dormire perche' tutte le insegne e le indicazioni sono rigorosamente in coreano e noi, obiettivamente, non e' che lo parliamo poi tanto bene ....hi hi hi hi.... qui nessuno parla inglese ed abbiamo qualche difficolta' anche solo a farcene indicare uno (si comunica nella maniera piu' classica del mondo: a gesti!!! Alla fine arriviamo al Ashley Hotel, dignitosa struttura alberghiera, oltrettutto situata a non piu' di due kilometri da dove domattina andremo a prendere il ferry; sistemiamo il bagaglio e ne usciamo per una cena in un ristorante vicino al porto (si mangia seduti per terra e le pietanze sono appoggiate su un basso tavolo in legno: bacchette in ferro e solo un cucchiaio sono le posate e si beve solo the caldo o acqua)  che appaga sicuramente Aldo ma lascia qualche buco vuoto nello stomaco a Maurizio che comincia a sentire nostalgia delle pietanze occidentali: al ritorno mi faccio una tavoletta di cioccolato al latte, cosi', tanto per gradire!!
Domani ultimo atto della nostra permanenza in Corea: se, e non abbiamo dubbi su questo, Wendy Choi ha lavorato bene non dovrebbero esserci problemi e alle due lasceremo questa parte di Asia e arriveremo in Siberia.

A domani dunque....

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