Diario di viaggio del 15.6.2013
GRANDE MADRE TERRA RUSSA ASPETTACI
Il trasferimento da Seoul a Dong Hae prevede l'attraversamento delle
montagne coreane e dalla costa del mar Giallo si arriva a quelle del golfo....
Ci prepariamo con cura il bagaglio da caricare sulle moto e quello che per
me e' ormai diventata una routine quasi fisiologica per Aldo e' ancora una
novita' e richiede tempo e organizzazione: migliorera' rapidamente, questo e'
sicuro...
Non abbiamo ormai cose importanti da fare e alle 13.30 lasciamo la Bong
House (prima qualche foto con Violet e gli straccetti della pace di Emergency)
e ci immergiamo nel caotico traffico della capitale coreana durante la pausa
pranzo: tante auto, tanti semafori, tantissimi autobus verdi e azzurri,
continue fermate e interruzioni ci costringono ad avanzare abbastanza
lentamente ed il caldo e l'umidita' si fanno sentire parecchio (siamo belli
bagnaticci quando lasciamo la periferia e cominciamo ad inoltrarci tra le basse
colline).
Ieri sera arrivando dal traghetto abbiamo fatto benzina e stranamente Aldo
ne ha messa poca perche' sembrava che il serbatoio fosse pieno; in realta' non
e' cosi e dopo una cinquantina di Kilometri il motore comincia a
"tossire" e si ferma: carburante terminato!! Proviamo con la cannula
a travasare dalla mia ma non ci riusciamo e allora parto in avanti alla ricerca
di un distributore; sono e siamo fortunati perche' dopo soli 5 km ne trovo uno,
riempio una delle taniche laterali e ritorno indietro; travasiamo il
"prezioso" (per noi ed in quel momento...) liquido e ripartiamo tra
colline profumate, coltivate, con belle casette dal tetto azzurro in lamiera
che richiama ovviamente i tetti a pagoda
dei templi orientali.
E' questa una zona prettamente agricola, poche le industrie, molto simile a
tante zone della nostra pianura padana; ci sembra comunque che la gente sia non
dico agiata ma quasi e che il tenore di vita sia bello alto (auto, case,
vestiti, la struttura dei centri urbani che attraversiamo fanno pensare
questo); la strada comincia piano piano
a salire, arriviamo a passi sui 7-800 mt e le curve e le salite rendono
divertente il nostro andare; Aldo poi e' piacevolmente sorpreso della guida di
Quadrotta, della sua capacita' di affrontare anche a basse velocita' curve
impegnative anche se, essendo ancora tutti e due i mezzi in rodaggio, sono
ancora un po' "legate".
Passiamo anche per Pyeonchang e Yeongseon che nel 2018 ospiteranno le
olimpiadi invernali e possiamo cosi' vedere i lavori che sono gia' iniziati e
le strutture che sono gia' terminate (palazzetti dello sport), si stanno
ultimando (trampolino olimpico) o sono appena iniziate (strade, parcheggi e
altre infrastrutture).
Il clima e' cambiato parecchio qui in montagna e siamo costretti a viaggiare
con le giacche belle chiuse e ... ancora sentiamo un po' di freschetto, anzi
quasi freddo.
Arriviamo a Dong Hae, importante porto affacciato sulla conca d'oro a piu'
di 700 km da Vladivostok e 450 da Sakaiminato in Giappone, che sono ormai le 8
di sera; qui abbiamo qualche difficolta' a trovare un posto dove dormire
perche' tutte le insegne e le indicazioni sono rigorosamente in coreano e noi,
obiettivamente, non e' che lo parliamo poi tanto bene ....hi hi hi hi.... qui
nessuno parla inglese ed abbiamo qualche difficolta' anche solo a farcene
indicare uno (si comunica nella maniera piu' classica del mondo: a gesti!!!
Alla fine arriviamo al Ashley Hotel, dignitosa struttura alberghiera,
oltrettutto situata a non piu' di due kilometri da dove domattina andremo a
prendere il ferry; sistemiamo il bagaglio e ne usciamo per una cena in un
ristorante vicino al porto (si mangia seduti per terra e le pietanze sono
appoggiate su un basso tavolo in legno: bacchette in ferro e solo un cucchiaio
sono le posate e si beve solo the caldo o acqua) che appaga sicuramente Aldo ma lascia qualche
buco vuoto nello stomaco a Maurizio che comincia a sentire nostalgia delle
pietanze occidentali: al ritorno mi faccio una tavoletta di cioccolato al
latte, cosi', tanto per gradire!!
Domani ultimo atto della nostra permanenza in Corea: se, e non abbiamo
dubbi su questo, Wendy Choi ha lavorato bene non dovrebbero esserci problemi e
alle due lasceremo questa parte di Asia e arriveremo in Siberia.
A domani dunque....
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