diario di viaggio del 3.4.2013
EL CHANCHO
Santa Rosa e' piccolina; fatti poche centinaia di mt mi fermo in piazza per una buonissima colazione in una panaderia ed immediatamente divento il fenomeno da baraccone, con decine e decine di persone (operai che vanno a prendere il bus, ragazzini in divisa che si recano a scuola, signore cariche di bagagli in partenza per chissa' dove, professionisti in auto che si fermano attirati dal capannello, perdigiorno) che vedono, strabuzzano gli occhi intorpiditi dal sonno notturno, atteggiano la bocca in un OHHHH di sorpresa e chiedono informazioni sulla moto e sul percorso...
Esco facilmente dal piccolo pueblo ecuadoregno e se ieri avevo avuto un assaggio delle coltivazioni di banane oggi...mi faccio un'autentica scorpacciata di "platanos" incappucciate (i caschi, enormi, vengono rivestiti con dei grandi sacchi di plastica verde e azzurra per velocizzarne la maturazione e proteggere le banane da agenti patogeni e infestanti), continuamente innaffiate da altissimi getti d'acqua: kilometri e kilometri percorsi in una bella strada che si incunea sinuosa tra gli alti filari. La strada sale e mi trovo improvvisamente ben oltre i 4000 mt di quota, fa veramente freddo ma per pigrizia non mi fermo a vestirmi maggiormente; il paesaggio e' quello gia' visto ormai diverse volte in questa sudamerica: niente alberi, bassi cespugli battuti dal vento, atmosfera grigia, gente dai pomelli rossi sul viso, imbaccuccata in poncho colorati e con l'immancabile cappello in feltro portato indifferentemente da uomini e donne.
Scendo velocemente e vertiginosamente fino ai 3600 mt di Colca e .... non credo ai miei occhi: su una bancarella in piazza una signora (ma mi accorfgero' poi che di bancarelle simili ce ne sono decine) vende ... porchetta, si si una bella porchetta a fettine, scaldate al fuoco e servite con papas (patate ma non fritte, bollite e con salsa) e choclo (il mais). Di solito non mangio a mezzogiorno ma stavolta faccio uno strappo alla regola e mi fermo, naturalmente suscitando la curiosita' dei presenti. Buonissima, un piacere per il gusto e per lo stomaco (mi scaldo in un attimo!!!).
Riparto verso Quito e di fianco a me, sulla destra, si ergono prima uno e poi l'altro i due colossi montani del Chimborazo, coperto di neve, e del Cotopaxi, coperto di nuvole, entrambi intorno ai 6000 mt; l'ingresso alla capitale Quito non e' dei piu' facili e solo dopo diverse richieste di informazioni e l'aiuto di una pattuglia della locale polizia riesco ad arrivare al Galapagos Hostel e passare tranquillamente la notte.
EL CHANCHO
Santa Rosa e' piccolina; fatti poche centinaia di mt mi fermo in piazza per una buonissima colazione in una panaderia ed immediatamente divento il fenomeno da baraccone, con decine e decine di persone (operai che vanno a prendere il bus, ragazzini in divisa che si recano a scuola, signore cariche di bagagli in partenza per chissa' dove, professionisti in auto che si fermano attirati dal capannello, perdigiorno) che vedono, strabuzzano gli occhi intorpiditi dal sonno notturno, atteggiano la bocca in un OHHHH di sorpresa e chiedono informazioni sulla moto e sul percorso...
Esco facilmente dal piccolo pueblo ecuadoregno e se ieri avevo avuto un assaggio delle coltivazioni di banane oggi...mi faccio un'autentica scorpacciata di "platanos" incappucciate (i caschi, enormi, vengono rivestiti con dei grandi sacchi di plastica verde e azzurra per velocizzarne la maturazione e proteggere le banane da agenti patogeni e infestanti), continuamente innaffiate da altissimi getti d'acqua: kilometri e kilometri percorsi in una bella strada che si incunea sinuosa tra gli alti filari. La strada sale e mi trovo improvvisamente ben oltre i 4000 mt di quota, fa veramente freddo ma per pigrizia non mi fermo a vestirmi maggiormente; il paesaggio e' quello gia' visto ormai diverse volte in questa sudamerica: niente alberi, bassi cespugli battuti dal vento, atmosfera grigia, gente dai pomelli rossi sul viso, imbaccuccata in poncho colorati e con l'immancabile cappello in feltro portato indifferentemente da uomini e donne.
Scendo velocemente e vertiginosamente fino ai 3600 mt di Colca e .... non credo ai miei occhi: su una bancarella in piazza una signora (ma mi accorfgero' poi che di bancarelle simili ce ne sono decine) vende ... porchetta, si si una bella porchetta a fettine, scaldate al fuoco e servite con papas (patate ma non fritte, bollite e con salsa) e choclo (il mais). Di solito non mangio a mezzogiorno ma stavolta faccio uno strappo alla regola e mi fermo, naturalmente suscitando la curiosita' dei presenti. Buonissima, un piacere per il gusto e per lo stomaco (mi scaldo in un attimo!!!).
Riparto verso Quito e di fianco a me, sulla destra, si ergono prima uno e poi l'altro i due colossi montani del Chimborazo, coperto di neve, e del Cotopaxi, coperto di nuvole, entrambi intorno ai 6000 mt; l'ingresso alla capitale Quito non e' dei piu' facili e solo dopo diverse richieste di informazioni e l'aiuto di una pattuglia della locale polizia riesco ad arrivare al Galapagos Hostel e passare tranquillamente la notte.
Oh mauri foto foto foto..non ne arrivano forse nn riesci a scaricare??? Ecco comunque che le tue descrizioni si fanno sempre più preziose e non risparmiar i nulla, più dettagliate sono meglio è !!! Sicuro che i molti che ti leggono hanno la sensazione di esserci con te!! Ciao un abbraccio,!!
RispondiEliminaSI NICOLA HO DEI PROBLEMI A PUBBLICARLE, SONO TUTTE PRONTE, EH....Spero di risolvere quando arrivo a Panama. Vai a leggere gli ultimi post: sono interssanti. Grazie delle belle parole che mi dici sempre;. saluta il gruppo. Ciao ciao.
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