Motorbike Adventure Team

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Motorbike Adventure Team è formato da un gruppo di amici che hanno in comune una grandissima passione per i viaggi, la moto e per l'avventura. Assieme a voi, abbiamo realizzato qualcosa che va oltre l'esperienza personale, per quanto gratificante, di conoscere luoghi e popoli in regioni remote e spesso inaccessibili: far arrivare a quelle popolazioni un aiuto tangibile, non fatto solo di oggetti inutili.

sabato 20 aprile 2013

KUNA YALA


KUNA YALA

Il Rey Emmanuel continua la sua lenta risalita della Comarca Kuna Yala, il territorio di pertinenza dei Kuna; le isole come detto sono piu' di 200 ma solo una ventina sono abitate stabilmente (e noi le stiamo toccando quasi tutte).
Dopo Caledonia, Tungala', Mulatupo che abbiamo toccato ieri (e nell'ultima abbiamo anche fatto sosta e dormito) stamattina siamo partiti presto e per periodi piu' o meno lunghi, a seconda del numero di abitanti e di conseguenza degli "affari" del barco, ci siamo fermati a Isla de Pino, Ustupo, Manetupo, Achetupo, Ailigandi' e infine San Ignacio Tupile dove arriviamo verso le 18 e dove passeremo questa nottata, dormendo sul barco saldamente ancorato al molo (i "marinos" hanno tutti le loro amache. attaccate in vari punti del soffitto della barca; io, come gia' mi era successo ai tempi della discesa del Rio Madeira -affluente del Rio delle Amazzoni- nel 2006 e come fatto ieri sera,dovro' dormire per terra sul mio materassino e col sacco a pelo; per fortuna non ci sono "ratones" nella stiva, o almeno cosi' mi dicono...) .
I Kuna sono piccoli di statura, raramente superano il metro e cinquanta (ma ho anche visto alcune donne non piu' alte di un metro e venti, hanno la pelle ambrata tipica degli indios, forse un po' piu scura ed i capelli nweri corvini; i tratti somatici sono quelli tipici degli amerindi, con zigomi alti e sporgenti, occhi neri con taglio leggermente a mandorla,naso aquilino e leggermente schiacciato; ma la cosa che li rende veramente particolari e' il modo di vestire delle donne; gli uomini ormai si sono uniformati e globalizzati, hanno abiti occidentali e quasi sempre un berretto tipo baseball col frontino molto arcuato (spesso questo berretto gli viene dato dai vari partiti politici, con il nome del candidato ben visibile, e le case dei Kuna sono ben visibili da lontano per le bandiere "politicizzate" che indicano chi e' per l'uno e chi per l'altro dei partiti politici panamegni);per le donne invece sembra che il tempo si sia fermato e l'abbigliamento normale, non per i turisti (che per la verita' io non ho visto), e' composto da una camicetta a maniche svolazzanti su cui vengono cucite le molas, le tipiche stoffe coloratissime che poi portano a vendere nei mercati di Panama City, da una gonna di cotonina coloratissima (la maggior parte delle volte nera con disegni giallo) che si chiama "sabure'", il fazzoletto rosso portato sopra i capelli e' il"mosue'" ed infine nel naso, tra le due narici verso la punta portano un anellino d'oro che chiamano "olasu'". Ma la cosa che colpisce subito da lontano sono i giri di perline che formano disegni geomterici e che tutte, ma proprio tutte, portano dalle caviglie alle ginocchia e dai polsi fino al gomito: bellissime da vedere. Anche le ragazzine, quando non sono a scuola vestono in maniera tradizionale e solo nelle isole piu' vicine a Panama City si cominciano a vedere i progressi della civilta', con Kuna che cominciano a vestire all'occidentale.
Anni fa il governo panamegno aveva tentato, a dir il vero con scarso impegno, di cambiare le leggi Kuna, di "sottometterli" ad un ordinamento che non riconoscevano, a costruirgli case in muratura nelle isole e ad abbandonare i loro riti antichi; ora queste case sono monumenti di pietra vuoti, senza tetto,e i Kuna continuano a vivere nelle loro capanne di legno o bambu, col il tetto di foglie di palma e con i gabinetti nel mare, ben lontani dalle case, strane costruzioni di 1 mt x 1 mt ( sono fatti di lamiera, di canna, di legno, qualche rara volta anche in muratura, appena costruiti hanno anche il tetto ma dopo la prima mareggiata che se li porta via la maggior parte delle volte il tetto non c'e' piu') a cui accedono con passerelle di legno.
La vita a bordo del Rey Emmanuel fluisce lenta, con lunghi periodi di inattivita' (quelli dei trasferimenti da un'isola all'altra, a volte tranquilli quando ci si sposta dentro alle lagune, a volte molto agitati con alte onde oceaniche quando si esce dalla laguna e ci avventura in mare aperto) alternati a momenti frenetici per caricare o scaricare la varia mercanzia, con tutti che sembrano sapere a menadito quello che devono fare: ogni compravendita segue regole ben precise con il compratore che si reca prima da Marcial, che gli rilascia una ricevuta; con questa si presenta a Lucio che con l'aiuto degli altri consegna la merce, facendola comparire dal fondo della stiva e solo dopo la consegna avviene il pagamento, sempre e solo a Marcial: semplice, rapido, preciso.
A domani una nuova puntata...

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