diario di viaggio del 16.4.2013
ISOLE SAN BLAS
Per l'ennesima volta sono pronto all'alba e spero con tutto il cuore che
stavolta sia la volta buona; sono 9 giorni che sono a Puerto Obaldia,
dell'italiano Maurizio non si e' vista neanche l'ombra (avrebbe di certo
aiutato avere il conforto di un connazionale che conosceva tutto del posto) ma
in compenso ho trovato l'aiuto e
l'amicizia di tanta gente buona e ancora una volta posso dire di essere
fortunato.
Spero ancora una volta di esserelo qui sul molo dove, tra uno scroscio
pesante di acqua e l'altro, alle sette non si vede ancora nessuno; la moto e'
zuppa, io quasi....ma ecco che compare uno dell'equipaggio e mi chiede il
passaporto: glielo do' con gioia, so' che significa partenza e d'improvviso
dimentico tutti i guai passati, le delusioni, la rassegnazione, a volte la
disperazione e quasi quasi la depressione.....Sono felice so' che oggi si
partira' e aspetto solo il momento in cui Quadrotta, bella carica ed in
perfetto ordine di marcia, sara' posta sulla tolda del barco.
Alle 8 arriva quel momento e sotto l'ennesimo acquazzone carichiamo la moto
e la parcheggiamo ben ancorata ad una delle fiancate della barca: non la
smuoverebbe neanche Ercole (e d'altra parte deve resistere a delle belle
"bordate" con le onde che si intravvedono) e non ho neanche dovuto
scaricare nulla (quindi ridotto rischio di "ruberie").
Per la prima ora e mezzo procediamo in alto mare, con onde alte e lunghe,
poi dopo un promontorio cominciamo a bordeggiare la costa ed infine entriamo
nelle lagune delle Isole San Blas, centro del territorio Kuna Yala, comarca
indipendente dello stato di Panama'; avete presente il paradiso? Ecco, penso
che lo spettacolo che si puo' vedere muovendosi nelle calme acque interne delle
San Blas sia quanto di piu' vicino all'Eden si possa immaginare; le isole sono
tante, alcune grandi, con oltre 7-800 abitanti, altre piu' piccole, poche
decine di indios Kuna, altre ancora sono semplici isolotti di sabbia con
qualche palma o qualche mangrovia, e questi sono disabitati.
Ci fermiano per prima a Caledonia, villaggio di capanne di legno con tetti
in foglie di palma, ed il barco viene assediato da decine di abitanti che
vengono per il riso, per le bombole del gas, per il sapone, per i generi di
prima necessita'; poi e' la volta di Tuguala' ed infine Muluatupu, dove il
motore viene spento perche' qui ci fermeremo per la notte. A bordo abbiamo
mangiato sia a pranzo che a cena perche' uno dell'equipaggio ha la mansione di
cuoco e prepara dell'ottima carne di maiale con riso, patate e guanacate e alla
sera anche una bella zuppa, molto gustosa. Approfitto anche della sosta serale
per tagliarmi i capelli che stanno crescendo da 2 mesi e mezzo (la macchinetta
elettrica me la presta un membro dell'equipaggio) e dopo il taglio mi sento un
altro.
Gli indios Kuna abitano queste isole da prima che Colombo scoprisse
l'america e sono, insieme ad un altro territorio indios nel nord, una enclave
che legifera per conto suo e gode di una grande autonomia dal governo centrale
panamegno; vivono seguendo regole ancestrali, si vestono ancora come facevano i
loro predecessori e sono molto coreografici da vedere e anche, devo dire, molto
riottosi a farsi fotografare; le poche foto che riesco a fare sono state
"rubate", cosa che come sapete non mi piace affatto. Domani parlero'
del loro curioso modo di vestire, degli usi, delle cose belle e di quelle meno
belle di questo curioso popolo.
Ah, il nome dei membri dell'equipaggio; Marsial, il comandante, Lucio il
suo secondo, Diego il cuoco, Juan il mio amico (sempre imbronciato ma un cuore
grande), e poi Damian, Airo, Avenor e Valeri. A domani il seguito.....
così ci piaci....
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