diario di viaggio del 29.4.2013
UNA FAVOLA: PUERTO ESCONDIDO
Se le cose andassero sempre come vogliamo noi la vita sarebbe molto piu' facile ma anche molto piu' monotona; ci sono invece gli imprevisti, positivi o negativi che siano, a renderla imprevedibile e unica.
In un viaggio poi lungo come questo di imprevisti ne capitano davvero molti e se sul momento quelli negativi Ti mettono al tappeto, so' per ersperienza che poi, al momento dei ricordi, sono quelli che restano piu' vivi e diventano motivo di discussione e riflessione...
Come ho detto ieri arrivo effettivamente alla dogana di Viva Mexico prima delle sette e altrettanto fanno i due addetti di Banjercito; quello che non mi aspetto e' che il funzionario-capo mi neghi l'ingresso in Mexico in quanto non sono dipendente della ditta e quindi non ho diritto a guidare un mezzo non mio; la delega che porto con me non e' valida secondo Lui perche' non e' tradotta in spagnolo (ma solo in inglese) e perche' deve essere autenticata da un notaio: quindi, sempre secondo Lui, devo ritornare in Guatemala, andare da un notaio autorizzato, farmi tradurre e autenticare la delega e poi ritornare in Messico....
Sul momento non so' se mettermi a ridere, prenderlo a pugni o cercare soluzioni; propendo per quest'ultima ipotesi e tento una carta gia' usata in altra frontiera in Cile: fingo di telefonare (tanto il mio cellulare non e' abilitato in Messico) al console italiano e mi faccio dare il nome del funzionario per riferirlo al "Console" italiano' E' incredibile ma funziona anche questa volta e...balbettando mi dice che provera' a chiamare la direzione generale delle dogane a Ciudad de Mexico e sentire se si puo' trovare una soluzione!!!
Ovviamente a Mexico City iniziano alle 8 e cosi' dovro' aspettare un'altra oretta e mezzo per pagare 25 $ (dollari USA) di tassa e 400 $ di deposito (cje mi saranno restituiti all'uscita dal paese).
Alle nove riesco a partire ed i 700 km di strade lente per le tante curve ed i tanti paesi (e quindi, come gia' detto, per i tanti "hombre muerto") che mi separano da Puerto Escondido si fanno sentire sulle braccia, sul collo, sulla schiena; lungo la strada tante bancarelle che vendono frutta, sale (in questa zona lungo la costa ci sono molte saline naturali che l'uomo continua ad utilizzare), miele, formaggi, cesti, mobili in legno artigianali e chi piu' ne ha piu' ne metta.
La meta finale pero' mi appaga di ogni imprevisto e di ogni fatica; la piccola cittadina (oggi conta quasi 30 mila abitanti ma al tempo del film era poco piu' di un villaggio, fondata nel 1928 come centro per l'esportazione del caffe'), famosa tra noi italiani per il bel film, tratto da un libro di Pino Cacucci e realizzato da Gabriele Salvatores con Diego Abatantuono, Claudio Bisio e Valeria Golino, e' oggi una piccola perla incastonata in una costa molto frastagliata, vicino alla famosa Playa Zicoleta meta di surfisti internazionali.
C'e' una parte nuova piuttosto anonima ma la zona vecchia intorno al porticciolo (ancora adesso con le coloratissimi barchette in legno dei pescatori), con le sue stradine pendenti verso il mare, i negozietti di souvenir e pescado, le casette colorate, e' una chicca difficile da dimenticare.
Vado a sistemarmi proprio nel piu' vecchio e conosciuto ostello di Puerto, il Mayflower, affacciato sul porticciolo e inserito in una bella casa con molta atrmosfera; gli ospiti sono provenienti da tutto il mondo, giovani e ....meno giovani ed in stanza con me ci sono John, giovane norvegese che alla domanda se sta' girando il mondo per lavoro o per divertimento mi risponde candidamente che sta' semplicemente "viaggiando", e Cullen, brizzolato ciclista americano che sta' scendendo a sud dall'Oregon a Panama.
In serata esco per le vie cariche dell'odore del mare e respiro a pieni polmoni: sono felice, tutto sommato le cose stanno andando bene, Quadrotta non dimostra di risentire delle fatiche a cui la sottopongo, probabilmente riusciro' ad essere in tempo all'incontro programmato e sto' vedendo cose e incontrando gente uniche. Cosa posso volere di piu'? Beh, che ne dite di una bella carbonara...No, no stavo scherzando, e' solo una battuta.....pero'!!....
UNA FAVOLA: PUERTO ESCONDIDO
Se le cose andassero sempre come vogliamo noi la vita sarebbe molto piu' facile ma anche molto piu' monotona; ci sono invece gli imprevisti, positivi o negativi che siano, a renderla imprevedibile e unica.
In un viaggio poi lungo come questo di imprevisti ne capitano davvero molti e se sul momento quelli negativi Ti mettono al tappeto, so' per ersperienza che poi, al momento dei ricordi, sono quelli che restano piu' vivi e diventano motivo di discussione e riflessione...
Come ho detto ieri arrivo effettivamente alla dogana di Viva Mexico prima delle sette e altrettanto fanno i due addetti di Banjercito; quello che non mi aspetto e' che il funzionario-capo mi neghi l'ingresso in Mexico in quanto non sono dipendente della ditta e quindi non ho diritto a guidare un mezzo non mio; la delega che porto con me non e' valida secondo Lui perche' non e' tradotta in spagnolo (ma solo in inglese) e perche' deve essere autenticata da un notaio: quindi, sempre secondo Lui, devo ritornare in Guatemala, andare da un notaio autorizzato, farmi tradurre e autenticare la delega e poi ritornare in Messico....
Sul momento non so' se mettermi a ridere, prenderlo a pugni o cercare soluzioni; propendo per quest'ultima ipotesi e tento una carta gia' usata in altra frontiera in Cile: fingo di telefonare (tanto il mio cellulare non e' abilitato in Messico) al console italiano e mi faccio dare il nome del funzionario per riferirlo al "Console" italiano' E' incredibile ma funziona anche questa volta e...balbettando mi dice che provera' a chiamare la direzione generale delle dogane a Ciudad de Mexico e sentire se si puo' trovare una soluzione!!!
Ovviamente a Mexico City iniziano alle 8 e cosi' dovro' aspettare un'altra oretta e mezzo per pagare 25 $ (dollari USA) di tassa e 400 $ di deposito (cje mi saranno restituiti all'uscita dal paese).
Alle nove riesco a partire ed i 700 km di strade lente per le tante curve ed i tanti paesi (e quindi, come gia' detto, per i tanti "hombre muerto") che mi separano da Puerto Escondido si fanno sentire sulle braccia, sul collo, sulla schiena; lungo la strada tante bancarelle che vendono frutta, sale (in questa zona lungo la costa ci sono molte saline naturali che l'uomo continua ad utilizzare), miele, formaggi, cesti, mobili in legno artigianali e chi piu' ne ha piu' ne metta.
La meta finale pero' mi appaga di ogni imprevisto e di ogni fatica; la piccola cittadina (oggi conta quasi 30 mila abitanti ma al tempo del film era poco piu' di un villaggio, fondata nel 1928 come centro per l'esportazione del caffe'), famosa tra noi italiani per il bel film, tratto da un libro di Pino Cacucci e realizzato da Gabriele Salvatores con Diego Abatantuono, Claudio Bisio e Valeria Golino, e' oggi una piccola perla incastonata in una costa molto frastagliata, vicino alla famosa Playa Zicoleta meta di surfisti internazionali.
C'e' una parte nuova piuttosto anonima ma la zona vecchia intorno al porticciolo (ancora adesso con le coloratissimi barchette in legno dei pescatori), con le sue stradine pendenti verso il mare, i negozietti di souvenir e pescado, le casette colorate, e' una chicca difficile da dimenticare.
Vado a sistemarmi proprio nel piu' vecchio e conosciuto ostello di Puerto, il Mayflower, affacciato sul porticciolo e inserito in una bella casa con molta atrmosfera; gli ospiti sono provenienti da tutto il mondo, giovani e ....meno giovani ed in stanza con me ci sono John, giovane norvegese che alla domanda se sta' girando il mondo per lavoro o per divertimento mi risponde candidamente che sta' semplicemente "viaggiando", e Cullen, brizzolato ciclista americano che sta' scendendo a sud dall'Oregon a Panama.
In serata esco per le vie cariche dell'odore del mare e respiro a pieni polmoni: sono felice, tutto sommato le cose stanno andando bene, Quadrotta non dimostra di risentire delle fatiche a cui la sottopongo, probabilmente riusciro' ad essere in tempo all'incontro programmato e sto' vedendo cose e incontrando gente uniche. Cosa posso volere di piu'? Beh, che ne dite di una bella carbonara...No, no stavo scherzando, e' solo una battuta.....pero'!!....
Nessun commento:
Posta un commento
Qui puoi inserire i commenti ai post inviati da Maurizio