diario di viaggio del 2.5.2013
TOPES FOREVER
Da quando sono entrato in Messico ho attraversato gli stati del Chiapas,
Oaxaca, Jalisco, Michoacan, Nayarit e stasera arrivo in Sinaloa, il piu'
pericoloso, quello dove persino le forze di polizia hanno paura ad entrare in
determinate zone e villaggi.
Il paesaggio fino ad oggi e' stato abbastanza uniforme, con costa sabbiosa
alternata ad alte scogliere, con molto, molto verde formato da foresta
tropicale dove cresce con facilita' ogni ben di Dio e dove lungo le strade e'
facile fermarsi per un succo di frutta, bere o mangiare del cocco o delle cocadas
(sorta di polpette fatte con la pasta del cocco, spesso aromatizzate con la
cannella o altre spezie), fermarsi e farsi spiegare dalle signore la frutta e
la verdura che si trova ammucchiata sotto alle tettoie.
Nel Sinaloa la vegetazione, il clima, la temperatura cambiano, cominciano i
cactus e spariscono le palme e le felci, il suolo comincia ad inaridirsi e le
colline sono piu' brulle e deserte, il caldo si fa sentire parecchio ed il
passaggio del tropico del Cancro segna nettamente questo cambiamento.
Non cambiano invece i Topes, che il Signore li strafulmini, e a questi si
aggiungono adesso anche i "vibradores" sorta di Tole Ondulee
artificiali che costringono a bruschi rallentamenti se non si vogliono distruggere
molle e ammortizzatori...viaggiare in queste condizioni con Quadrotta e' un
vero tormento, ma insomma, andiamo avanti.
Supero i luoghi conosciuti con Alessandro nel 2010 (eravamo arrivati a
Mazatlan provenienti dalla Baja California ed avevamo dormito a Tepic) e
abbastanza rapidamente, nonostante tutto, arrivo a Culiacan, capitale dello
stato; entrando in citta' incontro due poliziotti motociclisti che oltre ad
aiutarmi nel trovare un hotel mi mettono anche in guardia sulla pericolosita'
della periferia, dove ogni notte c'e' almeno un morto e dove non e'
consigliabile muoversi dopo le otto di sera: andiamo bene!!!
Per fortuna io sono a tre quadre dal centro storico di Piazza Oberon ed il
California Mar e' un buon albergo, tranquillo e funzionale; anche Jesus, il
recepcionist, mi raccomanda molta attenzione nel muovermi in centro e di non
andare in periferia dopo le otto: ma porca vacca, dove sono capitato? Io esco
comunque a piedi, senza nulla addosso che possa attirare sguardi di
malintenzionati e, a parte la poca gente in circolazione col calar del buio,
non ho altri problemi.
Domani ultimo giorno in terra messicana e poi gli States...
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