DIARIO DI VIAGGIO
6.1.2013
LA PROVINCIA AUSTRALIANA
Ormai stò finendo questo viaggio nel
viaggio in quella che potrei definire la ROUTE 66 australiana, mai
cantata da gente come Kerouac, Ginzburg o Guthrie, ma che lo
meriterebbe di sicuro.Non è un'unica strada, sono le tante HWY che
la attraversano, ognuna così diversa dalle altre ma tutte così
uguali tra loro. E a farle uniche sono le tante storie che si
intrecciano e le danno corpo..
Storie come quelle di Belinda (che qui
ovviamente chiamano tutti Bell), sessantenne di Rolleston, piccola,
con i capelli brizzolati tagliati corti, con i pomelli rossi e gli
occhi azzurri, che mi offre una bibita al succo di arancia e pompelmo
perchè è orgogliosa che un sessantenne italiano in moto che sta
facendo il giro del mondo si sia fermato a fare benzina al suo
distributore, dove di solito i turisti non si fermano di sicuro...
Storie come quelle di Harry Corones di
Charleville, proprietario dell'omonimo albergo in legno costruito dal
nonno sul finire degli anni '20 del secolo scorso, che ha trasformato
l'hotel in un museo dove mostra foto, cimeli, costumi di un'epoca che
non tornerà più.
Harabalos Corones era partito alla fine della 1° guerra mondiale dall'isola greca di Citera insieme a una decina di amici ed era giunto in quella che era la vera frontiera australiana, l'Outback, dove aveva costruito un albergo bellissimo di 52 stanze dove avrebbe ospitato lord e principesse inglesi, assi della aviazione (maschi e femmine) e scrittori in cerca di ispirazione...
Harabalos Corones era partito alla fine della 1° guerra mondiale dall'isola greca di Citera insieme a una decina di amici ed era giunto in quella che era la vera frontiera australiana, l'Outback, dove aveva costruito un albergo bellissimo di 52 stanze dove avrebbe ospitato lord e principesse inglesi, assi della aviazione (maschi e femmine) e scrittori in cerca di ispirazione...
Ora il nipote Harry di ospiti ne ha
sempre meno (eravamo in tre, quella sera...)ma sopravvive e anzi fa
tanti soldi con la rivendita di alcolici sistemata al pianterreno...
Storie come quella di Ingrid,
tedeschina (di età) o tedescona (di struttura....fisica) di Dresda,,
così poco tedesca con i suoi capelli neri e la carnagione ambrata,
arrivata in Australia per lavorare in una farm (come molti giovani di
tutte le nazionalità...) e finita a gestire una roadhause per conto
del proprietario della farm dove lavorava. Ci va di giorno e alla
sera ritorna alla farm oppure alla comunità di aborigeni lì vicino.
E confessa di essere felice e finalmente realizzata in quella
dimensione, in quella vita “al margine” che mai avrebbe
immaginato le sarebbe piaciuta...
Storie unite da una sottile striscia di
asfalto grigio o rosso, che corre tra campi coltivati a granturco
(kilometri e kilometri ininterrotti di granturco; immagino quanto
sarebbero contenti Paolo Rossetto o il padre di aprire un bel mulino
con così tanto mais a disposizione!!!!) o in mezzo a boschi di
eucalipto, tra basse colline vecchie di milioni di anni o tra laghi e
“creek” quando finisce il deserto.
Ma sono ormai a Townsville e la brezza
del Mar dei Coralli rende più accettabile questo correre sotto un
cielo completamente azzurro senza nuvole.Bella città,co un porto
turistico pieno di barche a vela,viali alberati, belle case e ville.
Se tutto va bene domattina, nella sede
della TRACO vicino all'aereoporto dovrei trovare il nuovo computer e
parecchio altro....e ricominciare a comunicare con Voi come si deve.
E'deciso.... quanto torni ti scritturiamo come narratore ed autore di "best seller". Come catturi l'attenzione tu con i tuoi particolari, i tuoi racconti vissuti pieni di emozione.. wow! mi piace proprio. Sabry
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